E' ispirato all’inconfondibile Super Cub, ma con una personalità tutta sua e un prezzo che fa gola: 1.690 euro e, con un certo fascino, si porta a casa un pezzo di storia. Però niente vani e i freni sono a tamburo
Ve lo ricordate il mitico Honda Super Cub? In produzione dal 1958, è il mezzo a due ruote con il maggior numero di unità prodotte: oltre 60 milioni.
La olandese Super Motor Company lancia ora il PIN, una piccola e interessante moto che ha come ispirazione l'iconico modello Honda. Lo fa sperando di poterne ricalcare le orme e, tutto sommato, pare ci possa riuscire. In primis lo stile, la linea, decisamente fedele a quella cui si ispira; vintage (guarda caso al momento in gran voga) nella versione bicolore bianco/azzurro o bianco/rosso o bianco/oro, più moderno nei classici total white o total black. Tutte in vendita a 1.395 Euro, spese di messa in strada escluse (circa 300 Euro).
E’ leggero il piccolo PIN, con i sui 83 kg, ma ha davvero tutto quel che serve per muoversi in città: ruote alte da 17”, un portapacchi centrale con molla e uno posteriore se si opta per la versione monoposto, altrimenti sostituito dalla sella singola per il passeggero; oltre ad una lunga serie di optional messi a disposizione dalla Casa per personalizzarlo nelle maniere più disparate: lungo sellone biposto, scarico after market (dal rombo decisamente aggressivo!) e pellicole adesive di vari colori e fantasie, per un PIN davvero “su misura”.
I ragazzi di Officine Mermaid Milano (distributori di Original Samurai Chopper e Zero Engineering) che hanno deciso di portare in Italia questa simpatica novità su due ruote, hanno organizzato per noi una bella giornata in sella al PIN, sostituendo la sella del passeggero con una cassetta di legno e portandoci... a fare la spesa! Proprio così, il tour nel centro di Milano ci ha riservato soste dal panettiere, in enoteca, per una più realistica visione dell’utilizzo principe per cui è pensato: la città sì, ma vissuta a 360°. Certo mancano i vari vani porta oggetti e il sottosella, ma per i piccoli spostamenti ci si può arrangiare coi portapacchi o inventarsi, come nella nostra prova, un bel porta-tutto artigianale, perché il bello di PIN è appunto l’ampia possibilità personalizzazione.
Video
Città sì, ma non solo. Il video racconta di un viaggio alquanto unico: oltre 2.000 chilometri, da Milano a Budapest in sella al PIN 120 compiuto da Mermaid.
Come va
Appena in sella (ampia e comoda la sellona bianca monoposto del nostro PIN) la prima sensazione è quella di essere su una bicicletta, al pari della quale risulta facile e maneggevole. Pulsantino rosso (ma c’è anche la pedivella), il PIN si avvia e… sorpresa: non c’è la leva della frizione e il cambio semiautomatico a 4 marce non funziona esattamente come il classico cambio motociclistico che conosciamo. Il pedale a bilanciere innesta la prima marcia se lo si va a spingere verso il basso, e così di seguito per gli atri 3 innesti; col tallone invece si va a scalare, tra la prima e la quarta troviamo la folle. Più facile a farsi che da spiegare, richiederà un po’ di esperienza per farci l’abitudine, ma già dopo pochi minuti la confidenza aumenta e le cambiate risultano dolci e semplici.
La strumentazione, anch’essa molto simile a quella cui si ispira, è rigorosamente analogica: indica la velocità, il numero di chilometri percorsi, il livello del carburante, e si completa con la spia della folle inserita, quella delle luci (abbaglianti e anabbaglianti) e quella degli indicatori di direzione (ma c’è anche il cicalino per non dimenticarli inseriti!).
Il motore, fedele all’originale, è un monocilindrico 4 tempi raffreddato ad aria da 120 cc ed eroga una modesta potenza di 6,8 CV a 8.500 giri. Pochi? No, lo spunto è ottimo e il piccoletto sfiora i 100 km l’ora di velocità massima pur mantenendo consumi ridotti: con un litro di carburante si possono percorrere circa 40 km.
La prima sensazione è quella di essere su una bicicletta, al pari della quale risulta facile e maneggevole
Nel traffico il PIN ha decisamente la meglio: interasse di appena 1.230 mm, angoli di sterzata da mountainbike, manubrio alto che non rischia di incappare negli specchietti delle auto e… tutti gli occhi addosso! L’aria un po’ retrò incuriosisce tutti e fa sorridere gli appassionati, che riconoscono nelle sue le linee guida del Cub.
Le sospensioni fanno abbastanza bene il loro dovere affaticandosi solo un po’, soprattutto per quanto riguarda il doppio ammortizzatore posteriore, sull’antipatico pavè milanese.
Bello, divertente, economico. Ce l’avrà un difetto questo PIN? I freni a tamburo richiedono una bella strizzatina della leva per risultare decisi, idem per il pedale al posteriore ancora più blando nell’arresto; ma vogliamo giustificarlo almeno un po' visti i pochissimi chilometri percorsi dal mezzo, ancora in rodaggio.
Concorrenti? Al momento abbiamo avuto modo di provare solo il Kymco K-Pipe, anch’esso sposa la filosofia del cambio semiautomatico a 4 marce e la piccola cilindrata da 125 cc, ma è decisamente più sportivo e per nulla vintage, in vendita a 1.600 Euro.
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