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Dopo i fasti degli anni ottanta e novanta, il mercato delle centoventicinque in Italia ha visto un lento e inesorabile declino, numeri di vendite che hanno fatto volgere l’interesse delle case costruttrici verso altri settori e cilindrate. Dopodiché qualcuno si è accorto che senza il bacino d’utenza delle piccole cilindrate, si sarebbe rischiata l’estinzione, o meglio un buco generazionale difficilmente sanabile negli anni a venire.
Le varie case sono corse ai ripari, rilanciando il settore con proposte interessanti anche se con vincoli normativi stringenti (primo tra tutti la potenza limitata a 15 cv), limiti di emissioni che hanno di fatto cancellato il motore 2T e sfidando un settore assicurativo che, almeno in Italia, propone polizze dal costo che in alcune città è quasi proibitivo. Suzuki riapre il listino e propone due ottavo di litro che ampliano l’offerta in questo mercato, la GSX-R 125, in vendita a 4.590 € nella colorazione nera e la GSX-S 125 a 4.090 € nella colorazione nera e nera/rossa, per entrambe è disponibile la livrea blu, detta MotoGp, con un sovrapprezzo di 100 €.
Questi prezzi di listino pongono le due Suzuki in una fascia intermedia di mercato, con KTM / Aprilia / Yamaha che costano qualcosa in più, e Honda che rimane notevolmente più economica di tutte, con un prodotto che però che non brilla certo per dotazioni e raffinatezza tecnologica, concepito più per i mercati asiatici rispetto a quelli più esigenti che caratterizzano il vecchio continente. Quindi ne abbiamo per tutti i gusti, e le nostre due Suzuki che se da una parte sono dotate di un motore moderno e brillante, con un design anche abbastanza ricercato, dall’altra faticano a nascondere la destinazione più asiatica che non europea, con dimensioni compatte, difficilmente compatibili con le misure degli adolescenti europei, e qualche dotazione votata più alla funzionalità che non all’appagamento della vista, su tutte la forcella tradizionale di diametro minimo con relative piastre e pinza freno. La loro funzionalità non si discute, anzi come leggerete più avanti si dimostrano davvero performanti, ma difficilmente potranno intrigare un sedicenne appassionato, quanto un impianto con pinza radiale, magari montato su una forcella a steli rovesciati.
La GSX-R 125 e la GSX-S 125 differiscono, oltre che per la carrozzeria, anche per i gruppi fari a LED, per la posizione di guida più eretta sulla naked, maggiormente caricata sui polsi sulla carenata, che ha i semi manubri montati dieci centimetri più in basso. Si nota inoltre un'altra caratteristica esclusiva delle Gixxer che monta un sistema keyless al posto del blocco di accensione con chiave della GixxeS.
La strumentazione LCD è la stessa, ben leggibile e discretamente dotata, permette di tenere sotto controllo oltre ai giri motore e alla velocità, anche l’ora, il livello carburante, il rapporto inserito, e i contachilometri totale e parziali.
Il propulsore delle due ottavo di litro giapponesi è identico in tutto e per tutto, monocilindrico bialbero con 4 valvole per cilindro, eroga 15 cv (11 kW) a 11.000 giri, con una coppia di 11.5 Nm a 8.000 giri. Un propulsore moderno e con doti di progressione e allungo che la concorrenza attuale faticherà ad eguagliare. Spinge con una discreta progressione fino a 12.000 giri con un allungo che termina a ben 13.000! Il cambio è a sei rapporti, preciso e ben spaziato, con una sesta da oltre 130 km/h indicati.
La parte che riguarda telaio/forcellone/sospensioni ha badato al sodo. I primi due sono in acciaio, mentre la forcella telescopica è priva di regolazioni, così come il monoammortizzatore, che non è regolabile nemmeno nel precarico della molla, ma vanta un leveraggio progressivo, equipaggiamento davvero inconsueto in questa categoria. I cerchi in lega montano dei pneumatici Dunlop D102 90/80-17 e 130/70-17, frenati da due dischi a margherita da 290 mm anteriore e da 187 mm posteriore con pinze a doppio e singolo pistoncino, ABS a due canali.
La possibilità di personalizzare la propria moto è limitata a un cupolino più protettivo e a un codino monoposto per la GSX-R, accessorio che naturalmente può montare anche la GSX-S, oltre ad una pratica borsa da serbatoio.
Prendi la parola Silverstone e mettigli accanto la sigla GSX-R e già le mani sudano e la lingua si secca. Poi aggiungi anche la parolina Stowe, che indica un tracciato più breve e decisamente più lento che si trova all’interno del tracciato utilizzato dalla MotoGP, e ci metti pure ”125”, e il sogno sembra infrangersi. Sembra, perché con le dovute riserve ci siamo divertiti e anche non poco. Quando mancano i cavalli, ma ci sono tanta agilità, facilità di guida, e qualche compagno di merende che non ci sta a vedere le tue terga per più di un giro, allora ci si può togliere il casco con il sorriso stampato.
C’è chi tenta di spegnerti il motore con il pulsante in pieno rettilineo, chi chiude gli specchi per guadagnare mezzo chilometro all’ora e chi fa finta di niente pur avendo tagliato spudoratamente una variante! Ci si diverte in sella alla GSX-R 125, ci si diverte perché ha un bell’assetto, che garantisce stabilità e sostegno ai piloti di 60 kg così come a quelli di 80, frena bene, con un ABS che ad occhio sembrerebbe il migliore della categoria, con una soglia d’intervento abbastanza alta da permettersi anche qualche mono ruota rientrando ai box. Un propulsore che nei limiti dei 15 CV ha un bel carattere, con un allungo da primo della classe e una bella erogazione pulita e lineare, ed esente da vibrazioni. Certo le dimensioni compatte rendono l’abitabilità migliorabile, mentre l’appoggio della gommina anteriore con sezione 90/80 potrebbe essere più consistente ai massimi angoli di piega, ai quali per altro le pedane difficilmente vengono in contatto con l’asfalto, ma stiamo parlando di un utilizzo davvero estremo.
Ed è per questo che torniamo alla normalità, lasciando la tuta di pelle e la nostra GSX-R 125 nei box di Stowe, e indossando un abbigliamento decisamente più comodo, così come più comoda è la GSX-S 125 con la quale abbiamo percorso le strade di campagna attorno a Silverstone. Strade non sempre perfette, che hanno evidenziato una scarsa capacità nel filtrare le asperità da parte delle sospensioni, complice anche la sella duretta, ma che non mette in difficoltà la ciclistica della GSX-S 125 che rimane sempre agile, composta e facile da guidare.
L’abitabilità cambia, con il manubrio in un pezzo unico e con le manopole dieci centimetri più alte rispetto a quelle della GSX-R 125, ma la sensazione che la moto sia troppo corta e che il manubrio forse sia troppo vicino, rimane. Anche su strada il monocilindrico ci piace e si dimostra più che all’altezza. Elastico e pronto ad essere strapazzato a dovere, permette di guidare la piccola naked in maniera disinvolta, grazie anche al miglior rapporto peso potenza della categoria, considerando i 133 kg in ordine di marcia con il serbatoio da 11 litri pieno (la GSX-R a causa della carena pesa un chilogrammo in più), capacità che sommata ai consumi contenuti (Suzuki dichiara poco più di due litri di benzina per 100 km di media) permette frequentazioni poco assidue delle pompe di benzina. Dimensioni contenute e facilità di guida la rendono agile e scattante, anche e sopratutto quando il traffico si intensifica, perfetta per chi non è particolarmente alto o per le ragazze intimorite da dimensioni e pesi importanti.
Abbigliamento
Tuta Alpinestars Motegi
Guanti Alpinestars
Stivali Alpinestars SMX Plus
Casco Arai Chaser-X
Maggiori informazioni
Luogo - Silverstone (Inghilterra)
Terreno - Pista, strada extraurbana
Meteo - sole 18°
Foto - Suzuki
Suzuki
C.so Fratelli Kennedy, 12
10070 Robassomero
(TO) - Italia
011 9213711
https://moto.suzuki.it/
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