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L’ha visto, ne ha sentito il profumo, l’ha quasi toccato per una decina di secondi, ma poi Marco Simoncelli ha dovuto arrendersi all’evidenza. Eppure, per un attimo, l’impresa di conquistare il titolo mondiale sembrava alla sua portata, perché all’inizio del decimo giro, con SuperSic al comando, Hiroshi Aoyama è finito largo alla prima curva e per una decina di secondi ha viaggiato pericolosamente sulla sabbia. Con bravura e con fortuna è riuscito a controllare la sua Honda, rientrando in pista in undicesima posizione, il minimo risultato per conquistare matematicamente il mondiale.
Aoyama regala alla Honda un successo che non merita, perché la Casa giapponese non sviluppa la sua moto da anni e ha contribuito ad affossare la più bella e affascinante categoria del motomondiale
A quel punto, il nervosissimo giapponese si è calmato, consapevole che aveva già giocato un jolly pazzesco, mentre in testa alla corsa, Simoncelli ha giustamente continuato a spingere, per portare a casa quantomeno l’ultima, storica vittoria in 250. Ma al 21esimo giro, Marco ha commesso un errore ed è finito per terra, togliendo così ogni patema d’animo ad Aoyama e al team Scot.
“E’ iniziata e finita male – racconta Marco – questa stagione, ma nel mezzo ci siamo divertiti. C’era un vento fortissimo, in uscita dalla prima curva sono finito nella terra e quando sono andato a frenare nella curva successiva, si è inaspettatamente chiuso lo sterzo, probabilmente perché la gomma era sporca. Dovevo provare a vincere e ce l’ho messa tutta: dispiace, ma capita”.
Così con il settimo posto, Aoyama conquista l’ultimo mondiale della 250, regalando alla Honda un successo che non merita, perché la Casa giapponese non sviluppa la sua moto da anni e ha contribuito ad affossare la più bella e affascinante categoria del motomondiale.
A vincere il GP è stato Hector Barbera, che ha così anche ottenuto il secondo posto nel mondiale, con un ottimo Raffaele De Rosa terzo.
Giovanni Zamagni