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La velocità statunitense è profondamente in crisi. Nonostante i determinati (qualcuno potrebbe dire disperati) tentativi di quest’anno, che hanno tentato di contrastare il disamoramento di case e team per il campionato AMA Pro Racing accorpando categorie e riducendo il più possibile i costi, le serie americane sono ai minimi storici. La gestione Daytona Motorsport Group, che ha dato vita all’AMA Pro Racing, ha un bilancio in profondo passivo quanto a risultati. Scelte sbagliate – il passaggio della 200 miglia alle 600 Supersport è il simbolo del delirio regolamentare e gestionale – hanno causato l’allontanamento di fan, team di primo piano e Case costruttrici.
Una situazione che ha dato origine a diverse proposte di campionati paralleli o complementari, a partire dall’esperienza della Superbike Shootout di John Ulrich sperimentata quest’anno per allungare il campionato ed offrire pacchetti più allettanti per gli sponsor, fino alla stretta finale che ha visto la nascita di MotoAmerica.
MotoAmerica sarà infatti un nuovo campionato nordamericano gestito da KRAVE LLC. Il nome stesso della compagnia offre la misura della serietà dell’iniziativa, essendo composto dalle iniziali di Terry Karges (direttore marketing di Roush Performance, enorme catena americana dell’aftermarket auto), Wayne Rainey (indimenticato tre volte campione del mondo 500 con Yamaha), Chuck Askland (per 15 anni in forze al Team Roberts) e Richard Varner, noto imprenditore americano del settore. La E, chiedete? Niente, un semplice gioco di parole con il verbo inglese to crave.
MotoAmerica avrà la responsabilità di definire classi che dovranno costituire un percorso per i piloti statunitensi dalle formule minori fino al trampolino per i campionati mondiali – viene da pensare alle voci che in un recente passato volevano un coinvolgimento di Dorna in questa operazione. I regolamenti sono ancora in via di definizione, ma KRAVE ha già parlato di una sostanziale aderenza agli standard internazionali.
La benedizione dell’AMA all’iniziativa implica di fatto la possibilità da parte di MotoAmerica di assegnare i titoli di campione nazionale statunitense – un implicito benservito a DMG, pur se AMA Pro Racing “continuerà ad essere coinvolta in altri eventi motociclistici”. Quali, al momento, non si sa.