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Ryuyo: un nome che la dice lunga, quasi quanto il rettilineo che caratterizza questo tracciato di collaudo, teatro dello sviluppo delle sportive Suzuki. Una pista velocissima studiata per mettere in difficoltà qualsiasi moto sportiva di serie e, di quando in quando, anche le MotoGP di casa. Questo nome evocativo si lega ad una versione della GSX-R 1000 pensata e realizzata da Suzuki Italia per i propri clienti “sportivi”, operazione che è parte di un progetto più ampio e che vuole rilanciare il marchio Suzuki nell’ambiente delle gare nostrane. L’attenzione sarà particolare nel CIV SBK, ambito nel quale il costruttore supporterà due team, e nel National Trophy, garantendo premi in denaro per i primi classificati.
Per clienti sportivi intendiamo quei clienti che comprano la moto per usarla esclusivamente in pista (e con le mille da 200 CV ci sembra una scelta condivisibile!), senza passare dalla strada, se non per il rodaggio e magari neanche per quello. Una vera e propria tribù di appassionati che troviamo spesso e volentieri durante le “turnate” in pista, anche infrasettimanali. Gente che si diverte a cucirsi l’abito su misura, anche se non sempre i risultati sono quelli attesi, soprattutto da quando le moto sportive sono diventate sempre meno analogiche e sempre più elettroniche. Insomma, il pasticcio è dietro l’angolo.
Certo, ci sono accessori dedicati dai vari costruttori a questo e quel modello, ma rimaniamo sempre un passo indietro a quello che ha fatto Suzuki con questa moto, e vi spieghiamo il perché. Tre piloti, che in Suzuki preferiscono mantenere anonimi, ed una serie di professionisti del settore, con le mani in pasta per quanto riguarda il mondo racing (Burani Moto) e la componentistica di altissimo livello (Extreme Components - Andreani Group - Bonamici), di quella che porta in automatico a “leccaggio dei baffi”, hanno sviluppato e realizzato questa vera e propria STK quasi di serie.
Il quasi è d’obbligo per le modalità di vendita della GSX-R 1000 Ryuyo, ordinabile solo online, a partire dal 10 di Novembre, con il via alle prenotazioni che avrà inizio direttamente dallo Stand Suzuki al Salone di Milano. 29.990 € il prezzo per i primi venti clienti, mentre per gli eventuali esemplari successivi non è stato ancora definito un prezzo. Per maggiori informazioni potete visitare il minisito ufficiale che Suzuki ha dedicato alla sua Ryuyo.
Facendo due rapidi conti, gli accessori montati sulla Ryuyo valgono ben più dei 10.000 € da aggiungere al prezzo di listino della versione di serie, anche mettendo in conto la mancanza dei fari, degli specchi retrovisori e degli indicatori di direzione, il prezzo è davvero vantaggioso.
Guardiamola da vicino e analizziamola questa Gixxer Ryuyo. Asciughiamoci la bavetta con un fazzoletto, e godiamoci la carenatura in carbonio, in gran parte a vista (e che vista …), con il codone monoposto dotato di sella in neoprene, e plexiglass racing, il tutto fornito da Extreme Components. Medesimo fornitore e stesso materiale per i condotti dell’aria e del coperchio air-box, all’interno del quale respira un filtro K&N che garantisce un maggior apporto d’aria al motore (+20%).
Sempre di Extreme Components sono le protezioni delle leve, le pedane e i semi manubri in ergal, entrambi ricavati dal pieno e regolabili, oltre alle protezioni sempre in ergal, per il motore.
La bellissima piastra di sterzo in alluminio ricavata dal pieno é realizzata da Bonamici Racing, così come il tappo del serbatoio.
Sempre osservando il ponte di comando della Ryuyo non passano inosservate le pulsantiere racing con funzione pit limiter e reaar rain light, oltre ovviamente all’up-down delle mappe, il tasto mode, il tasto di accensione e spegnimento, e la regolazione in remoto della distanza della leva freno anteriore. A proposito di impianto frenante, la Ryuyo monta una pompa freno Brembo RCS (Ratio Click System), che permette la regolazione della corsa a vuoto della leva e quindi della la risposta della leva stessa, mentre le pastiglie freno di serie sono state sostituite con delle più performanti Brembo in mescola racing Z04.
Un particolare interessante e fornito invece da Extreme Components sono i dissipatori calore per le pinze freno (queste rimangono quelle di serie), costituiti da una piastrina realizzata in uno speciale acciaio che riduce notevolmente la formazione della camera calda tra le pastiglie freno e i pistoncini delle pinze (ed è proprio tra questi due componenti che viene posizionata). Il secondo è un dissipatore vero e proprio, costruito in un particolare alluminio con un'alta capacità di trasferimento termico, tutto fresato dal pieno tramite lavorazione CNC che garantisce il raffreddamento della piastrina in acciaio.
La lista dei componenti che ha preso il posto di quelli montati sulla moto di serie non finisce qui, il comparto sospensioni è stato affidato ad Andreani Group che come sanno gli appassionati, è da anni distributore dei prodotti Öhlins in Italia. Si parte dall’ammortizzatore di sterzo, un Öhlins SD030, e si prosegue con il mono di serie che viene sostituito da un Öhlins TTX GP, mentre il corpo forcella rimane quello originale ma vengono montate delle cartucce NIX30 con registro separato per la compressione (stelo sinistro), e l’estensione (stelo destro).
Da sottolineare che Andreani metterà a disposizione la propria esperienza per i clienti di questa esclusiva Suzuki, infatti questi potranno contare su un setting personalizzato, realizzato ad hoc, sulla base delle esigenze del pilota, in base al suo peso ed allo stile di guida. Il motore è la componente che nel complesso ha richiesto meno modifiche, di fatto è stato sostituito lo scarico di serie con uno Yoshimura e relativa centralina dedicata, con due mappe motore, controllo di trazione e delle impennate (il tutto ampiamente regolabile). Anche il lubrificante, particolare nascosto alla vista, ma di vitale importanza per il propulsore, è specifico per questa “Gixxer”, ed è fornito da Motul. Il Motul 300V2 4T Factory Line 10W-50 che scorre nel motore della Ryuyo garantisce la massima protezione nell’utilizzo in pista e un leggero incremento di potenza rispetto a quello di serie.
Specifiche sono anche le gomme Dunlop: nel nostro caso delle Slick KR 108 e il nuovissimo KR 109, con misure 205/60-17 e 125/80-17. Il KR 109 anteriore è una novità ed è caratterizzato dal fatto che ha adottato la tecnologia Jointless Belt (JLB) fino ad oggi utilizzata da Dunlop solo nei pneumatici racing posteriori. Le mescole disponibili per il KR 109 sono tre, mentre per il KR 108 sono sei (pressioni di utilizzo consigliate dopo 1 ora di termo - 2.3 Ant. - 1.3/1.5 Post.)
Bella fuori e performante sotto pelle, la GSX-R 1000 Ryuyo stacca un bel 212 CV e 125 Nm di coppia (rispettivamente +11 CV e +7 Nm), con 15 kg in meno da portarsi appresso (168 a secco a cui si aggiunge il peso della benzina). Niente male!
Per farci “scaldare” ma soprattutto per farci toccare con mano le differenze tra la versione “standard” e la GSX-R Ryuyo, ci sono un paio di GSX-R 1000R di serie gommate Dunlop GP Racer D212 con le quali scenderemo in pista, prima di godere della versione “kittata”. La prima differenza sta nella diversa impostazione di guida, con le componenti racing che hanno portato ad una diversa posizione di guida con la sella, o almeno il neoprene che ne fa le veci, decisamente più alta e rigida, che porta a caricare molto di più i polsi e di conseguenza l’avantreno. Tutto è meno filtrato su questa moto, non grezzo, si potrebbe usare il termine “reattivo”. I comandi, i vari leveraggi, e la risposta della meccanica, sono più diretti e mostrano una scorrevolezza fantastica.
L’erogazione del quattro cilindri, in particolare nel chiudi-apri è più lineare (lo scarico libero e la centralina mappata senza le limitazioni delle normative Euro hanno i loro benefici effetti oltre ad aumentare le prestazioni!). La risposta è più pronta e la capacità di prendere giri ai regimi medio-alti è superiore, con un “tiro” davvero notevole che porta l’avantreno ad alleggerirsi anche nei rapporti superiori, chiedendo un super lavoro al controllo dell’impennata, che ogni tanto permette alla ruota anteriore di alzarsi più di quanto vorremmo.
Una volta ripreso contatto con l’asfalto, l’avantreno tende a muoversi molto, ma di certo questo comportamento è dovuto ad un assetto di compromesso della nostra moto. Ci sono tanti contenuti in questa “Ryuyo”, e ognuno di loro necessiterebbe di una personalizzazione che purtroppo non abbiamo tempo di provare. La frenata, rispetto alla versione di serie è un gradino sopra, facciamo anche due, prima di tutto perché la risposta è immediata e perfettamente modulabile (la pompa Brembo RCS è fantastica in tal senso!), poi la potenza è mostruosa e non ci si scontra con un ABS a volte invasivo, presente sulla GSX-R di serie, mentre la resa è costante dal primo all’ultimo giro.
Il comportamento in inserimento e nei cambi di direzione è molto diverso, facile e lineare nella “standard”, con una discesa in piega molto svelta (anche grazie alle Dunlop GP Racer D212), mentre la “Ryuyo” sembra meno rapida, anche nei cambi di direzione, forse anche a causa del profilo delle Dunlop KR slick, ma con un appoggio che permette di forzare gli ingressi che ha l’unico limite nel nostro istinto di sopravvivenza. Anche in percorrenza, i profili “panciuti” delle KR garantiscono stabilità e appoggio che va ben oltre il nostro limite odierno, mentre la spinta furibonda agli alti regimi del quattro cilindri non le mettono in difficoltà, se non quando, con qualche turno sulle “spalle”, richiamano il controllo di trazione in più di una curva.
Una moto da conoscere poco per volta e perfettamente adattabile, grazie alla componentistica racing, ai diversi stili di guida, sviluppata su una base nobile e performante quale la GSX-R 1000R di serie, pronta per essere usata in pista e perché no, anche in gara!
Luogo: Misano World Circuit Marco Simoncelli
Meteo: Coperto, 25°
Foto: Photohouse
Tuta: Dainese Kyalami
Stivali: TCX Race Pro Air
Guanti: Spidi STR-4 Vent
Casco: AGV Pista GP-R Carbon
Suzuki
C.so Fratelli Kennedy, 12
10070 Robassomero
(TO) - Italia
011 9213711
https://moto.suzuki.it/
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