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Ha tutta l’aria di essere un campionato anticrisi, quello organizzato dal Motodromo. Bella l’idea di programmare prove e gare tutto alla domenica, fantastica la semplicità tecnica della formula, interessante poter correre da “vecchietti” o in soprappeso, con classifiche separate rispetto ai più favoriti.
Con 150 euro ti iscrivi alla gara, punto. Non serve nient’altro. Beh, il kit, ovviamente. Se ti procuri una moto da fuoristrada (meglio se jap, ndr) duemezzo di cilindrata o 450, usata o nuova, come vuoi, ti resta fuori il pacchetto di componenti che servono a trasformare la moto in versione supermotard e velocità. Ruote a raggi, pinze freni, sospensioni e tutte quelle parti che servono a “stradalizzare” il veicolo. Prezzo, 4.200 euro più iva. Si corre con monogomma Pirelli, con sette treni si fa una stagione da vincenti, altrimenti possono bastare anche la metà. Categoria Senior per tutti i conduttori che hanno ottenuto la licenza dal 1990 a oggi; categoria Junior per chi la licenza l’ha avuta prima di quell’anno o addirittura si trova a correre per la prima volta.
Io che sono un affezionato dei monocilindrici sposo a pieni voti questo trofeo. Una volta esisteva la categoria Supermono, veri e propri prototipi capaci di fare invidia, nei tempi sul giro, alle più blasonate settemezzo Sport Production. Ducati aveva addirittura creato una moto apposita per quella classe, da 50 milioni di lire. Guareschi, con la Yamaha ufficiale, vinse il titolo italiano. Era insomma una formula interessante, che dava soprattutto la possibilità ai piloti provenienti dalla 125 di fare esperienza con moto di prestazioni superiori, imparando a mettere a punto la ciclistica, senza dover obbligatoriamente fare il lungo salto verso le 600. Che è ciò che accade oggi ai più giovani…
Ben venga quindi il Trofeo FMI Kit3, dove i motori sono piombati e non c’è rischio né di rotture meccaniche, né di fare i furbetti…
Le moto sono delle piccole 125 da gran premio: compatte, “scomode”, reattive e veloci a entrare in curva. E’ un po’ come boxare con un peso welter, che ha un gioco di gambe da stancarti in fretta. In questo caso puoi decidere tu il ritmo: allegro o veloce, secondo l’abilità. Il telaio della moto da cross non da certo la percezione della rigidità di una moto da corsa, ma pieghi orecchie a terra, con le gomme incollate all’asfalto e facendo registrare i tempi delle 600 più veloci…
Pesando solo poco più di 100 chili, sulle moto devi muoverti con grazia, ma girare il gas con violenza se vuoi fare i tempi. E il 450, lì nel Motodromo, ti galvanizza quanto un mille al Mugello. Il duemezzo offre la difficoltà di guida tipica delle piccole cilindrate. Quando non hai cavalleria, devi buttarti dentro alla curva a vita persa, cercare la massima precisione e sfruttare il minimo centimetro in uscita di curva.
Mi sembra un ottimo modo per iniziare ad allenare il fiuto verso le traiettorie corrette in curva e a guidare a gomiti larghi in mezzo agli avversari. D’altronde ho sempre sostenuto che s’impara di più a guidare in una giornata di gara che in 100 giornate di prove libere.
Un campionato pensato ad hoc per tutti quegli smanettoni della domenica che sono esausti dall’andare a girare su strada o a correre in realtà ben più costose e impegnative.
Anche perché, in questo caso, arriva l’inverno e rimetti la moto in versione cross.
Se l’idea può interessare… in bocca al lupo e buon divertimento!