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La custom italiana sin dal suo debutto ha messo in luce un comportamento dinamico e una piacevolezza di guida perlopiù sconosciuti a gran parte delle concorrenti
I corpi farfallati dell’iniezione elettronica misurano 36 mm di diametro. La distribuzione prevede 2 valvole per cilindro, comandate da aste in lega leggera e bilancieri; il raffreddamento è ad aria.
Viste queste premesse è lecito aspettarsi un motore dal comportamento sornione e pacato, come confermano i 48,8 cavalli di potenza massima, disponibili a 6.800 giri/min.
Ancora più esplicativi sono i 54,7 Newton metri di coppia massima a soli 3.600 giri, che consentono alla Nevada di impiegare una rapportatura del cambio (a 5 marce) abbastanza distesa, intonata allo stile “rilassante” della custom con l’aquila ben in vista sul serbatoio.
Serbatoio che si lascia apprezzare più per la sagoma che pare abbracciare le teste del bicilindrico, che per la capienza massima (soli 14 litri, di cui 4 di riserva). Fortunatamente la sete di benzina della Nevada non costringe a frequenti soste dal benzinaio!
La trasmissione finale è ad albero cardanico, ma non impiega il braccio CARC visto sulla Stelvio e sulla Griso, che del resto non si rende necessario con la modesta cavalleria disponibile.
La forcella Marzocchi ha steli da 40 mm e un’escursione utile di 130 mm; al retrotreno troviamo la classica coppia di ammortizzatori, infulcrati sul forcellone bi-braccio in alluminio, capaci di 130 mm di escursione.
L’impianto frenante Brembo ci regala un contrasto di forte impatto tra l’estetica che fu e la tecnologia di oggi. Il disco anteriore, da ben 320 mm di diametro, è pizzicato dalla pinza a 4 pistoncini contrapposti; quello posteriore, sempre a disco, misura 260 mm. La Classic non rinuncia agli eleganti cerchi cromati a raggi, equipaggiati con pneumatici nelle misure 110/90-18 e 130/80-16, rispettivamente davanti e dietro.
Fuori città abbiamo apprezzato la grande stabilità di marcia della Classic 750, che corre precisa come un fuso anche alla velocità di crociera
Il cambio è abbastanza preciso, ma denuncia una corsa piuttosto lunga del pedale; morbida alla leva, ma dallo stacco poco preciso (almeno sul modello in prova) è la frizione dotata di comando a cavo.
La frenata è sempre ben modulabile e discretamente potente. In città la Nevada evidenzia un’ottima maneggevolezza e sgattaiola nel traffico grazie anche agli ingombri estremamente contenuti. La forcella Marzocchi è un’ottima alleata nel respingere gli “attentati” alla nostra sicurezza provenienti dai sampietrini e dall’asfalto maltenuti. Piuttosto brusca è invece la reazione dei due ammortizzatori posti al retrotreno, che denunciano un ritorno piuttosto sfrenato in presenza degli avvallamenti più pronunciati.
Fuori città abbiamo apprezzato la grande stabilità di marcia della Classic 750, che corre precisa come un fuso anche alla velocità di crociera (di circa 130 km/h, oltre si resta letteralmente appesi al manubrio e diventa impegnativo contrastare la spinta dell’aria). A chi non sa resistere ai numeri diciamo che la velocità massima indicata dal tachimetro è di 175 km/h, che corrispondono a circa 165 km/h effettivi. Ancora più interessante è il dato del consumo rilevato durante il test. Con un litro di benzina si percorrono oltre 15 chilometri in città, salvo superare la soglia dei 20 nell’extraurbano.
La Nevada Classic ha un prezzo di listino di 7.860 euro ed è disponibile nelle colorazioni bianco perla, nero e marrone. A queste si aggiunge l’affascinante Aquila Nera, presentata all’Eicma 2009.
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23826 Mandello del Lario
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