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Partiamo dal nome, Gladius 650, originale ed aggressivo allo stesso tempo, si addice alla piccola e combattiva 650 Suzuki, naked entry level, dal prezzo contenuto: 6.390 Euro.
Gladius è la spina nel fianco delle concorrenti (Yamaha XJ6, Kawasaki ER 6 e Honda CBF) la nuda Suzuki si presenta con un look piacevole e moderno. I richiami stilistici ad alcune naked nostrane non sono da condannare semmai a lasciare qualche dubbio sono alcune finiture e soprattutto la scelta dei materiali plastici con cui sono costruiti alcuni particolari.
Filante e tagliente
Come la spada di un legionario, la Gladius si presenta compatta e affilata. Il tre quarti anteriore, caratterizzato dal faro che ricorda vagamente quello della MV Brutale, il gruppo serbatoio codino, slanciato e ben raccordato, donano alla Gladius un profilo filante. Da integrare meglio la coppia di convogliatori posti ai lati del piccolo radiatore, che spiccano anche per la povertà dei materiali con cui sono realizzati.
Anche il telaio a traliccio in acciaio, al posto dell’alluminio utilizzato per la SV 650, si sposa bene col design complessivo, mentre il coperchio in plastica montato in prossimità della triangolatura inferiore lascia qualche perplessità.
Cuore generoso
Come in tutte le nude, il motore ha una parte da protagonista, non solo per quanto riguarda la dinamica della moto, ma anche sotto il profilo puramente estetico. Il bicilindrico 650 a V di 90° è strettamente derivato da quello che equipaggia i modelli SV 650 e V-Strom 650. Oltre a presentarsi bene esteticamente, ordinato e ben rifinito, ha dalla sua una serie di caratteristiche che lo rendono ancor oggi un punto di riferimento nella categoria.
Modificato nella distribuzione, grazie ad un nuovo albero a camme, rivisto nei condotti di aspirazione, il propulsore ha migliorato le proprie doti di fluidità e tiro ai medi e bassi regimi. Nel rispetto delle normative Euro 3, il motore eroga l’apprezzabile potenza di 72 CV (53 KW) a 8.400 giri/min, con una coppia pari a 64 Nm a 6.400 giri/min.
La prova
Una volta montati in sella, non si può non notare la strumentazione analogico-digitale, discretamente ricca, addirittura con l’indicatore del rapporto inserito (da non sottovalutare su di una moto che per molti potrebbe essere la prima vera moto). A parte il contagiri analogico, ampio e ben leggibile, la batteria di spie ed il display non spiccano per leggibilità, soprattutto in caso di luce intensa.
Il motore eroga l’apprezzabile potenza di 72 CV (53 KW) a 8.400 giri/min, con una coppia pari a 64 Nm a 6.400 giri/min
La posizione di guida si apprezza per la modesta altezza da terra della sella, 785 mm, particolare che rende appetibile la Gladius anche ai meno alti. Il resto è al suo posto: ergonomia e posizione in sella sono in linea con lo spirito della naked Suzuki.
Qualche critica se la porta dietro l’imbottitura della sella, che già ad un primo esame, diciamo così, statico, parrebbe poco imbottita.
In viaggio
Sin dai primi istanti passati insieme alla Gladius 650, emerge la grande facilità di guida e soprattutto la personalità del suo propulsore. La spinta sempre decisa del bicilindrico, perentoria ma non aggressiva, le caratteristiche di agilità della ciclistica mettono a proprio agio il motociclista navigato, così come il neofita alle prime esperienze. I 200 kg di peso, se possono apparire un po’ abbondanti considerando la tipologia di moto, si nascondono proprio bene. Rapida nei cambi di direzione, e stabile in appoggio, la piccola Suzuki si dimostra tutt’altro che entry level nel comportamento stradale.
Trasmissione ok
La precisione del cambio e la modulabilità della frizione, tutt’altro che pesante da utilizzare, rendono ulteriormente piacevole e poco impegnativo l’utilizzo stradale della Gladius 650. Niente fenomeni spiacevoli nel tiro-rilascio e fluidità del reparto trasmissione rendono gradevoli anche le passeggiate a bassa velocità, o l’utilizzo nel traffico cittadino.
Assetto rigido
I presentimenti circa la scarsa imbottitura della sella diventano una certezza dopo pochi chilometri. La scarsa propensione del mono posteriore ad incassare le sconnessioni dell’asfalto (anche mettendo mano al registro del precarico) non aiuta certo, mentre la forcella da 41 mm, anch’essa dotata di registro, si difende e, pur risultando abbastanza frenata, filtra a dovere le asperità.
D’altro canto l’assetto della Gladius 650 si rivela ben tarato per un utilizzo allegro, magari su percorsi ricchi di curve. Le buone risposte della ciclistica, unite alle performance delle Dunlop Qualifier montate in primo equipaggiamento (potrebbero migliorare ulteriormente montando le nuove Qualifier II), 120/70 e 160/60, rendono divertente la guida. Peccato per le pedane che iniziano a strisciare sull’asfalto prima di quanto ci saremmo aspettato. Il motore da parte sua, pur ingentilito e civilizzato nell’erogazione, se istigato, si difende bene anche nei confronti di propulsori di cubatura maggiore.
Pronti all’appello
L’impianto frenante, pur senza sbandierare pinze radiali e quant’altro, si dimostra discretamente prestante e allineato al carattere della moto. Poco impulsivo e tanto meno propenso al bloccaggio, l’anteriore, che vede una coppia di pinze Tokiko lavorare su due dischi da 290 mm, è decisamente adatto a chi deve fare esperienza. I più esagitati noteranno una certa mancanza di mordente, ma nel complesso non ci si può lamentare. Ottima la risposta del disco posteriore da 240 mm, discretamente potente, ma soprattutto ottimamente modulabile.
Il rientro dalla classica smanettata sui percorsi ricchi di curve ci vede imboccare la noiosa autostrada, un terreno indigesto ad una moto del tutto priva di carenatura. Se da una parte ci si deve adattare alla pressione esercitata dall’aria, dall’altra emerge la scarsa propensione a vibrare del propulsore Suzuki.
Suzuki
C.so Fratelli Kennedy, 12
10070 Robassomero
(TO) - Italia
011 9213711
https://moto.suzuki.it/
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