Con il model year 2014, nelle motorizzazioni 125 e 200, Burgman si avvale dell’ABS di serie e si conferma una certezza di comfort ed eleganza. Nonostante qualche vibrazione di troppo ai bassi regimi
Sono quasi 200.000 i Burgman che hanno percorso le strade italiane, dal debutto nel 1998 del primo modello 250 a oggi. Una gamma completa che propone, dal 1999, una versione da 400 cc e, dal 2002, la più performante da 650 cc. Nel 2002 debutta anche il primo Burgman di piccola cubatura (arrivano le cilindrate da 125 e 150) che da subito si impone con decisione all’interno dell’intenso mercato degli scooter pensati per la mobilità urbana, distinguendosi per comodità, capacità di carico ed eleganza. Tutte doti che, per 11 anni, Burgman ha portato con sé confermandosi uno degli scooter più apprezzati dal pubblico, come sottolineano i numeri, che parlano di 44.000 unità vendute dall’introduzione sul mercato oggi, solo per le versioni da 150 e 200 cc. Dopo i restyling, nel 2013, di Burgman 400 e 650, per il 2014 anche le versioni 125 e 200 si rinnovano nel look e, soprattutto, adottano di serie il sistema ABS.
Design
Rispetto al precedente modello salta subito all’occhio il frontale totalmente rinnovato: anche i più piccoli della famiglia ricevono ora il doppio faro, così da mantenere un forte family feeling in tutta la gamma Burgman. Anche il faro posteriore si sdoppia e gli indicatori di direzione, sia anteriori che posteriori, non sono più integrati ai fari ma sporgono leggermente dalla carenatura. Si accentua così il look “da grande” che ha sempre contraddistinto i tratti di questi scooter, anche nelle declinazioni di cilindrata minore.
Cresce il parabrezza, ora 11 centimetri più alto e sagomato in modo da far defluire al meglio l’aria; rivista la sella, con una nuova copertura e le cuciture a doppio punto. Tutta ridisegnata anche la strumentazione, di forte ispirazione automobilistica e con retroilluminazione ambrata, che mostra tachimetro, contagiri, spie degli indicatori di direzione, dell’iniezione, dell’ABS e della temperatura dell’acqua. Arriva anche la spia verde EcoDrive, che si accende quando si sta adottando uno stile di guida che favorisce bassi consumi ed emissioni. Il display LCD centrale, infine, mostra l’orologio, i chilometri totali percorsi e i due parziali, il livello del carburante, il consumo medio e la spia del service.
Come tengono a sottolineare in Suzuki, su Burgman tutto è pensato per il comfort di chi guida: il telaio deve renderlo agile nel traffico; il baricentro basso – grazie alla disposizione centrale del serbatoio e alla sella bassa – punta a non mettere mai in difficoltà il guidatore. Per quanto riguarda le sospensioni troviamo all’anteriore una forcella telescopica con diametro da 33 mm e, al posteriore, un monoammortizzatore con molle regolabili nel precarico. Le ruote a 6 razze, in alluminio pressofuso, calzano penumatici da 110/90-13 all’anteriore e 130/70-12 al posteriore. L’impianto frenante si avvale di un disco singolo da 240 mm con pinza a due pistoncini all’anteriore, e di un disco, sempre da 240 mm ma con pinza a singolo pistoncino, al posteriore. Il già citato sistema antibloccaggio ABS, di serie sui nuovi modelli, è dotato di sensore di velocità su entrambe le ruote.
Per chi si muove nel traffico le dimensioni contano, vediamo quindi quali sono i numeri dei nuovi Burgman: per entrambi i modelli la lunghezza totale è di 2.055 mm, la larghezza di 740 mm, l’interasse misura 1.456 mm e la sella è posta a soli 735 mm da terra. Burgman 125 pesa 161 kg in ordine di marcia, 2 chili in più per il 200, che segna quindi sulla bilancia 163 chili.
Dotazione di bordo
Uno dei requisiti essenziali per lo scooter di chi si muove quotidianamente in città è senza dubbio la buona capacità di carico e, a tal proposito, Burgman ha sempre fatto di questa caratteristica il suo punto di forza. Anche i più piccini della famiglia non sono da meno e, grazie allo spaziosissimo vano sottosella (41 litri) e ai vari vani nel retroscudo (6 litri), si raggiungono volumi di capacità degni di scooter ben più grandi (47 litri in totale). Il vano sottosella, con luce interna di serie, può ospitare due caschi integrali (e non solo); i due vani nel retroscudo – uno con serratura e uno con apertura a pressione – sono utili per oggetti come portafogli, telefono o chiavi; infine troviamo il più piccolo portaoggetti inferiore, dove è alloggiata la presa da 12V per la ricarica del cellulare o del navigatore.
Motore: prestazioni e consumi
Niente di nuovo per quanto riguarda il monocilindrico raffreddato a liquido che equipaggia Burgman: eroga una potenza di 12,3 cavalli a 8.000 giri e una coppia di 10,8 Nm a 6.500, per la versione da 125 cc; 18,3 cavalli a 8.000 giri e 17 Nm a 6.000 giri per il 200. Entrambi i propulsori puntano a mantenere bassi i livelli di emissioni e consumo di carburante: i dati dichiarati – calcolati con ciclo WMTC – parlano di 34,4 chilometri percorribili con un litro di carburante, in sella al 125, e di 30,1 per il 200. Durante il nostro test, con uno stile di guida non del tutto parsimonioso (poche volte abbiamo visto accendersi la spia dell’EcoDrive, complice il continuo on-off nel traffico torinese), abbiamo calcolato una percorrenza effettiva di circa 25 km/l, che con il grande serbatoio da 10,5 si traduce in un’autonomia di 250 km con un pieno di carburante.
Come va?
Più che in sella, per questo test, possiamo affermare di esserci messi… in poltrona! I piccoli Burgman 125 e 200 non hanno nulla da invidiare ai più grandi 400 e 650: la sellona è decisamente ospitale, sia per il pilota che per l’eventuale passeggero. L’altezza della seduta a soli 735 mm e la pedana rastremata ai lati permettono davvero a tutti di appoggiare saldamente i piedi a terra. Comodità, spazio e ottime finiture generali sono fuori discussione, ma la pedana alta rispetto alla seduta e al manubrio rischia di far risultare la posizione in sella leggermente “infossata”, per chi supera il metro e ottanta. Una volta in marcia abbiamo modo di constatare e apprezzare l’effettivo miglioramento della protezione aerodinamica: il plexi più alto di 11 cm fa defluire meglio l’aria, anche a velocità sostenute, senza intralciare la visuale. Se la versione 125 pecca in quanto a sprint, il 200 è invece più pronto e divertente; in entrambi i casi la risposta del gas è lineare e rimane costante a tutti i regimi. Nelle soste ai semafori e in fase di rilascio dell'acceleratore, però, si avvertono – soprattutto sul 200 – vibrazioni al manubrio non avvertibili invece durante la marcia.
Nonostante l’aspetto “pacioso” Burgman si rivela inaspettatamente agile, disinvolto nel divincolarsi tra le auto e veloce nei cambi di direzione
Il settaggio morbido delle sospensioni scivola via bene sul pavè e sulle sconnessioni più lievi, ma soffre un po’ nell’attutire le buche profonde, col rischio di qualche saltellamento di troppo in sella. La frenata è modulabile, più incisiva al posteriore ma comunque ben ripartita e l’ottimo ABS (per intenderci, è lo stesso sistema Nissin che equipaggia la ben più performante Hayabusa), interviene per evitare le eventuali situazioni di difficoltà e il bloccaggio delle ruote, ma solo quando realmente chiamato in causa. Nonostante l’aspetto “pacioso” Burgman si rivela inaspettatamente agile, disinvolto nel divincolarsi tra le auto e veloce nei cambi di direzione e si conferma quindi un ottimo compagno per il tragitto casa-lavoro e per la città, con il plus su questi nuovi model year del sempre gradito ABS di serie.
Accessori, colorazioni e prezzi
Burgman 125 e Burgman 200 saranno disponibili nelle concessionarie nel corso del mese di marzo, in tre classiche colorazioni: bianco, grigio o nero e costeranno rispettivamente 4.190 e 4.390 euro franco concessionario. Nonostante il restyling e l’introduzione dell’ABS di serie, è da sottolineare che il prezzo varia davvero di poco: solo 35 euro in più per il nuovo 200 rispetto alla precedente versione senza ABS. Tra gli accessori disponibili troviamo il bauletto in tinta con la carrozzeria, le manopole riscaldabili, lo schienalino per il passeggero e la borsa per il tunnel centrale.
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