Yamaha Booster e Booster Easy, ecco perché si chiama così! (E come va)

Un nome che fa storcere il naso ai puristi. Eppure, a ben guardare, tra storia e presente qualche similitudine c'è. Vediamo quali e, soprattutto, vediamo come si comportano questi nuovi Booster a spasso per Amsterdam
7 giugno 2023

Un nome difficile da portare, un'eredità pesante per questi nuovi mezzi elettrici che strizzano l'occhio al futuro ma rubano il nome a un'icona del passato. Yamaha Booster. A chi ha più o meno la mia età non possono che riaffiorare alla mente rumorose scorrazzate con gli amici e le gare a chi l'aveva più bello o perfomante. Il mitico Booster, quello endotermico e inquinante, ovvio.

Eppure le cose cambiano. L'anno scorso di questi tempi ero ad Amsterdam per testare il Neo's, quello che tanti tanti anni fa fu il mio primo scooter, ora in versione elettrica.
Oggi sono ad Amsterdam per provare queste nuove e-bike e S-Pedelec di Yamaha e già mi sembra di leggere tutti i commenti riguardo proprio alla questione del nome. Sono la prima a dire che si tratta di una banalità, del resto se un mezzo va bene che ce ne importa di come si chiama, però mi sento in dovere di chiedere, almeno, delle spiegazioni.

E in Yamaha Europe, devo dire, sono stati abbastanza convincenti. Questi nuovi Booster, come quello che fu, sono una grande svolta per il marchio giapponese, e puntano ad essere un altrettanto grande successo globale, quindi qui c'è un po' di scaramanzia, secondo me, una sorta di buon augurio.
E poi c'è la parte estetica, che vede comunque mettere in pista un mezzo agile, facile, simpatico per via della linea smilza spezzata dalle ruotone over size da 20x4 pollici.

"Successori spirituali dei mezzi di allora", li definiscono. Ci hanno convinti? Non lo so, ma la curiosità di provarli mi fa andare facilmente oltre e ci tengo a fare una premessa importante: provo questi Booster sapendo davvero poco del mondo delle due ruote a pedali e con all'attivo poca sportività, praticamente nulla.

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Yamaha Booster

Partiamo dal Booster, quello che è un ciclomotore elettrico e non una e-bike, per intenderci. In Olanda possiamo usare il semplice casco da bici, ma in Italia saranno necessari assicurazione e casco omologato per i ciclomotori, dettaglio che purtroppo andrà a scoraggiare alcuni (che però possono puntare alla versione Easy, di cui parleremo poi).

Di certo di lavoro ne hanno fatto, in Yamaha: il Booster è bello da vedere, ben fatto, non ci sono cavi o parti tecniche a vista ed è verniciato di tutto punto in una bella tonalità Aqua, quella dedicato ai mezzi elettrici di Iwata. C'è anche la versione grigia, ma perde indubbiamente un po' di appeal.
Il telaio è quello del Fantic Issimo, i puù attenti lo avranno notato, ma tutte le altre componenti sono Yamaha e il Booster viene costruito nello stabilimento Minarelli Italia.

Il propulsore PWseries pesa solo 2,8 chili e offre una coppia di 75 Nm che può spingere il nostro S-Pedelec sino a una velocità massima di 45 chilometri orari.
La batteria da 36V ha una capacità di 650 Wh ed è facilmente ricaricabile direttamente sulla bici oppure può essere rimossa e caricata in casa o in ufficio. Garantisce un'autonomia di 110 chilometri se utilizzata in modalità +Eco, che scende a 50 chilometri se si preferisce la modalità a piena potenza, la High.

La forcella da 80 millimetri è nascosta da cover con loghi Yamaha, la frenata è affidata a un disco anteriore e uno posteriore entrambi da 180 millimetri.
Il telaio a U in alluminio tiene il baricentro basso e il peso totale fermo a 36 chili.

Il computer di bordo TFT a colori da 2.8 pollici è facile e intuitivo, offre tutte le info per quanto riguarda lo stato della batteria, i chilometri percorsi, le calorie bruciate durante la pedalata e molto altro, ma soprattutto può connettersi allo smartphone tramite Bluetooth per navigare o per collegarsi alle app fitness.

In sella la posizione è comoda e confortevole, l'unica pecca riguarda la regolazione della seduta che richiede l'utilizzo di una brugola, ma una volta trovata la propria comfort zone non ci si pensa più.

Agendo sul cambio posto sulla manopola destra (si ruota avanti o indietro come un acceleratore!) si sceglie la risposta del propulsore alla spinta sui pedali e, una volta trovato il proprio range ideale, il Booster va praticamente da sé. Poca fatica, anche in salita, massima resa e massimo divertimento.
Spinge? Spinge! Impenna? (Lo so che ve lo state chiedendo). Se siete bravi, sì!

Di certo è agile come e più di una city biike, ha uno spunto super e fa venir voglia di pedalare anche ai meno sportivi (ogni riferimento è puramente casuale). Ottima la frenata, sempre sicura e decisa, bene la forcella che fa il suo lavoro egregiamente, qualche colpo al posteriore in caso di buche profonde invece è da mettere in conto.

Personalmente ho trovato la mia preferenza nella modalità di guida Standard, che regola totalmente in automatico l'erogazione della potenza in base alla mia spinta sui pedali e alla velocità, ma è possibile scegliere anche tra Eco o High. C'è persino la modalità Zero che esclude il motore ma... chi ce lo fa fare? E la Walk Assist, che facilita la spinta se si deve condurre il Booster a mano.

Il nostro percorso si è snocciolato tra lunghi viali nel verde, il centro di Amsterdam tutto pavè e su e giù dai vari ferry, e in nessuna situazione il Booster si è trovato a disagio o fuoriluogo. Attira un sacco di sguardi ed è la risposta più green alle esigenze di commuting urbano, e volendo anche un po' extra-urbano.

Al manubrio non mancano lo specchietto sinistro (fondamentale nel caos di bici di Amsterdam!) e un clacson bello potente. Le luci, sia anteriori che posteriori, sono LED e ben visibili anche di giorno.

Yamaha Booster Easy

Tutto come sopra per quanto riguarda design e dotazioni tecniche, due le macro differenze: la velocità massima raggiunta, che sull'Easy si ferma a 25 chilometri orari, e il display che si trova sul lato sinistro del manubrio anziché al centro, e che misura 1.8 pollici. Riporta comunque ben leggibili tutte le info necessarie e permette di selezionare le modalità di guida come sopra, ma non è dotato di connessione Bluetooth per lo smartphone.

Certo è che se ci si muove in ambito prettamente urbano, questa declinazione Easy - di nome e di fatto - potrebbe essere la scelta migliore e con meno pensieri. C'è tutto quel che troviamo sulla versione big, manca solo lo specchietto e c'è il campanello tradizionale al posto del clacson, ma la gamma di accessori offerta da Yamaha è così ampia che ce lo si può davvero cucire addosso per qualsiasi esigenza e, perché no, si può usare il Booster come ottima base di partenza per una bella custom bike!

Anche l'autonomia è leggermente più alta sulla versione bike, perché si parte dai 60 chilometri se utilizzato in modalità full power e si arriva a 120 se si imposta e si mantiene la modalità Eco, con pilota di peso medio di 75 chili. Niente male.

La differenza di prezzo tra i due è di 400 euro: il Booster costa 3.699 euro, l'Easy 3.299 euro.
 

Pregi e difetti

Pro

  • Linea, facilità di utilizzo, autonomia

Contro

  • Sella regolabile con brugola