KAWASAKI Z 750

Sulla scia della sorellona Z 1000, naked del riscatto per la casa di Akashi, che ha spiazzato molti concorrenti con un look dirompente e prestazioni al top, ecco la Z 750, versione addomesticata nella cilindrata e nel prezzo
9 dicembre 2003

L’unico dubbio sull’acquisto della Z 1000, per molti potenziali clienti è stato l‘elevato numero di cc che questa naked si porta a spasso e che incute non pochi timori. La soluzione è venuta da una rivisitazione del quattro cilindri della mille, in modo da portare la cubatura totale a 750 cc, cilindrata più stuzzicante a livello commerciale.
Esteticamente rimane il concetto di base della 1000, con un look forte e fuori dagli schemi, caratterizzato da linee tese e spigoli vivi, ma che ha visto una rivisitazione di tutti gli elementi che compongono la veste estetica senza con questo stravolgerne il pensiero.

Il nuovo cupolino di vaga ispirazione aeronautica, visti i due deflettori d’aria che ricordano quelli di un aereo, è l’elemento che caratterizza maggiormente l’avantreno della settecinquanta.
Spigoli vivi anche per serbatoio, fiancatine e codone, che nel complesso donano alla Z 750 uno slancio ed un dinamismo confacenti ad una streetfighter.
Il motore, dalle dimensioni generose, ricopre in modo esemplare il ruolo di primo piano che gli è stato affidato, esibendo un’estetica gradevole ed aggressiva allo stesso tempo.
Abbandonato il caratteristico doppio scarico sdoppiato della 1000, la 750 esibisce un più tradizionale 4 in 1, meno personale e soprattutto più economico.

110 cv (81 kw) a 11.000 giri con una coppia massima di 7,6 kgm (75Nm) a 8.200 giri

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Proprio quello del costo è uno degli argomenti che ha raccolto maggiori consensi nei confronti della Z750. Ogni giudizio sulle finiture e l’allestimento, deve tenere conto del prezzo, decisamente concorrenziale pari a 7.390 Euro.
Se da una parte si possono criticare degli elementi dall’aspetto povero, come nel caso degli specchi retrovisori e dei coperchi di plastica dei carter motore, dall’altra vanno lodati particolari quali le leve al manubrio regolabili, oppure la strumentazione digitale presa direttamente dalle più costose Ninja.
Qualche perplessità mi nasce osservando la gamma di colori disponibile, che oltre al rosso poco acceso della nostra prova, prevede un blu pastello smorto ed un più aggressivo nero lucido. Oramai mi ero abituato alle tinte accese della sorella maggiore…

Il rapporto qualità prezzo è decisamente favorevole, viste anche le caratteristiche del propulsore. Il quattro cilindri in linea della Z 750, ha tra i suoi punti forti, l’adozione dell’iniezione elettronica Keihin con corpi farfallati da 34 mm di diametro, vera chicca nel settore delle naked di media cilindrata. Distribuzione a sedici valvole, raffreddamento a liquido e cambio a sei rapporti, chiudono il quadro di questo propulsore per il quale vengono dichiarati 110 cv (81 kw) a 11.000 giri con una coppia massima di 7,6 kgm (75Nm) a 8.200 giri.
Niente di sensazionale, ma tanta sostanza nel reparto ciclistica, dove la Z 750 offre un telaio a trave sdoppiato in acciaio, occultato sotto il serbatoio e le fiancatine laterali. Tradizionali anche le sospensioni, con una forcella anteriore dotata di steli da 41 mm, priva di regolazioni, e un forcellone oscillante in acciaio scatolato, con leveraggio progressivo Uni-Trak, sul quale agisce un ammortizzatore a gas regolabile nel precarico e nell’idraulica in estensione.
La frenata è affidata ad un impianto dotato di due dischi anteriori da 300 mm con pinze flottanti a doppio pistoncino, mentre dietro troviamo un disco da 220 mm sul quale agisce una pinza a singolo pistoncino.

La prima cosa che balza all’occhio una volta seduti sulla Z750 è l’originalità del gruppo cupolino-strumentazione. Quest’ultima è già stata apprezzata su altri modelli per le sue dimensioni e la completezza delle informazioni che fornisce. Oltre alle classiche spie, infatti, troviamo un display sul quale vengono visualizzati i contachilometri (parziale e totale), la velocità istantanea, l’orologio, la temperatura del liquido refrigerante e soprattutto l’utilissimo livello del carburante.
Il contagiri, anch’esso digitale, pecca per leggibilità, soprattutto durante la guida “impegnata”.
I blocchetti elettrici, anche se dall’aspetto un filo dimesso, sono ergonomicamente inappuntabili.

La posizione di guida risulta essere un giusto compromesso tra lo sportivo ed il turistico, con il busto leggermente flesso in avanti, postura che permette di non doversi “aggrappare” al manubrio durante i trasferimenti autostradali. La posizione delle gambe, piegate quel tanto che basta a non sentire indolenzimenti di sorta dopo pochi chilometri, permette di caricare al meglio il peso sulle pedane durante la guida sportiva.
L’utilizzo urbano della Z750 mette in risalto la facilità di guida di questa moto, oltre alla grande trattabilità e fluidità del propulsore. Grazie anche all’iniezione elettronica, la marcia a bassa velocità è sempre facile e esente da strappi. La frizione “leggera” da utilizzare ed il cambio preciso negli innesti, fanno il resto.
Pur non dimostrandosi agile quanto qualche rivale diretta, la Z750 non pone problemi anche nelle manovre a bassissima velocità.
Utile, anche se dalle dimensioni contenute, il vano sottosella, nel quale si può riporre un blocca disco oppure una catena di buone dimensioni. Rimane il difetto inspiegabile della serratura di sblocco posizionata sotto al codone.

Come tutte le nakeds che si rispettino, anche la Z 750 ama muoversi sui percorsi misti ricchi di curve, terreno sul quale la “piccola” Kawa si dimostra particolarmente efficace.
Il motore se ai bassi regimi è tutto fluidità e dolcezza, non appena ci si sposta nella zona alta del contagiri, dopo i 7.000, mostra di avere carattere da vendere fino all’approssimarsi della zona rossa del contagiri (11.500). In uscita di curva la notevole coppia a disposizione permette di lasciarsi dietro gran parte delle concorrenti, coadiuvati dal cambio che difficilmente tradisce, anche nell’uso esasperato.

Le sospensioni si comportano bene, filtrando e copiando ottimamente le asperità del manto stradale, assecondando uno stile di guida pulito. Solo l’anteriore mostra la corda quando i ritmi si fanno “sostenuti”, sfoggiando uno scarso freno in affondamento e molle troppo cedevoli.

La posizione di guida risulta essere un giusto compromesso tra lo sportivo ed il turistico
La posizione di guida risulta essere un giusto compromesso tra lo sportivo ed il turistico


I freni anteriori rispondono sempre prontamente all’appello, dimostrando una discreta potenza, ma lo sforzo da applicare alla leva è consistente in particolare durante le decelerazioni più violente.
I tragitti autostradali, permettono di evidenziare la bontà ciclistica di questa Kawa, che mostra un comportamento coerente anche alle alte velocità. Qualche problema giunge dalle vibrazioni presenti sulle leve al manubrio e logicamente dalla scarsa protezione fornita dal cupolino, al quale va il merito però, di “pulire” il flusso d’aria che investe il pilota in modo più che apprezzabile.
E il passeggero? Basta dare un’occhiata alla sua sella, per capire che il comfort è garantito solo per andare a prendere un aperitivo…sotto casa.
La Z 750 rappresenta un bel giocattolo, dal prezzo allettante, adatto a scorrazzare più da soli che non in coppia e con un motore e delle prestazioni degni del nome che porta sul serbatoio.

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Kawasaki Z 750 (2003 - 06)
Kawasaki

Kawasaki
Via Luigi Meraviglia, 31
20020 Lainate (MI) - Italia
848 580102
https://www.kawasaki.it

  • Prezzo 7.250 €
  • Cilindrata 748 cc
  • Potenza 110 cv
  • Peso 210 kg
  • Sella 815 mm
  • Serbatoio 18 lt
Kawasaki

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Scheda tecnica Kawasaki Z 750 (2003 - 06)

Cilindrata
748 cc
Cilindri
4
Categoria
Naked
Potenza
110 cv 81 kw 11.000 rpm
Peso
210 kg
Sella
815 mm
Inizio Fine produzione
2003 2006
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