Bordone-Ferrari, sequestrate le moto. Renato Ferrari: “Il team non si ferma”

Bordone-Ferrari, sequestrate le moto. Renato Ferrari: “Il team non si ferma”
Renato Ferrari replica a Moto.it sullo stato di crisi del team. I creditori hanno messo sotto sequestro i beni, ma la squadra si sta impegnando a pagare i debiti per far ripartire l’attività sportiva
6 novembre 2012

Punti chiave

Bordone-Ferrari: sotto sequestro le moto e i mezzi del team


Questi i fatti. Al rientro dal Marocco, a fine ottobre, l’ufficiale giudiziario ha posto sotto sequestro il materiale del Team Bordone-Ferrari ospitato nei capannoni milanesi di Viale Forlanini.
Il sequestro posto in essere dagli agenti è stato richiesto dai creditori del team, che avrebbe contratto debiti per diverse decine di migliaia di euro con alcuni fornitori. In particolare verso la Casa di Pesaro TM, che ha fornito i motori e da cui sarebbe partita la richiesta di pignoramento.
L’iter giudiziario prevede che i beni vengano ceduti all’asta per soddisfare la richiesta dei creditori. In questo modo cesserebbe l’attività sportiva della squadra, sia nell’enduro che nei rally. Proprio per far cadere questa drammatica ipotesi, ci sono trattative in corso per arrivare a una soluzione extra-giudiziale che porti al dissequestro delle moto e dei mezzi per consentire a Bordone- Ferrari di riprendere a correre.

Renato Ferrari: “Abbiamo commesso degli errori per eccesso di entusiasmo, ma la nostra attività non si ferma”


Abbiamo contattato al telefono Renato Ferrari, team manager e proprietario della squadra milanese, per sapere direttamente da lui qual è la situazione partrimoniale del team e quali ripercussioni ci saranno sull’attività sportiva.

Renato Ferrari, come è nata questa situazione?
«Andiamo per sommi capi. La nostra squadra esiste da un anno, un anno soltanto in cui abbiamo fatto tantissime cose con una passione immensa. Abbiamo detto “sì” a numerosi progetti con il cuore. In questo modo però abbiamo superato il budget iniziale. Abbiamo commesso errori di gioventù, che però non ci fanno venire meno dagli impegni assunti con i fornitori. Ci è servito tempo per rifinanziarci. Non c’è alcun impedimento nei pagamenti, piuttosto dei problemi tecnici nell’adempiere agli stessi nei tempi dovuti».
Renato Ferrari
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Come si è arrivati al sequestro?
«La cosa è partita dalla TM (che fornisce i motori da rally al Bordone-Ferrari. Ndr), che a nostra insaputa ha fatto in via cautelativa un decreto ingiuntivo che ha bloccato le nostre moto. Avevamo concordato due tranche di pagamenti e non c’era alcuna intenzione da parte nostra di eludere gli impegni assunti. Nei prossimi giorni salderemo il debito con la TM».

Siete esposti con KTM Farioli, come qualcuno ha sostenuto?

«Con Farioli  e la KTM abbiamo degli ottimi rapporti commerciali da tempo e non c’è alcuna esposizione finanziaria».

Di questa situazione hanno sofferto i piloti e i meccanici del team?

«I nostri piloti e meccanici sono stati tutti pagati. La scorsa settimana abbiamo ordinato alla banca 72 bonifici. I ritardi che ci sono stati sono imputabili ai tempi tecnici legati al rifinanziamento del team. Come ho detto più volte, abbiamo le spalle larghe e non soffriamo di problemi finanziari».

Ci parli dell’attività sportiva. Ne risentirà l’impegno nei rally? La Dakar è vicina.

«Saremo al via della Dakar con tre piloti molto forti: Viladoms, Botturi e Lopez. Paolo Ceci non sarà al via perché preferiamo, in accordo col pilota, che porti i colori del team nell’Africa Race, la corsa che si svolge in Africa».

Con che moto correrete la Dakar? Con la vostra motorizzata TM o con le KTM Rally?

«Correremo ancora con la KTM Rally. Sono un sognatore entusiasta e avrei voluto partecipare con la nostra moto, ma ho dato ascolto ai consigli dei piloti e dei meccanici. Mi hanno convinto a proseguire con le KTM, in attesa che la nostra moto svolga ulteriori collaudi il prossimo anno. E’ una saggia decisione, anche in considerazione dei costi che comporta correre alla Dakar con una squadra come la nostra. Ci vogliono circa 500/600.000 euro e non si possono correre rischi di natura meccanica».

La Bordone Ferrari Mi1 motorizzata TM
La Bordone Ferrari Mi1 motorizzata TM


Proseguirete a correre anche nell’enduro?

«Certo, a breve presenteremo il nostro nuovo team. Sono confermati Manzi e D’ambrosio, a loro si affiancheranno due giovani italiani perché è nostra intenzione creare un bel vivaio di talenti in Italia. Correremo con le KTM 125, ma anche con moto di altre marche. Visto che le moto le compriamo, vogliamo usare il meglio».

Dopo il primo anno senza aiuti esterni, nel 2013 avrete anche finanziatori in appoggio al team?

«Faremo ancora affidamento alle risorse interne. Però vi anticipo che abbiamo raggiunto un bellissimo accordo con Leika. Avremo il loro logo sulle moto della Dakar e realizzeremo nel mese di novembre una mostra fotografica sull’Africa insieme a questo prestigioso marchio».