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Dal Forum di Moto.it
Con il nuovo anno i Focus di Moto.it daranno uno spazio via via crescente alla guida sportiva in circuito, una disciplina che non ci stancheremo mai di promuovere al fine di godere appieno, e con la massima sicurezza, delle moderne moto sportive.
Inauguriamo con il circuito Riccardo Paletti di Varano de Melegari gli speciali dedicati alle piste italiane.
Gli approfondimenti sono il frutto dell'esperienza diretta dei motociclisti che frequentano la sezione "Sport, Piste" del Forum di Moto.it.
Utenti capaci, in moto come alla tastiera del pc, che intendono così condividere un bagaglio di conoscenze prezioso con chi desidera cimentarsi su nuovi circuiti.
Ecco di seguito il preciso report di Giorgio Palomba.
Il Riccardo Paletti di Varano de Melegari
Ed eccoci arrivati al circuito Riccardo Paletti di Varano de Melegari che sorge nel Parmense in uno scenario fantastico, circondato da colline verdeggianti ed immerso in una natura splendida, nella quale si fonde in una perfetta immagine da cartolina.
Non ho difficoltà a definire questa pista come una delle più divertenti ed entusiasmanti per moto di media cilindrata. Provata infatti con una R1 la sensazione è quella di essere sempre e costantemente impiccati, ma percorso su una 600 vi assicuro che è un circuito veramente bello! Impegnativo, stancante e da fiato tirato, difficile trovare un ritmo costante ed abbassare i tempi, dato l'alto numero di variabili in gioco. La particolarità di alcune delle sue curve, Ferro di Cavallo, Parabolica e ICKX, fanno si che il minimo errore si paghi a suon di decimi e secondi persi!
Occhio al muretto e prudenza. Sempre
Anche qui, e mi spiace ma lo ricorderò in ogni recensione che avrò la fortuna di scrivere, la prudenza non è mai troppa. Ogni punto della pista è ottimo per sorpassare ma il circuito non raggiunge mai larghezze eclatanti (max 11,5 m) e bisogna comprendere bene le traiettorie per evitare di mettere in difficoltà altri piloti e noi stessi. Le vie di fuga concedono un ampio margine di errore, tuttavia la conformazione del territorio (la pista sorge in una zona collinosa) non permette di andare a fare gite rilassanti per le praterie.
Inoltre un insidioso muretto in ingresso di rettilineo, a due soli metri dal cordolo esterno, ci si punta davanti in uscita di curva dove si spalanca la terza e non è raro, salendo sul cordolo, vederselo sfilare a pochi centimetri dal gomito destro. Vediamo la pista nel dettaglio.
La parabolica
L'uscita dai box ci da il benvenuto nel circuito direttamente sulla NUOVA VARIANTE, quindi dopo il solito sguardo indietro per vedere se qualcuno in staccata ci sta entrando dentro, via in un sinistra/destra molto veloce. Arrivando dal rettilineo, sul quale (sempre con la mia RR 600) si tira la quinta, e, con i rapporti cortissimi, nemmeno tutta (forse 250 e sicuramente 125 mettono la sesta) la variante si affronta in seconda, veloce e rapida in uscita. Nel breve tratto di rettilineo scarichiamo la seconda fino al limitatore pelando il gas per prepararci ad affrontare, sempre in seconda marcia, un'autentica opera di ingegneria: LA PARABOLICA.
Verso sinistra, inizialmente non ci si rende conto della pendenza, fino a quando, nell'accorgerci di non aver preso la corda, chiudiamo il gas e precipitiamo verso il cordolo interno. E' quindi importante entrare prendendo le dovute misure per garantirci una perfetta percorrenza evitando brusche correzioni (eventualmente col posteriore...) per poi spalancare in uscita sentendo il sedere che balla sotto i colpi di tutta la cavalleria!
Le due esse
Via terza e quarta sul dritto per poi staccare violentemente e tornare in seconda nell'affrontare la PRIMA delle due "ESSE", sinistra/destra, veloce e stretta come la precedente Variante, ancora una volta perdiamo leggermente il posteriore in uscita spalancando la seconda che i rapporti corti rendono ancora più decisa; nuovamente il tratto di rettilineo ci impone di salire in terza marcia che apriamo in parte prima di entrare nella SECONDA ESSE; la staccata è meno violenta perché il destra/sinistra questa volta è più aperto, il cambio è meno rapido e ci permette di tenere la marcia. Occhio quindi alla staccata, qui non conviene essere violenti, meglio sfruttare interamente lo spazio sui cordoli per ridurre al minimo i nostri cambi di direzione; una brusca frenata potrebbe infatti costringerci a dover scendere in seconda marcia, cosa che ci lascerebbe impiccati in uscita di traiettoria portandoci ad un ulteriore ed inutile cambio di marcia, rendendo meno fluida la nostra manovra.
La chicane Ickx
Ancora un dritto, più lungo questa volta e con una leggera curva verso destra prima della quale possiamo finalmente far respirare la nostra terza ed inserire la quarta. Ma la boccata per i nostri cilindri è breve: violenta staccata, terza - seconda, il fiato tirato ed eccoci in ingresso di un altro dei punti in cui si fa il tempo: la CHICANE ICKX.
E' un violento e velocissimo sinistra /destra/ sinistra modificato molti anni fa in sostituzione di un'unica variante verso sinistra che in realtà regalava ben poche emozioni. La curva imporrebbe, ed uso il condizionale, una decisa e sensibile chiusura del gas durante la percorrenza; in realtà, una volta giunti alla fine della staccata in seconda, la traiettoria usuale (sembra folle) prevede dopo il primo "sinistra" chiuso sul cordolo interno, di saltare letteralmente fuori dal cordolo esterno lasciandosi alla propria sinistra il "destra" (siamo quindi fuori dal circuito...) per poi rientrare in pista e chiudere sul cordolo interno dell'ultimo "sinistra". In pratica del sinistra/ destra/sinistra rimane un'unica curva verso sinistra da raccordare in seconda piena facendo un po' di motocross tra i cordoli. La splendida manovra di cui sopra è da qualche anno resa possibile da un forte livellamento dei cordoli "di salto" e da una pavimentazione in cemento della parte di "fuoripista". In gara quanto sopra è concesso e non è penalizzato, il che consente, oltre ad una riduzione dei tempi e relativa migliore impostazione della curva che segue, una concreta linearità nella conduzione della traiettoria.
Il ferro di cavallo
Quando percorsi la prima volta il circuito, nel 2002, ci misi un po' per convincermi che andava fatto così, anche perché il percorso era molto meno agibile, bisogna quindi buttarsi dentro tirando la seconda per poi prepararsi a pelare in ingresso del famigerato FERRO DI CAVALLO.
In realtà la curva è una parabolica a raggio variabile che tende a stringere, da percorrere scartavetrando il cordolo interno pronti in uscita, dopo una leggera apertura in seconda marcia, al repentino cambio di direzione che immette nel TORNANTINO.
Il tornantino
E' una curva stretta, importante, ed è necessario anche qui tenersi stretti al cordolo, col polso caldo pronti a lasciarlo, ad aprire e scaricare la terza sulla leggera curva che immette sul rettilineo, cercando di ridurre al minimo il raggio in modo da non rischiare di perdere il posteriore in uscita mentre spalanchiamo la terza e per tenerci il più lontani possibile dal muretto che costeggia l'inizio del rettilineo e sul quale più di un pilota ha lasciato la firma.
Il rettilineo
Terza, quarta e quinta ci lanciano sul breve rettilineo al fondo del quale stacchiamo violenti stringendo sul cordolo interno della variante. E la giostra ricomincia il giro.
Il circuito è emozionante, tirato e come detto impegnativo. Col passare dei giri la fluidità e la linearità nelle conduzioni di curva vengono da sé, il tutto è messo a dura prova dalle continue esse e dai frequenti cambi di direzione.
Sui Monster S4R che la Ducati mise a disposizione del pubblico per la prova ufficiale, il godimento a cavallo delle piccole rosse è stato fantastico, seppur frenato da una certa prudenza imposta dall'occasione.
Insomma, sempre e comunque con il dovuto rispetto nei confronti dell'asfalto, qua dentro è vietato distrarsi!
Giorgio Palomba
Il parere del tester di Moto.it
A Varano ci si può divertire con qualsiasi mezzo a due ruote, dal meno performante a quello più specialistico. E' anche vero che i cambi di direzione delle due "Esse", della Ickx e del tornantino oltre alla limitata larghezza della carreggiata fanno prediligere le moto dotate di manubri larghi e posizioni di guida meno appollaiate (inoltre ne guadagna anche l'affaticamento fisico). La pista si adatta quindi, a quelle che sono le caratteristiche delle naked moderne.
Un appunto da tenere ben presente. La morfologia del terreno è quella che è, e di miracoli non se ne possono fare, quindi alcuni punti della pista sono da affrontare con un occhio di riguardo. Oltre al muretto del box all'uscita del tornantino, non si devono sottovalutare anche le curve "Ickx" e "Ferro di Cavallo". Spazi di fuga limitati e barriere di contenimento sono da tenere ben a mente. Quando si gira in pista si deve tenere conto di eventuali errori propri, o di altri, ma anche di possibili inconvenienti meccanici. Un problema all'impianto frenante, oppure una qualsivoglia rottura meccanica, si devono sempre tenere in considerazione.
Francesco Paolillo
Specifiche tecniche
lunghezza circuito: 2375 metri
larghezza massima :11,50 metri
larghezza minima: 10 metri
lunghezza rettilineo: 440 metri
numero curve: 14 (5 dx - 9 sx)
senso di marcia: antiorario