Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Nell’home page del sito ufficiale di Honda HRC campeggia su fondo nero, quasi completamente in ombra secondo il classico effetto “vedo, non vedo”, la sagoma bianca di una moto da corsa. Al centro svettano in verticale le parole Next Racing Standard, con sotto uno svolazzo grafico e la cifra 250. In questo modo, Honda vuol pian piano introdurre la categoria che nel 2013 (come da regolamento FIM) dovrebbe sostituire le mitiche, velocissime 125 GP monocilindriche a due tempi sulla breccia da quasi un quarto di secolo (il cui sviluppo è già stato bloccato).
La nuova Hondina da corsa si chiamerà dunque NRS 250, e sarà equipaggiata con un motore monocilindrico ma con alcuni “paletti” tecnici da rispettare: per esempio, il valore massimo consentito per l’alesaggio sarebbe di 81 mm, il che di conseguenza comporterebbe un valore di corsa del pistone non superiore ai 48,5 mm.
Com’è noto, sia Honda che tutti gli altri costruttori che producano anche moto da cross dispongono già di motori del genere, e anche con potenze già vicine a quelle dei 125 racing a 2 tempi: circa 45 cv, per quanto riguarda il mono CRF 250 di Honda, il cui alesaggio è di 76,8 mm. In effetti, è proprio la Honda (ma va?) che preme per questo ulteriore cambiamento epocale, che segue di poco quello della Moto 2 e che vedrebbe il ritorno nei GP dei motori a 4 tempi monocilindrici di questa cilindrata dopo una quarantina d’anni, ovvero dai tempi delle ultime Ducati e Aermacchi Ala D’Oro.
Nella politica di riduzione dei costi, visto che di denaro ne circola sempre meno, a maggior ragione nelle categorie minori, è verosimile che questi motori debbano durare perlomeno per tre gare, e che non dovrebbero costare più di 10.000 euro, anche se tutto è ancora da confermare. Inoltre, ogni costruttore dovrebbe garantire la fornitura di motori ad almeno 15 piloti, se necessario.
La nuova categoria, d’altronde, sembrerebbe interessare parecchio vari costruttori, compresa la stessa KTM, che in questo caso sarebbe disposta a rientrare nei GP recentemente abbandonati. Non solo, secondo i colleghi di Visordown, la stessa Ducati sembra stia lavorando su un motore di questo genere, però con distribuzione rigorosamente desmodromica. Del resto, non basta dividere per 4 un Desmosedici 1000?
Resta da dire che secondo noi la preannunciata nuova categoria – che dunque ci auspichiamo vivamente non legata alla filosofia del motore unico, dal quale la stessa Moto 2 pare dovrebbe distaccarsi magari anch’essa - potrebbe essere affollatissima, se Honda, Yamaha, Kawasaki, Suzuki, KTM, la stessa Ducati, fossero della partita. E se poi arrivassero anche Husqvarna, e perché no, TM?