E' da sempre una delle superbike giapponesi più amate dal pubblico sportivo. Abbiamo provato la versione attuale, spinta dal motore a scoppi irregolari, sulle piste di Franciacorta e del Mugello
8 settembre 2011
La prova della Yamaha YZF-R1. In pista a Franciacorta e al Mugello
Dalla sua presentazione nel 2009, ho avuto l'occasione di provare varie volte la Yamaha YZF-R1, sia in pista che in strada, ma per un motivo o per l'altro non eravamo mai riusciti a dedicarle un test (a causa anche del ruzzolone perfetto... del nostro Perfetti! Nda).
Meglio tardi che mai, ed eccoci in sella a una R1 in allestimento Sport, quindi con le frecce a led, porta targa dedicato e soprattutto un bel paio di Akrapovic piazzati sotto al codone.
Dal 2009 a oggi il settore delle superbike stradali è stato interessato da una specie di rivoluzione, le mattatrici di un tempo Yamaha, Honda, Kawasaki e Suzuki si sono viste superare da una triade europea, BMW, Aprilia, MV che in pieno periodo di crisi per il mercato delle due ruote, e in particolare per quelle sportive, avevano già belle pronte le loro supersportive tutte infarcite di elettronica.
Kawasaki ha recuperato, presentando a fine 2010 la performante ZX-10R, mentre Honda e Suzuki hanno segnato il passo continuando a produrre due modelli, la CBR1000RR e la GSX-R1000, che per tenere il passo delle ultime arrivate avrebbero necessità di un aggiornamento piuttosto approfondito.
Yamaha da parte sua ha a listino la R1 da un paio di anni, ma pur con prestazioni di tutto rispetto e un blasone rafforzatosi nel corso degli anni attraverso il lancio sul mercato delle varie versioni (questa è la quarta serie della SBK di Iwata) questa versione ha faticato più delle precedenti a imporsi, crisi o non crisi.
Gli aspetti positivi emersi a Franciacorta, vengono confermati al Mugello. Bella frenata e motore che è sempre pronto a darti un bel calcio nel didietro