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È ripartita la scorsa domenica da Giaveno (TO) la quarantunesima edizione del massimo Campionato Italiano di Trial. Abbastanza numerosa la partecipazione dei piloti (107) al via di questo primo importante appuntamento nazionale, fortunatamente gratificati da un clima mite quasi estivo, che ha mancato però nella presenza del pubblico, stranamente scarso rispetto al recente passato.
Location già nota ai più, grazie al lavoro dell’omonimo Moto Club locale - che nel passato (2005-2006 e 2011) aveva ottimamente organizzato delle manifestazioni di Campionato Italiano sul medesimo percorso utilizzato in questa edizione 2017 -, buoni quindi i presupposti, che si sono però scontrati con una realtà molto al di sotto delle aspettative.
Scarso contenuto tecnico con tutte le dieci sezioni disegnate in modo molto sbrigativo e con poche banali difficoltà per tutte le categorie in gara
Già nella visita alle zone del sabato, infatti, il percorso di gara metteva in luce il suo scarso contenuto tecnico, con tutte le dieci sezioni disegnate in modo molto sbrigativo sul lungo fiume in uno spazio ristretto e con poche, banali difficoltà per tutte le categorie in gara. Ne è sortita una competizione mediocre che ha trovato scontenti la maggior parte dei piloti, indispettiti oltremodo dalle onnipresenti code in ogni ingresso di zona: un vero peccato, poiché il confronto correva impietoso alle edizioni precedenti, dove questa gara era stata universalmente riconosciuta come un “piccolo mondiale”.
Ma veniamo alla cronaca di questa gara che ha visto l’ennesima affermazione del Campione in carica Matteo Grattarola, che non si lascia sfuggire la 22esima vittoria consecutiva con uno score impressionante di 5-2-0, dopo una interessante battaglia con lo spagnolo Francesco Moret, fermo a 16 penalità, di nuovo protagonista nel nostro campionato grazie al neonato Team Sembenini, che da quest’anno curerà le Montesa per conto dell’importatore brianzolo Red Moto. Terzo con 21 penalità e qualche rimpianto il giovanissimo astro emergente Luca Petrella, pilota ufficiale TRS, che paga qualche errore di troppo su un percorso che non lasciava spazio ad eventuali recuperi: buona comunque la sua prestazione in proiezione mondiale, dove sarà schierato nel Campionato 250. Seguono in classifica: al quarto posto il pilota di casa Tournour su Gas Gas, che guida bene totalizzando 26 penalità; quinto un sempreverde Saleri su Beta che, seppur peggiorando leggermente i suoi parziali, riesce a mettersi davanti all’altro beniamino di casa, il neo pilota Scorpa Daniele Maurino: ancora in pieno recupero dall’infortunio patito alla caviglia, il pinerolese stringe i denti e con 41 penalità si mette dietro un deludente Filippo Locca, dal quale, dopo la sua promozione a pilota ufficiale Beta, ci saremmo aspettati essere più in alto. Chiudono la classifica, a poca distanza l’uno dall’altro, Fioletti su Beta e l’esordiente Petrangeli su Sherco, che si comporta bene nella sua prima gara da TR1; male invece Iolitta e Cabrini, apparsi poco a loro agio sul facile ed "indooristico" percorso piemontese.
Da segnalare, nelle altre numerose categorie partecipanti a questo campionato, le vittorie dell’esperto Stefano Garnero, su Beta Rabino, nella TR2, Mirko Spreafico su Gas Gas nella TR3, Carlo Alberto Rabino su Beta nella TR3 125, Sara Trentini su Beta nella Femminile, Marco Andreoli su Montesa nella TR3 over 35 e Giorgio Donaggio, su Beta, nella TR4.
Sicuramente una falsa partenza per quella che dovrebbe essere la massima espressione del Trial nazionale a tutti i livelli: i piloti hanno dimostrato di poter apprezzare questo campionato, a patto che si agisca in fretta per evitare i problemi riscontrati in questa gara, ovvero le code presenti ad ogni zona e le difficoltà proposte che devono tornare ad essere di un livello adeguato. Ci aspettiamo quindi un cambio di passo già dalla prossima gara, in programma a Tolmezzo il prossimo 7 maggio.
Point of view di Andrea Buschi
Dopo una parentesi di dieci anni, libero da ogni impegno federale, ho deciso di rientrare quest’anno nelle vesti di pilota al Campionato Italiano Trial nella categoria TR3 over 35, con lo stesso entusiasmo degli esordi.
Avevo già assaggiato positivamente il piacere del rientro partecipando alle due ultime prove di campionato 2016, trovando la motivazione per un rinnovato impegno agonistico in questa stagione. Due belle gare, ottimamente organizzate e con tutte le caratteristiche utili a motivare gli eterogenei livelli di categoria presenti in gara.
Certo l’esordio in Campionato Regionale Lombardo non era stato dei più entusiasmanti, con due gare passate pedissequamente in coda a causa dell’elevato numero di partecipanti (un bene, in linea di massima) mal gestiti dall’attuale regolamento, che prevede solo 8 sezioni per tre giri, e da quell’insensata possibilità di incrociare le traiettorie in zona che rendono incomprensibile al pubblico ciò che si sta facendo.
Devo ammettere che, pur seguendo in questi anni in qualità di DT i giovani piloti azzurri nel campionato italiano, avevo sottovalutato un po' gli aspetti organizzativi generali di questo torneo, per lo più facendomeli andare bene per evitare tensioni e sopratutto per ordini ricevuti dall’alto. Insomma sono arrivato a Giaveno con molte aspettative e qualche dubbio certo, ma di fondo convinto che, visto il successo delle precedenti edizioni 2005/2006 e 2011, anche questa prova mi avrebbe regalato una piacevole giornata di sano agonismo.
Purtroppo invece i presagi del pessimo weekend si materializzavano già il sabato pomeriggio a pochi km dal luogo di partenza, quando incrociavo il mastodontico TIR adibito a palco partenza e segreteria di gara fermo in panne sul bordo della carreggiata…da quel momento è iniziata la via crucis dei numerosi piloti che, come me, erano giunti ad animare questa manifestazione.
Come sempre si faceva notare la totale assenza di cartellonistica ad avvisare i passanti ed i cittadini dell’imminente importante manifestazione, ma questa non è una novità, e va bene così!... A seguire, il time table del sabato proponeva le verifiche amministrative obbligatorie il sabato pomeriggio, così come la visita alle zone sul percorso di gara, poiché la domenica il regolamento impone l’impossibilità di entrare nelle stesse, esattamente il contrario di quello che accade nel mondiale e nelle altre nazioni, ma tant’è…
Inutile ricordare come da anni le verifiche amministrative obblighino i concorrenti ad un'insensata coda di circa un’ora, alla faccia delle innumerevoli possibilità di verifica digitale che la modernità ci metterebbe a disposizione; ma, volendo essere ironici, questo potrebbe essere visto come un allenamento utile a metabolizzare quello che poi accadrà in gara.
Ma veniamo alla giornata di gara. Partito alle nove il primo dei 36 concorrenti della categoria TR4, seguito dalla categoria femminile con 7 atlete, arriva il mio turno: categoria TR3 over, siamo in 15, si parte a distanza di un minuto uno dall’altro, siamo tutti abbondantemente sopra la quarantina, ma decisamente molto agguerriti; seguiranno poi i TR3 in 22 e i TR2 in 10, così come la massima categoria TR1.
Le valutazioni negative sul percorso di gara, emerse il sabato, si palesano già al primo giro con zone facili, banali, senza difficoltà significative, dove un piccolo errore può costare la gara senza avere possibilità di recupero, ma nel Trial accade anche questo. Il mio primo giro corre via veloce senza code, ma con un pesante fardello di 8 penalità che mi estromettono già dalla lotta per il podio; ma non è questo a preoccuparmi, quanto il fatto che non mi sono minimamente divertito!
Il secondo giro parte con la sorpresa di incrociare i piloti TR1 ancora fermi alla prima zona: questo, in soldoni, significherà trovarseli davanti in tutte le dieci zone, con relativo ingorgo causato da quella “geniale” scelta di creare due entrate distinte, ovvero una per TR1 e TR2, e l’altra per tutto il resto della truppa! La gara, per me come per tutti gli altri colleghi delle categorie “minori” (ovvero 3/4 del palco partenti), diventa quindi una estenuante coda zona dopo zona che ci accompagnerà anche per il terzo giro. Inutile elencare il nervosismo e la frustrazione dei presenti, rassegnati a vedersi passare davanti nella entrata riservata ai piloti TR1 e TR2 che, pur pagando la stessa nostra iscrizione, hanno evidentemente ben altri diritti sanciti da una regola assurda che crea diseguaglianza e malumore. Nonostante l’evidente incazzatura, peraltro espressa garbatamente al cambio cartellino, dove intelligentemente mi hanno risposto che le code c’erano anche gli anni scorsi, ho avuto conferma una volta di più come l’attuale sistema sia troppo autoreferenziale e scollegato dalla realtà: troppe sono le incongruenze e la presunzione, e poca la considerazione per quello che è il centro di gravità della competizione. Ovvero il pilota.
Piloti che, da me intervistati a fine gara, lamentavano tutti quanto sopra descritto, in particolare poi la massima categoria, che si è confrontata su un percorso che era l’ombra di quelli proposti in passato. Non si può non ricordare come i vincitori delle passate edizioni avessero girato sopra le 60 penalità, mentre domenica il primo ha girato a 7 penalità ed il penultimo ne totalizzava 60...non mi pare proprio la giusta via per crescere i nostri giovani.
La mia personale conclusione, peraltro condivisa dai più, è che ci sia bisogno di un cambio di marcia deciso verso una sistema che torni a valorizzare il vero protagonista della competizione, e che attorno ad esso si cominci a ragionare