25° Telefonica Dakar: Abu Rish, 17 Gennaio 2003
17 gennaio 2003
Doppia grande soddisfazione per i colori italiani alla Telefonica Dakar 2003. Morale, certo, ma tanto basta. Fabrizio Meoni ha vinto la lunga speciale di oggi, 477 km tra Luxor e Abu Rish, e Miki Biasion, che corre in coppia con Tiziano Siviero, è arrivato secondo, tra le auto.
La tappa non era difficile, ma neanche, a dispetto delle previsioni, facile. Lunga, con molta polvere, tratti di pietraie ed un lungo, sinuoso tratto nel letto di un fiume, ovviamente in secca (oued). Un buon banco di prova per i piloti, la maggior parte dei quali già abbastanza “provati”. Se Meoni avesse avuto da amministrare un vantaggio, sarebbe stata una tappa ideale, e lo sarebbe stata anche se avesse avuto da attaccare per portare a termine l’impresa lanciata alcuni giorni fa, poi vanificata dalla caduta di ieri. Così Meoni si è “limitato” a vincere per ritrovare quell’assetto soprattutto psicologico che un pilota perde all’indomani di una caduta, inspiegabile, a 150 km/h. In questa operazione Meoni è andato a bersaglio. Eccolo come nuovo, solo ancora un po’ acciaccato e con qualche pensiero, probabilmente inedito. La sua corsa per la vittoria deve considerarsi chiusa, ma l’efficacia del pilota è integra. Pensiamo al futuro. Oggi Fabrizio ha guidato di forza quel tanto che gli bastava per riprendere la concentrazione, poi è scivolato sicuro verso la sua vittoria, come egli stesso ha definito, di Pirro. Al secondo posto lo “sconvolto” svedese P.G. Lundmark, al terzo, di nuovo Marc Coma, apprendista compagno di squadra di Joan Roma.
Nulla di cambiato nella classifica generale, naturalmente.
Nella corsa epica delle auto, oggi un revival da Mondiale Rally: ha stravinto Ari Vatanen davanti a Miki Biasion. D’autorità lo svedese, fluido ed elegante l’italiano. Per Vatanen è la 48° tappa vinta in Africa. Intanto Peterhansel, oggi “solo” sesto alle spalle del suo principale interlocutore per la vittoria finale, Masuoka, rimane a guardare tutti dall’alto di quella rassicurante mezz’ora di vantaggio. Non è andata benissimo alla coppia “rivelazione” di questa Dakar, BMW-Alphand, settimo posto per una foratura. Decisamente sfortunato, invece, Edi Orioli, che avrebbe rotto il motore e che aspetta in pista il passaggio dell’assistenza, verosimilmente rappresentata dallo spirito di abnegazione dell’amico Graziano Pelanconi.
Uno, due e tre, per finire, di Kabirov. Tre speciali consecutive vinte dal russo e dal suo Kamaz. Ma il collega di Marca, Tchaguine, è oggi secondo ed incontrastabile, pare, in vetta alla Dakar 2003.