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Le differenze estetiche tra le due sorelle sono poche ma facilmente ravvisabili. Si possono riassumere nella diversa colorazione del propulsore, dei cerchi e del cardano, nella differente conformazione dei collettori di scarico, oltre che nella mancanza sul fianco destro del bicilindrico 850, del radiatore dell’olio. Proprio quest’ultimo particolare è quello che balza all’occhio maggiormente e che a parer mio fa perdere qualche punto al look della Griso 850 nei confronti della 1.100.
Per il resto è sempre la stessa, anticonformista senza età, che appena proposta sul mercato è già diventata un classico.
Rimangono lì dove sono i capisaldi stilistici: il cannone fotonico (terminale di scarico) lo "smilzo" tappo serbatoio, così come l’originale telaio tubolare doppia culla, unico nel suo genere.
Se esteticamente poco cambia, anche il piccolo, si fa per dire, ottoemmezzo anzi 877 cc per la precisione, si allontana ben poco dalla versione di maggior cubatura. Perde per strada qualche Kw, 56 al posto di 64,8, mentre la coppia tocca una punta di 70 Nm contro gli 89 della sorella maggiore. Tutto questo senza smarrire strada facendo i pregi del bicilindrico di maggior cubatura. Stessa fluidità nell’erogazione dei cavalli, medesima capacità di incassare senza "fremiti" le aperture di gas dai regimi più bassi.
Saliti in sella, la prima impressione rimane quella legata alla prova della sorella maggiore. Sella ad altezza "umana", 800 mm, manubrio largo (pure troppo...) e pedane alte ed arretrate il giusto. Anche ciò che si para davanti agli occhi è rimasto inalterato. La moderna strumentazione mista analogico-digitale, ricchissima di informazioni (velocità media-istantanea-massima, consumi, contachilometri totale-parziale, orologio e temperatura ambiente) è la medesima della 1.100.
Lesto all'avviamento, il bicilindrico pulsa e si scuote ad ogni apertura di gas, niente di fastidioso per carità...e nulla a che vedere con la generazione precedente del V90.
Come già apprezzato sulla millecento, anche la ottemmezzo, conferma la bontà della nuova trasmissione. Niente "sclanc" all'inserimento della prima e massima silenziosità anche per gli innesti dei restanti cinque rapporti. Solo in scalata si manifesta un po’ di rumorosità, ma i passi avanti, anzi meglio dire i salti, ci sono stati e sono decisamente apprezzabili.
Se non fosse per la minor potenza e soprattutto coppia ai bassi regimi, potrei dire che il comportamento stradale della 850 fotocopia perfettamente quello della sorellona. I 227 chili di peso spariscono nei primi metri di prova. A dispetto di quote ciclistiche "solide", la Griso 850 si dimostra sempre, anche in questa versione, un gran bel mezzo da misto. I pochi cavalli a disposizione sono sempre pronti e facilmente scaricabili a terra (vorrei vedere dico io, con un 120/70-17 davanti ed un 180/55-17 dietro gommati supersport)
Mantenuta la grande velocità nei cambi di direzione, con l'avantreno che non molla mai la propria "rotaia" ed una stabilità decisamente elevata in ingresso e percorrenza curva, la Griso junior si dimostra moto equilibrata e ciclisticamente sana.
Come per qualsiasi naked, il limite dei 120-130 km/h rappresenta la soglia oltre la quale l’aria inizia a farsi sentire in maniera fastidiosa, anche se in questo caso, l’ampio manubrio e la posizione di guida leggermente caricata in avanti, aiutano a mitigare la spinta contraria.
Nell'utilizzo cittadino, ambiente che le si confà decisamente, la rotondità e la capacità del V90 di trotterellare a regimi da bradipo aiuta nello slalom automobilistico. Semmai dovessi fare un appunto, questo è legato alla larghezza del manubrio, che infastidisce nei tipici passaggi tra le auto incolonnate. Anzi gli appunti sono due, vista la scarsa praticità del cavalletto, che per i meno alti risulta scomodo da azionare (troppo lontano anche per un piede prensile....).
Alla fine della fiera che dire, 1.100 o 850…11.990 € contro 10.590 € …è solo una questione di numeri…
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