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La forcella ha steli da 40 mm e un’escursione di 130 mm, e non è regolabile. Dietro troviamo due ammortizzatori regolabili nel precarico con 118 mm di escursione. La Racer impiega invece dei Bitubo con serbatoio esterno, regolabili anche nell’estensione e con un’escursione maggiorata a 130 mm, che alza sensibilmente il posteriore della V7.
Su Special e Racer ci sono i bellissimi cerchi a raggi tubeless forniti dallo specialista italiano Alpina Raggi, mentre sulla Stone sono utilizzati i classici cerchi a sei razze in lega.
Le misure sono 100/90-18 davanti e 130/80-17 dietro (con pneumatici Pirelli Demon Sport sulle moto che abbiamo provato).
L’impianto frenante ha un bel discone da 320 mm con pinza a quattro pistoncini all’anteriore e un disco da 260 mm al posteriore. Non è previsto l’ABS ed è una grave lacuna, dato che la moto è adattissima all’uso in città da parte anche dei principianti in virtù della sua leggerezza e dell’erogazione molto lineare dello storico motore di Mandello del Lario.
Moto Guzzi V7 Stone
Chiara e leggibile la strumentazione, e ben fatti i comandi al manubrio. La piastra superiore dello sterzo è un po’ troppo semplice e impoverisce l’impatto estetico del ponte di comando. Funzionali e belli gli specchietti, le finiture della moto sono nel complesso buone. Piacciono in particolare la verniciatura del serbatoio, quella del motore e la qualità dei cerchi.
La V7 è una moto agile e leggera come poche altre settemezzo. È anche molto stretta tra le gambe, disturbano però gli svasi del serbatoio (ma solo se chi guida supera da un pezzo il metro e ottanta).
Il bicilindrico a iniezione gira regolare e con un bel sound di scarico già al minimo e mostra il meglio di sé dai 2 ai 4.500 giri. Qui sa essere pieno e corposo, limitando al massimo l’uso del cambio. Cambio che da parte sua è preciso negli innesti, ma vanta un’escursione molto ampia della leva e uno stacco poco preciso della frizione.
Moto Guzzi V7 Special
La potenza massima arriva a 6.200 giri, ma non conviene spingersi fin qua su. La crescita di cavalli non è infatti proporzionale a quella dei giri del motore, mentre compaiono fastidiose vibrazioni sul manubrio e alle pedane. Meglio sfruttare la coppia in basso. 48 cavalli sono in assoluto pochini per una moto 750, se ne vorrebbero una decina in più per rendere più agevoli i sorpassi in due e per dare un po’ di brio alla V7.
La Moto Guzzi V7 è infatti una bella moto per i giri fuori porta e per le passeggiate anche in coppia, mentre ha mostrato un certo affanno quando si alza il ritmo di guida.
Non stiamo certo parlando di guida sportiva, ma solo allegra. Tipica di una strada con quattro belle curve. In questi casi emergono le prestazioni mediocri delle gomme di primo equipaggiamento, molto dure di mescola, e la risposta un po’ sfrenata delle sospensioni.
La frenata del disco anteriore è valida, mentre il posteriore è piuttosto sensibile e incline al bloccaggio. Peccato davvero non ci sia l’ABS.
Moto Guzzi V7 Racer
Gli ammortizzatori della Racer vantano una risposta decisamente migliore e più controllata, specie sull’asfalto rovinato. I semimanubri non sono poi così scomodi, sono infatti montati abbastanza in alto e con una piega aperta, che non carica eccessivamente i polsi.
Basta però ridurre un pelo l’andatura per ritrovare il piacere di guida tipico della Moto Guzzi V7. Una moto senza tempo. Costa cara, è vero, ma ripaga con una dote sempre più apprezzata: il suo stile classico non la fa invecchiare.
Moto Guzzi
Via E.V. Parodi, 57
23826 Mandello del Lario
(LC) - Italia
0341 709111
https://www.motoguzzi.com/it_IT/
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