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Pur avendo qualche anno sulle spalle, la R 1100 S ha tutt’ora un design gradevole e la colorazione “Cup” non fa altro che rendere più aggressivo il look di questa BMW. L’appariscente livrea bianco-rosso-blu, con le decals dei vari sponsors ben in vista sul puntale e con il parafango anteriore e i coperchi delle teste in fibra di carbonio, donano un look pistaiolo alla bicilindrica bavarese. Il doppio terminale di scarico della Laser posizionato sotto al codone caratterizza la vista posteriore.
L’accoglienza in sella è una bella sorpresa. Niente ginocchia in bocca e semimanubri ad altezza perno ruota, la Boxer Cup mette a proprio agio il guidatore grazie ad una posizione di guida tutt’altro che costrittiva. In questo aspetto ci ricorda la destinazione granturismo della versione “base”. L’ergonomia di sella, pedane e manubrio, permette una postura sportiva ma non affaticante, mentre la possibilità di regolare la distanza delle leve, consente al pilota di adattare al meglio i comandi del freno anteriore e della frizione.
Decisamente elevata l’altezza della sella da terra, anche i gamba lunga avranno delle difficoltà a poggiare saldamente i piedi al suolo. D’altronde i cm in più servono per ottenere una maggiore luce a terra ed evitare che i cilindri sfreghino troppo facilmente sull’asfalto, nell’uso in pista.
Asportando il guscio posteriore si libera la porzione di sella riservata al passeggero, che può contare anche su di un pratico maniglione per tenersi aggrappato. Smontando completamente la sella si può accedere al set di attrezzi in dotazione, che insieme ai documenti della moto sono le uniche cose che si riescono a riporre nel sottosella.
Sottotono il cruscotto, pur considerando la destinazione sportiva di questa moto, qualche cosa di più appagante e moderno dei due indicatori analogici circolari con orologio digitale e batteria di spie non avrebbe guastato.
I comandi al manubrio hanno la tipica sistemazione BMW, poco intuitiva sulle prime, ma pratica a lungo andare.
Il livello di finitura, come da tradizione BMW è elevato. Verniciatura priva di imperfezioni, accoppiamenti della carrozzeria ben eseguiti e materiali di pregio caratterizzano questa moto, che non scordiamoci costa 14.800 Euro
Il Boxer di Monaco ha ricevuto una cura ricostituente a base di scarichi ed Eprom. Niente di trascendentale, giusto un pizzico di carattere in più della versione base. Purtroppo il motore che equipaggia la Replika non è la versione da 1.200 cc ne tantomeno quella da 1.150 cc, ma la più “anziana” da 1.100 cc. La doppia candela per cilindro, rispetto alla singola precedente, ha conferito maggior fluidità al bicilindrico tedesco, oltre a renderlo meno inquinante.
La potenza di certo non impressiona, i cavalli erogati sono 98 e considerando gli oltre 230 chili da spostare, non ci si può aspettare dei miracoli.
Una certezza ci viene fornita dal reparto ciclistico della Boxer Cup Replika, alquanto atipico bisogna ammetterlo, ma decisamente valido. La sospensione anteriore Telelever è una vecchia conoscenza e rappresenta una certezza. Regolabile attraverso un comodo pomello posizionato dietro la piastra di sterzo questa sospensione rende l’avantreno della R semplicemente granitico. Posteriormente ritroviamo il monobraccio Paralever con tanto di trasmissione cardanica, un caposaldo della tradizione BMW.
Una volta in sella, le dimensioni “abbondanti” e l’elevata altezza da terra della sella impongono qualche cautela nell’utilizzo cittadino. Il baricentro basso, tipico delle ”boxer”, ancora una volta lascia senza parole, permettendo alla R di zigzagare tranquilla tra le auto, scordandosi degli oltre 230 kg che si porta appresso.
Nel misto, tanta agilità viene confermata. L’efficacia della ciclistica della R 1100 Replika permette di mantenere andature elevate su ogni tipo di asfalto. Il Telelever anteriore manterrà il pneumatico anteriore su di un “binario”, mentre il mancato affondamento in frenata (caratteristico di questa sospensione) consente di poter contare su di un assetto ottimale in questo particolare frangente.
Frenata, inserimento e uscita di curva senza la benché minima sbavatura, anche quando le velocità diventano impegnative.
Qualche accortezza va usata nei confronti del cambio, che non ama i maltrattamenti e preferisce essere “accompagnato” per tutta la corsa della leva.
Sul veloce, la Replika, mostra un po’ di inerzia in più, ma in cambio il pilota riceve anche molta solidità. Le traiettorie vengono disegnate e difficilmente vanno corrette.
Nel misto, tanta agilità viene confermata
In questo frangente, però, emergono tutti i limiti del bicilindrico 1.100. La poca potenza a disposizione costringe il pilota a sfruttare il motore al 100%, mentre la ciclistica ha ancora da dare tanto e sopporterebbe di buon grado cavallerie ben più elevate.
Questo porta il pilota a guidare in modo pulito e “rotondo”, per sfruttare al meglio i cavalli a disposizione.
Agli alti regimi ed alle velocità autostradali emergono delle fastidiose vibrazioni al manubrio, che però fanno parte del retaggio culturale dei Boxer bavaresi. Non me ne vogliano i Biemwuisti, ma io le trovo un filo invadenti.
Ottima, considerando il genere di moto, la protezione aerodinamica. Non ci si deve obbligatoriamente spalmare sul serbatoio per ottenere un minimo di riparo dall’aria, è sufficiente chinarsi leggermente in avanti per sentire i benefici del cupolino
Nel complesso la R 1100 Boxer Cup Replika, è una moto difficile da giudicare. Il fatto che si posizioni trasversalmente tra le categorie Sport e Granturismo implica delle rinunce da una parte e dall’altra. Non spicca come sportiva e neanche come granturismo, ma è innegabile che sia dotata di una grande personalità, virtù che viene apprezzata da molti motociclisti.
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