Yamaha R9: la sportiva che volevi || La prova di Moto.it! [VIDEO e GALLERY]

  • Voto di Moto.it 8.5 / 10
Abbiamo provato una delle sportive di nuova generazione più attese. La Yamaha R9 va forte ma senza prenderti a schiaffi, diverte in pista e promette di farlo anche in strada. Dotazione completa e prezzo interessante: 13.500 euro
7 marzo 2025

Era molto attesa questa Yamaha R9, sin da quando apparve il suo motore, l'ormai noto ed apprezzato CP3, un tre cilindri con caratteristiche di adattabilità impensabili fino a pochi anni fa, considerando che equipaggia famiglie ben distinte di modelli Yamaha, dalla Tracer9 alla MT-09 passando per la XSR. 
Mancava solo lei, la sportiva, ma i tempi sono maturi e la richiesta del mercato ha spinto la casa dei tre diapason a chiudere il cerchio.

Se negli anni duemila le sportive occupavano uno spazio importante sul mercato delle due ruote, con il passare del tempo i numeri di vendita si sono ridimensionati parecchio, per poi stabilizzarsi negli ultimi 5/6 anni, con un interesse crescente per le medie cilindrate, e soprattutto una richiesta di sportive più alla portata di tutti, quindi meno impegnative dal punto di vista dei prezzi e quindi dei costi di gestione, ma soprattutto meno specialistiche e adatte anche all’utilizzo stradale.
Già perché le ultime generazioni di supersport e superbike hanno visto spostare l’ago sulla bilancia delle prestazioni, verso il mondo delle corse e della pista. Moto sempre più spinte, con ergonomie degne di una GP, che mal si adattavano ad un uso promiscuo.
Anche questo può essere considerato uno dei fattori che hanno fatto sì che la fetta di mercato delle sportive si sia assottigliato.

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Yamaha ha visto cambiare la sua offerta di moto sportive, con R1 ed R6 disponibili solo in versione “pronto pista”, quindi non omologate per l’uso stradale, ma ha compensato presentando R3, R7 e adesso l’ultima nata R9.
Questa si prefigge di iniziare al motociclismo sportivo tanti appassionati, e di permettere al tempo stesso a chi, stufo per i motivi più vari, di guidare moto da oltre 200 cv, difficilmente sfruttabili anche in pista, di tornare a divertirsi senza dover per forza avere doti atletiche e di guida da pilota professionista e con costi di gestione più accettabili.
Honda ha rilanciato la sua CBR 600R, Ducati ha recentemente lanciato la Panigale V2 e adesso Yamaha con la R9, segnali evidenti che forse si stava esagerando e che questo, se da una parte esaltava pochi, dall’altro allontanava un bel numero di appassionati.

Questa R9 segue le linee guida della famiglia “R”, linee tese e attillate, ricerca aerodinamica evidente, con un anteriore profilato e appendici aerodinamiche, vita stretta e codino sfuggente.
L’alloggiamento del gruppo ottico anteriore funge sia da presa d’aria sia da spoiler, mentre gli specchi retrovisori con indicatori di direzione, si possono smontare facilmente all’occorrenza.
Disponibile in Nero o in blu, la R9 appaga l’occhio con finiture e assemblaggi di ottimo livello, ma proprio per questo fatichiamo a capire la presenza dei cablaggi avvolti in semplice nastro adesivo, che spuntano dietro la piastra di sterzo, i connettori a vista sotto i blocchetti elettrici dei comandi, e la finitura dell’impianto di scarico, che meriterebbe una cura maggiore. Tre pecche per una moto che appare ben fatta e con una dotazione di serie notevole.

Accessori

Parlando di dotazione, quella della R9 si può arricchire notevolmente guardando al catalogo degli accessori, quelli mirati ad un utilizzo stradale, come le borse semi rigide laterali, da serbatoio o da montare sulla sella passeggero, oppure alle manopole riscaldabili. Se invece l’intento è quello di rendere più performante la R9, ebbene ci si può sbizzarrire con le racing Parts GYTR, il paese dei balocchi per gli appassionati.
Carenature alleggerite, pedane e leve ricavate dal pieno, sospensioni Ohlins e scarico Akrapovic giusto per rendere l’idea, ma sono tantissimi i componenti dedicati a questa sportiva, molti dei quali realizzati appositamente per il mondiale Supersport al quale partecipa con il nostro Stefano Manzi, che si è tolto la soddisfazione di portarla alla vittoria al suo debutto in pista.

Motore

La R9 monta il motore CP3, tre cilindri da 890 cc raffreddato a liquido, DOHC con 4 valvole per cilindro con pprestazioni allineate a quelle delle sorelle che montano il medesimo propulsore, quindi MT-09, XSR 900 e la Tracer9.
87,5 kW (119,0 cv) a 10.000 giri/min e 93,0 Nm ( 9,5 kgm) a 7.000 giri al minuto, sono i numeri che caratterizzano questo apprezzatissimo tre cilindri.

Tre i riding mode disponibili, "Sport", "Street" e "Rain", più due mappe custom che consentono di regolare a piacimento l'intervento del Power Delivery (PWR), Traction Control (TCS), Slide Control System (SCS), Brake Control (BC), Back Slip Regulator (BSR), Engine Brake Management (EBM) e Lift Control (LIF). tale regolazione può essere effettuata direttamente tramite la schermata di setting YRC o tramite l'app yamaha per smartphone. Di serie la R9 dispone anche del Launch Control,e del Cruise Control che ha pure la funzione di limitatore di velocità.

Il cambio è a sei rapporti dotato di Quick Shift System di terza generazione.

Ciclistica - sospensioni - freni

Il telaio Deltabox della R9 è studiato e realizzato espressamente per la nuova Supersport di Iwata. Costruito in alluminio pressofuso pesa solo 9,7 kg, ricorda quello della MT-09 ma la sua rigidità è più alta in tutte e tre le direzioni: torsionale (+18%), longitudinale (+37%), e laterale (+16).
L'interasse è pari a 1.420 mm, l'avancorsa a 94 con un'inclinazione del cannotto di sterzo di 22°35', 2° meno di R6 e MT-09.
Il peso in ordine di marcia è di 195 kg (con il pieno del serbatoio da 14 litri).

Sui cerchi da 17 pollici sono montati pneumatici Bridgestone Battlax Hypersport RS11 nelle misure 120/70 e 180/55.

La nuova forcella a steli rovesciati KYB da 43 mm (escursione di 120 mm), è stata completamente riprogettata e ora include regolazioni per lo smorzamento dell'estensione e della compressione sugli steli della forcella, lato destro per estensione e quello sinistro per la compressione, sia ad alta che a bassa velocità. Al retrotreno, il mono è regolabile nel precarico, estensione e compressione (la corsa della ruota è di 118 mm).

Notevole l'impianto frenante con pinze Brembo Stylema con pistoncini da 30 mm su dischi da 320 mm all'anteriore, con tubi in treccia metallica e pompa radiale Brembo. Al posteriore troviamo invece un singolo disco da 220 mm e pinza a singolo pistoncino, mentre l'ABS è escludibile per l'uso in pista.

Strumentazione

Idashboard TFT da 5" a colori della R9 può essere personalizzato con quattrosfondi differenti, mentre la modalità pista visualizza informazioni importanti solo durante la guida in circuito, riportando anche un cronometro. 
Può inoltre essere collegato a uno smartphone tramite l'app MyRide di Yamaha, attraverso la Communication Control Unit (CCU) di bordo della moto. L'app può essere utilizzata per modificare le impostazioni di YRC, permettendo la creazione di nuove modalità YRC anche quando si è lontani dalla moto. È possibile salvare nell'app fino a 40 variazioni di impostazione delle modalità, per adattarle a determinate condizioni di strada o di pista, e poi caricarle sulla moto quando è all'interno del raggio di azione.

Un sistema di navigazione completo integrato è disponibile anche tramite l'app Garmin StreetCross. Inoltre, gli utenti possono visualizzare sul display diverse informazioni e immagini, tra cui telefonate, messaggi di testo e aggiornamenti meteo.

Y-TRAC

L'app Y-Trac eleva ulteriormente l'esperienza Supersport e offre la possibilità di registrare e analizzare i dati di guida con una tecnologia di livello professionale per tutti i livelli di piloti, dagli amatori ai professionisti: è possibile registrare i tempi sul giro e nel settore, oltre ai dati della moto, tra cui l'angolo di inclinazione, il regime del motore, la posizione della marcia, la posizione dell'acceleratore e i livelli dei sistemi di supporto elettronici, come il controllo della trazione. I dati sulla posizione GPS possono essere inseriti tramite lo smartphone del pilota, ma se il pilota vuole usare un GPS sulla moto, Y-TRAC può essere collegato a Garmin GLO2. L'app Y-Trac offre anche la possibilità di un "box virtuale", dove il team a bordo pista del motociclista può inviare messaggi al cruscotto durante la gara. I proprietari di una R9 possono iscriversi a una versione di prova gratuita dell'app o sottoscrivere l'abbonamento premium.

Come va

Il meteo avverso, o meglio sarebbe dire un vero e proprio nubifragio, ha allagato il circuito di Jerez, e ha reso inagibili le strade scelte per il test, quindi in fretta e furia gli uomini Yamaha (Bravi!), sono riusciti a spostare le moto e riorganizzare tutto sul nuovo tracciato di Siviglia, proprio quello dove due settimane fa abbiamo provato una potenziale concorrente della 3 cilindri Yamaha, ovvero la ducati Panigale V2, anche se le condizioni della pista e la gommatura (sole e pneumatici slick per l'italiana), rendono difficile, ma non impossibile un confronto.
Diciamo subito che in sella alla R9 ci si trova immediatamente a proprio agio, con i semimanubri più alti di 8 mm e avanzati di 10 rispetto alla R6, dalla quale si differenzia anche per la posizione sulla sella, 14 mm più bassa e che guadagna 33 mm in lunghezza. Le pedane, sempre rispetto alla sorella seicento,  sono avanzate di 14 mm e abbassate di 25 mm si possono regolare e quindi alzarle di 15 mm).
Insomma, sportiva, sempre con un bel carico sui polsi ma senza l'esasperazione della R6, e con abbondante spazio in senso longitudinale. Insomma è figlia di questa ritrovata concezione di moto sportiva sì, ma con un occhio di riguardo per l’uso stradale.
 

Entriamo velocemente in sintonia con la R9, il motore lo conosciamo già sotto ogni aspetto, e ne apprezziamo le qualità anche in questo contesto, ci si deve solo abituare ad un allungo che si interrompe poco dopo i 10.000 giri, ma la spinta e la regolarità con le quali ti porta fuori dalle curve sono un suo punto di forza. 
Il sospetto che potesse condividere alcuni aspetti dinamici con la sorella MT-09, scompare dopo due curvoni in appoggio e una staccata in fondo al rettilineo, la R9 è "altra cosa". Stabile e precisa, si muove sulle sospensioni con un funzionamento ed un bilanciamento ottimali, garantendo un assetto che infonde fiducia anche ai massimi angoli di piega. Svelta nei cambi di direzione, perdona parecchio, permettendo di ritrovare la corda della curva con il minimo sforzo.
Qualcosa di più ce lo saremmo aspettati dall'impianto frenante, che è si potente ma che soffre delle pastiglie di primo equipaggiamento forse troppo votate al chilometraggio rispetto alla performance. Quando gli si chiede una prestazione superiore, risponde con una sorta di spugnosità e sforzo alla leva, che per esperienza sono sconosciute a questo genere di impianto (pinze Brembo Stylema e relativa pompa freno ...).
Inoltre non abbiamo ben capito il perchè dell'esclusione dell'ABS (non è disinseribile all'anteriore a meno che non si tolga il relativo fusibile ...), anche perchè le condizioni della pista non lo consigliavano (macchie di umidità e sporco erano presenti), soprattutto quando poi ha ricominciato a piovere (avete presente la mitica nuvoletta Fantozziana che seguiva il ragioniere? Ecco si è trasformata nella nuvoletta dei tester!).

Tornando alla nostra R9, un altro aspetto che ci è piaciuto è la funzionalità dei comandi, morbidissimi e precisi, a partire dalla frizione, per arrivare al cambio, non sbaglia un innesto in salita e in scalata, anche quando ci si fa prendere dalla foga, così come è perfetta in questo contesto la risposta del gas.
Dopo qualche giro, di puro godimento, ci si accorge di due aspetti ai quali si potrebbe porre facilmente rimedio. Uno riguarda la conformazione del serbatoio, piuttosto largo, che non permette di ancorarsi a dovere in fase di frenata e quando lo si cinge con l'interno coscia per buttarsi all'interno di una curva, offre una presa poco efficace, non per niente nel catalogo accessori sono presenti delle protezioni laterali in gomma per il serbatoio che farebbero al caso nostro!
Il secondo aspetto è tipico per le moto Yamaha sportive e riguarda la posizione dei semi manubri, che nel caso della R9 non sono tanto chiusi (anche se le sportive europee ci hanno abituato ad "aperture" decisamente superiori), bensì al fatto che sono inclinati verso il basso e che alla lunga, soprattuto in fase di frenata sollecitano parecchio i muscoli dell'avambraccio. 
Anche l'ergonomia del blocchetto sinistro, davvero ben studiato e pratico da utilizzare su altri modelli di Yamaha, ci fa nascere qualche dubbio nel caso della R9, in quanto il tasto del lampeggio e il pulsante multifunzione, per fare degli esempi obbligano a movimenti della mano poco naturali e comunque scomodi.

In una presa di contatto che avremmo voluto e sperato fosse più lunga e distribuita in parte su strada e non solo in pista (d'altronde poco si può contro il meteo avverso), la R9 si è dimostrata davvero una moto divertente e facile, con una potenza che può rappresentare un buon inizio per chi si affaccia al mondo delle sportive di media potenza, ma che può far divertire e appagare chi, abbandonata la superbike da 200 cv, voglia provare di nuovo la sensazione di sfruttare appieno la propria moto in pista, magari senza rinunciare al giro su strada e perchè no all'utilizzo quotidiano. 
Sportiva sì, ma con pochi compromessi!

Pregi e difetti

Pro

  • Dotazione | Prezzo | Prestazioni

Contro

  • Nastro adesivo sui cavi e cablaggi a vista da rivedere | Posizione dei semi manubri "vecchia scuola" | La potenza dell'impianto frenante meriterebbe pastiglie più performanti

Abbiamo utilizzato

Casco - Alpinestars R-10

Tuta - Alpinestars GP Tech V4

Guanti - Alpinestars Supertech

Stivali - Alpinestars Supertech R

 

Maggiori info

Moto: Yamaha R9

Meteo: nuvolo / pioggia 14°

Luogo: Circuito de Sevilla

Terreno:Pista

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