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All'EICMA di Milano Öhlins e Andreanigroup hanno annunciato il ritorno della gloriosa Casa svedese nei GP di motocross. Obiettivo tornare leader nel settore delle sospensioni fuoristrada, forte della posizione di assoluto monopolio che Öhlins si è creata nella MotoGP e Superbike grazie ad una tecnologia avanzatissima e ad un servizio assistenza impeccabile. Giuseppe Andreani ci ha illustrato come è nato il progetto di rientro nel motocross.
La qualità e la tecnologia delle sospensioni Öhlins le si può intuire dal monopolio pressoché totale che abbiamo nella MotoGP e nel mondiale Superbike. Ora addirittura anche la Honda HRC si è affidata ai nostri prodotti, usati a questo punto praticamente da tutti i team e piloti, da Valentino Rossi a Stoner
Innanzi tutto quando è iniziato il rapporto tra Öhlins e Andreanigroup?
«Quattro anni fa, è stata una scelta difficile perché il rapporto con la WP durava da tanti anni e me la sentivo come se fosse mia, ma purtroppo la Casa dei Paesi Bassi non ci garantiva più un programma di lavoro con obiettivi importanti visto che già nelle ultime stagioni eravamo noi a gestire determinati progetti come il team Honda Ten Kate perché loro si erano ritirati. In quel periodo la Öhlins ci contattò proponendosi di fare esattamente quello che volevamo fare noi e tra noi è nata subito una sinergia molto forte».
Il rapporto con Öhlins è iniziato con il motocross?
«No, essendo distributori esclusivi per l’Italia abbiamo preso cura sia del fuoristrada che dei prodotti stradali anche perché avevamo già una certa esperienza in quanto con WP seguivamo il mondiale Superbike già da due anni. Nella strada abbiamo trovato una mentalità aperta alle innovazioni, un buon prodotto ed una tecnologia molto buona, quindi è stato facile per noi cambiare e adattarci, mentre inizialmente nel motocross abbiamo avuto un impatto molto duro perché secondo noi in quel periodo quello che era a disposizione non funzionava come doveva. C'erano infatti persone all’interno che non avevano il giusto approccio e bloccavano lo sviluppo, ma dopo lunghe discussioni alla fine sono riuscito a far capire al CEO Kenth Öhlin che non era un problema di mercato ma erano proprio questi uomini che non funzionavano. A quel punto ci fu una forte inversione di tendenza, iniziata un anno e mezzo fa, che ha portato a mettere da parte questi responsabili e ad aprire nuovi reparti».
Ciò è coinciso con la volontà di rientrare alla grande nel motocross?
«Esatto, è stata una decisione di Kenth e Johnny Bräster, rispettivamente presidente e vice presidente Öhlins. Era un passo che si doveva fare se si voleva tutelare l'immagine dell'azienda che è forse l’unica al mondo a poter fare la differenza rispetto ai prodotti originali che spesso sono già di altissimo livello».
Grazie anche agli enormi passi fatti dalla Öhlins nelle corse su asfalto.
«La qualità e la tecnologia delle sospensioni Öhlins penso la si possa intuire dal monopolio pressoché totale che abbiamo nella MotoGP e nel mondiale Superbike. Ora addirittura anche la Honda HRC si è affidata ai nostri prodotti usati a questo punto praticamente da tutti i team e piloti, da Valentino Rossi a Stoner. C'è da sottolineare che nonostante sia i prodotti che l'assistenza siano molto cari sono i team che scelgono Öhlins, in quanti è l'unica Casa del settore ad offrire un perfetto mix tra qualità, organizzazione, servizio, metodologia di lavoro e professionalità nell’interpretare i dati. Questo grazie anche ai continui investimenti che hanno permesso di mantenere questa supremazia assoluta nel corso degli anni. La stessa cosa ora la stiamo portando avanti anche nel motocross, c'è una grandissima volontà di rinverdire i successi di una volta non solo per un discorso commerciale bensì perché Öhlins è nata nel fuoristrada perché il titolare era un pilota di motocross. In questo settore la Öhlins ha il cuore, ed è lì che si vuole tornare».
Come è avvenuto l’incontro con il Team Yamaha Monster Energy di Rinaldi?
«L’anno scorso Kenth Öhlin mi chiese se potevamo occuparmi di rientrare nel mondiale, ma era troppo presto perché al nostro interno non eravamo abbastanza preparati. Poi siamo andati avanti coi programmi e per definire il piano ho chiamato Michele in quanto amico di lunga data. Per tre volte mi ha detto che non era interessato alle nostre sospensioni, poi per sfinimento ha accettato di fare un test più per farmi un favore che per convinzione del prodotto Öhlins. Invece fin dal primo test le cose sono andate bene e se ne sono ripetuti altri, alla fine si è preso una settimana di tempo e ha deciso di affidarsi ai nostri prodotti e alla nostra assistenza, pagando come fanno indistintamente tutti gli altri team».
Com’è strutturato l’Andreanigroup sui campi dei GP?
«Noi abbiamo la responsabilità tecnica e logistica, mentre la tecnologia è quella del reparto corse Öhlins. In maggio sarà pronto il mezzo completamente nuovo che stiamo allestendo in Belgio accessoriato con il banco prova e le macchine necessarie per l'assistenza e lo sviluppo in pista. Tra queste una macchina speciale che abbiamo progettato noi e che permette di fare lo spurgo all’ammortizzatore in quattro minuti con la certezza che all'interno non c’è rimasto neanche un minimo di aria. La struttura sarà inizialmente gestito dai nostri responsabili tecnici Pietro "Pedro" Palladino ed Eros Taboni, ai quali si potranno aggiungere nuove figure in funzione della crescita del lavoro, affiancati da due ingegneri svedesi con funzione di controllo».
Se nella MotoGP tutti i team adottano i prodotti Öhlins dietro ci deve essere una tecnologia avanzatissima.
«Si, perché Öhlins continua ad investire tantissimo. Soltanto nel reparto MotoGP e Superbike lavorano diciotto ingegneri. D'altronde la Öhlins detiene quasi tutti i brevetti di sospensioni che ci sono al mondo. Il brevetto PDS della KTM per esempio è della Öhlins, e la White Power paga una royalty, compreso per il modello più evoluto montato sulle moto ufficiali. E sono brevetti Öhlins anche le valvole che Mercedes e Volvo nelle autovetture di altissimo livello. Purtroppo la Öhlins è stata penalizzata dalla messa al bando dell'elettronica applicata alle sospensioni, dove lavorava già da una decina d'anni. Peccato perché era già pronta ad uscire con sistemi sofisticatissimi anche per la produzione in serie, oltretutto con costi molto contenuti perché prodotti già per il settore automobilistico».
Quali obiettivi vi siete posti con questo rientro nel motocross?
«Per tutti noi è una sfida, dobbiamo ritornare ai livelli di una volta e non è impresa facile. Sappiamo di avere gli occhi puntati addosso, ma avevamo preso tante responsabilità anche quando abbiamo iniziato con la Superbike, ci siamo rimboccati le maniche, a volte abbiamo sofferto, ma siamo sempre arrivati ad avere delle soddisfazioni e a meritarci la posizione che avevamo, per cui ora vogliamo provare con il motocross per arrivare ad avere in tre anni la metà dei piloti partenti ai GP con sospensioni Öhlins».
Le caratteristiche principali dell'ammortizzatore Öhlins rispetto alla concorrenza?
«Il brevetto con tecnologia TTX, che vede l’olio attraversare il corpo principale composto da due pareti non avanti e indietro ma passando in mezzo a queste intercapedini. E' un progetto del tutto innovativo nato tre anni fa, completamente diverso delle altre attuali tecnologie che ne hanno una quindicina e che ormai sono state strasfruttate. Gli ingegneri Öhlins hanno lavorato molto sul problema della differenza di pressione che si crea tra la parte superiore e inferiore dell’ammortizzatore, e con questo sistema si è arrivati ad avere esattamente gli stessi valori di pressione all’interno della sospensione in qualsiasi condizione di lavoro. Con tutta la serie di vantaggi che si hanno sia su asfalto che nel motocross».
La forcella, invece?
«E' studiata con il medesimo principio, ma se in questo caso vengono vendute solo le cartucce per non dover acquistare una forcella completa che avrebbe un costo notevole. Visto che quelle originali non sono così male, controllando le tolleranze e facendo un piccolo lavoro di messa a punto vengono inserite queste cartucce dotate della tecnologia TTX usate anche nelle forcelle da MotoGP e da Superbike».
La prima uscita è stata allo Starcross, dove avete aggiustato il tiro, poi negli Internazionali di Montevarchi le due vittorie di Paulin e Philippaerts: niente male come inizio.
«Per ora le cose sono andate meglio del previsto, ma non per questo abbassiamo la guardia e continueremo i test su tutti i tipi di terreno. E' questa la strada che ci permetterà di raggiungere quello che ci siamo prefissati».
Andreanigroup non è però solo Öhlins.
«Siamo una struttura composta da ventuno tecnici, oltre a quelli che seguono le gare. Noi abbiamo sposato la sospensione in generale, perché rappresentiamo oltre a Öhlins anche i prodotti, Marzocchi, Kayaba ed Eibach. Ciò vuol dire che chi lavora con le sospensioni collaborando con noi riceve informazioni tecniche approfondite, può fare corsi di aggiornamento e ricevere tutti i tipi di ricambi e tutti i tipi di attrezzature. Inoltre ci siamo creati anche una struttura commerciale per la distribuzione di marchi leader come Marchesini, catene Regina, Termignoni perché quando troviamo delle realtà forti che come noi vogliono crescere ed investire per puntare ad alti livelli cerchiamo di creare una sinergia. L’importante è che chi collabora con noi abbia la stessa logica nostra, non dev’essere una filosofia legata al guadagno ma nel voler costruire qualcosa che funzioni per vivere delle soddisfazioni. Anche perché quando tutto funziona nel modo giusto si ha un riscontro positivo anche a livello economico. E' una strada diversa per arrivare ad ottenere dei buoni risultati, più difficile e costosa perché bisogna investire tanto e dedicare tanto tempo, ma ma anche più solida per guadagnare una posizione di prestigio».
Il servizio al cliente è il punto di forza dell’Andreanigroup
«Fin dall'inizio abbiamo puntato molto sul servizio pre e post vendita. Tutte le sospensioni che vendiamo prima di uscire dalla nostra azienda vengono controllati e personalizzati con una taratura realizzata in funzione del peso del pilota, del tipo di moto e ad una serie di altre informazioni. Abbiamo dei reparti con numeri diretti a disposizione di chi ha problemi. Per far questo ci vuole una flessibilità, ci vogliono ragazzi che vivono questo lavoro con una grandissima passione, e un’organizzazione diversa dalla classica struttura commerciale dove tutto funziona secondo degli schemi e dei parametri. Se si vuole durare nel tempo e crescere in un mondo difficile come quello delle gare, devi dare un servizio veloce e professionale, non c'è altra soluzione».