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Il colpo d’occhio iniziale è di quelli positivi, con un look che oscilla tra il genere custom e quello delle naked dure e pure.
Difficile non rimanere coinvolti dall’estetica di questa Yamaha, che complessivamente trasmette dinamismo, grazie anche ad una buona dose di muscoli messi in bella mostra. Primo “muscolo”, il serbatoio, elemento estetico di primaria importanza in una naked. Dalla linea aggressiva, è posizionato in modo da dominare il secondo muscolo, il cuore pulsante della Bulldog, il bicilindrico di 1.063cc raffreddato ad aria preso in prestito dalla XV 1100 Drag Star, che fa bella mostra di se, imponente nelle dimensioni e ottimamente rifinito.
Il design curato di ogni singolo elemento è una caratteristica di questa moto, basta dare un’occhiata alla strumentazione, con tachimetro e contagiri posizionati in un unico strumento circolare, oppure al cupolino, che avvolge il gruppo ottico grazie al tutt’uno formato con le piastre faro. Da parte sua, il telaio ci mette una bella dose di originalità, con i “vitoni” a vista che fanno molto hi-tech.
Meno insolito il codone, che viene sovrastato dall’ampia sella, forse poco slanciata, ma accogliente nei confronti di un eventuale passeggero.
Difficile non accorgersi, vista la colorazione blu elettrico, delle pinze dei freni di derivazione R1, accoppiate a due dischi da 298 mm (dietro è montato un singolo da 282 mm).
Il colpo d’occhio iniziale è di quelli positivi, con un look che oscilla tra il genere custom e quello delle naked dure e pure
Meno entusiasmanti le sospensioni, con una forcella telescopica con steli da 43 mm, regolabile nel precarico, ed un mono posteriore anch’esso regolabile solo nel precarico.
Il modo tipicamente “latino” di intendere la moto, fatica a sposarsi con i concetti espressi dalla Bulldog. La cilindrata di tutto rispetto, l’estetica aggressiva, l’impianto frenante da supersport, portano il motociclista dal sangue caliente a pretendere prestazioni e guidabilità ai massimi livelli. Errore, la BT è stata “pensata” con la mentalità tipica del nord europa, quindi piacere di guida e soprattutto facilità di impiego in ogni situazione. Basta dare uno sguardo alla provenienza del suo bicilindrico con annessa trasmissione finale a cardano, per capire che le prestazioni pure non sono l’obbiettivo primario della BT 1100.
Percorsi pochi chilometri si intuisce che all’aggressività esibita , non corrisponde un quadro prestazionale altrettanto focoso.
La posizione di guida, appare infossata, con la sella confortevole, ma che non permettendo di arretrare o avanzare, consente una sola posizione. Il manubrio l’ho trovato troppo chiuso, il che costringe i polsi ad una postura che alla lunga può provocare qualche fastidio. In particolare nell’utilizzo cittadino, quando si fa (o almeno si dovrebbe fare...) un grande uso dei comandi al manubrio, questa posizione delle mani, non ne consente un utilizzo ottimale.
I 65 cv a 5.500 giri, ed i 9 kgm di coppia a 4.500 giri espressi dal bicilindrico, rendono fluida e piacevole la guida della BT, che si muove agilmente in particolar modo nei percorsi misti medio-lenti. Il motore “coppioso”, permette un utilizzo poco frequente del cambio, che da parte sua non mostra di essere particolarmente rapido e preciso, soprattutto se “maltrattato”.
Non aspettatevi entrate in coppia con ruota anteriore che decolla, oppure strisce sull’asfalto lasciate dalla gomma posteriore, il motore è votato alla passeggiata più che alla “tirata”. Inutile spremerlo fino al limite dei giri, meglio usarlo in scioltezza.
La trasmissione a cardano, se da una parte si “beve” una bella fetta di potenza, dall’altra vi ripagherà con l’assenza di manutenzione (nessuno sbattimento con olii e bombolette vari).
I freni, forti di un impianto più da sportiva che da naked-granturismo, hanno il solo difetto di essere accoppiati in frenata ad un avantreno che affonda e raggiunge il fondo corsa troppo facilmente, non permettendo ai due dischi anteriori di esprimersi al meglio.
I 229,5 Kg a secco dichiarati dalla Yamaha abbinati ad un set up delle sospensioni tutt’altro che hard, suggeriscono una condotta di guida pulita e priva di nervosismi. Vanno evitate le staccatatone o le correzioni di traiettoria a metà curva , fatto questo la Bulldog vi ripagherà con un comportamento rotondo e piacevole, adatto soprattutto ai percorsi extraurbani.
Il buon comfort offerto dalla BT è in parte sminuito dalla scarsa propensione a incassare le asperità della sospensione posteriore, che si comporta bene solo sugli avvallamenti, mentre sullo sconnesso risponde in modo secco e poco progressivo. La situazione migliora nel momento in cui trasportate un passeggero, la sospensione inizia a lavorare al meglio, per la gioia del guidatore e del suo “secondo”.
Alle basse velocità la BT fatica a nascondere la stazza “importante”, ma l’altezza da terra della sella contenuta in 812 mm e la trattabilità del motore vengono incontro nei passaggi difficili.
La grande cilindrata, unita al peso ed alla tipologia della trasmissione, non offrono una considerevole autonomia. Per muoversi in maniera disinvolta si deve spremere per benino il bicilindrico, con la contropartita di un consumo di carburante considerevole.
Il prezzo della BT 1100 Bulldog, 8.800 Euro è allineato (verso l’alto) nei confronti della concorrenza. Alle ottime finiture oltre che all’estetica riuscita, sarebbe bello abbinare un motore con più carattere e più cavalli.
Yamaha
Via Tinelli 67/69
20050 Gerno di Lesmo
(MI) - Italia
848 580 569
https://www.yamaha-motor.eu/it/it/
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