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Una giornata perfetta, dove ha letteralmente volato su di una pista per niente facile che lo ha visto letteralmente azzerare l’impegnativa serie di whoops e gli esigui attacchi degli avversari. Ryan Dungey è tornato, e lo ha fatto alla propria maniera: veloce, elegante, grintosa. Prima ha fatto sua la manche di qualificazione che lo ha visto rimanere in testa per tutta la gara, poi ha fatto il bis nella finale dopo aver scavalcato Justin Brayton dopo appena un giro ed aver condotto in testa con un rassicurante margine di sicurezza che gli ha permesso di assicurarsi la sua prima vittoria stagionale.
«Sono partito secondo ma alla prima curva c’è stata un po’ di confusione e mi sono ritrovato quinto - ha spiegato Dungey - e mi ci è voluto qualche giro per prendere il ritmi, ma quando sono passato al comando mi sono sentito meglio e ho cercato di guidare sciolto e di non fare errori. Non è però stato facile come è potuto sembrare perché la pista era infida ed era difficile mantenere lo stesso ritmo sul giro, in più avere dietro Chad Reed non era affatto rassicurante per cui ho dato il meglio di me per non perdere questa occasione. Questa vittoria ci voleva proprio, perché l’inizio di stagione c’è tanta aspettativa, tutti sono tesi e la competizione è elevatissima, ora ho la conferma che in questi quattro mesi ho lavorato nella direzione giusta e che la moto va molto bene. In settimana abbiamo fatto qualche aggiustamento al mono che ha migliorato il bilanciamento ed oggi dopo una piccola messa a punto è stata perfetta. Devo fare i complimenti anche a Chad, perché non è da tutti alla sua età avere un ritmo del genere ed essere ancora sul podio».
L’australiano Reed, alla bella età di 34 anni, si è infatti preso il lusso di aggiudicarsi il secondo gradino del podio al termine di una grintosissima prestazione che lo visto chiudere al posto d’onore dietro a Dungey nella qualifica e fare il bis anche nella finale dopo una partenza in quinta posizione ed essersi portato alle spalle del battistrada già al terzo passaggio. «Ci voleva proprio un risultato simile, ho lavorato tanto sia fisicamente che sulla moto sulla quale abbiamo sviluppato un nuovo forcellone ed è il riconoscimento di cui avevamo bisogno sia io che la mia squadra».
Terza piazza dopo una partenza nelle retrovie per il protagonista di Anaheim Jason Anderson, ha già perso la tabella rossa di leader ma che ha avuto la conferma del suo potenziale con il suo secondo podio consecutivo. Solo 5° dietro a Cole Seely il neo acquisto Kawasaki Eli Tomac, che ha preceduto Ken Roczen risalito fino al terzo posto ma poi indietreggiato per un errore. Non è riuscito ancora ad ingranare anche Marvin Musquin, alla sua prima stagione in sella alla 450 a cui deve prendere bene ancora la mano, terminato 9°, ma ancora peggio ha fatto Justin Barcia che non è riuscito a fare meglio di 11°.
Niente da fare invece per James Stewart, che ha abbandonato dopo il primo turno di prove libere a causa del trauma cranico subito la settimana prima nella caduta alla partenza della finale di Anaheim che gli dava dei giramenti di testa. Solo 13° invece Christophe Pourcel, che tanto per confermare il suo carattere eccentrico e al tempo la sua stoffa aveva segnato il miglio tempo nel turno di prove cronometrate.
Nella 250 spettacolo di Cooper Webb che ha centrato la sua seconda vittoria stagionale questa volta con una grintosissima rimonta da metà gruppo; al traguardo ha preceduto il pilota della Kawasaki Joey Savatgy e Jordon Smith ora in seconda posizione in campionato.
450SX
450SX in campionato
250SX Costa Ovest
250SX Costa Ovest in campionato