I numeri sulle moto erano quelli usuali: il 46 per Valentino Rossi, il 34 per Kevin Schwantz, il 4 per Andrea Dovizioso, il 33 per Marco Melandri, il 58 per Marco Simoncelli, il 60 per Julian Simon e così via.
Ma moto e abbigliamento erano completamente differenti, perché invece di sfidarsi in pista, i campioni della velocità si sono affrontati tra i salti doppi e le curve in derapata del campo da motocross di Cavallara (in provincia di Pesaro-Urbino). Una manifestazione voluta e organizzata da Valentino Rossi, con l’incasso devoluto all’AIL, l’Associazione Italiana Leucemia sezione di Pesaro, in una giornata che verrà ricordata da molti.
Prove libere infuocate
Sì, perché
a Cavallara si sono divertiti tutti, piloti e appassionati, quasi increduli di poter vedere così da vicino i loro beniamini e, soprattutto, di seguirli
in un ambiente così differente da quello di un autodromo. E anche se in palio non c’era nulla, tutti si sono impegnati allo spasimo, perché tutti questi campioni, quando sono in sella a una moto,
pensano soltanto a dare gas. Così, durante le prove ufficiali, svoltesi la mattina dalla 10 alle 12, era normale vedere i piloti attorno all’unico monitor sistemato a bordo pista per leggere i tempi sul giro. Una meraviglia, una conferma della passione che anima questi campioni, indipendentemente dalla fama, dall’età, dai successi.
Su una pista lunga 1.600 metri da circa 52 km/h di media,
i protagonisti si sono sfidati in sella a moto di diversa cilindrata, perché ciascuno poteva scegliere quello che voleva. Così,
Rossi era alla guida della
Yamaha YZ-F 450 2010, quella con il cilindro ruotato di 180°,
Marco Melandri e Andrea Dovizioso hanno optato per una
Honda CR-F 250,
Marco Simoncelli e Julian Simon avevano disposizione
l’Aprilia bicilindrica MXV 450 ufficiale,
Kevin Schwantz aveva naturalmente una
Suzuki RM-Z 450.
Simon fa valere il suo passato da campione di motocross
Anche se nelle qualifiche
il più veloce è stato Melandri, si è visto subito che
il più forte era Julian Simon. Del resto, il neo iridato della 125
ha un passato da pilota di motocross, tanto da aver vinto un campionato spagnolo.
Così nelle prime due manche (da sette e sei giri rispettivamente),
Julian ha dominato, tanto che nessuno è riuscito a stargli davanti nemmeno per un metro, con Simon che ha tagliato il traguardo solitario. Poi, però,
è dovuto correre a Bologna a prendere un aereo e ha così lasciato
campo libero agli avversari. Senza Julian, il successo finale, con assegnazione del punteggio nelle tre manche come in una gara del motomondiale,
se lo sono giocati Andrea Dovizioso e Marco Melandri, i due soli piloti in grado di tenere in qualche modo il passo dello spagnolo. Ma dopo aver conquistato un secondo e un terzo posto a testa, nella manche conclusiva
un contatto alla seconda curva tra Melandri e Rossi ha spianato la strada ad Andrea, che ha vinto in scioltezza la gara conclusiva, ridotta a cinque giri, diventando così anche il “Campione dei Campioni”.
“
L’emozione che si prova al cancelletto di partenza di una gara di Motocross –
ha detto Andrea –
è qualcosa di unico, che nemmeno la MotoGP ti dà. E’ stata una bellissima manifestazione, perché ormai, tra noi piloti, c’è pochissimo rapporto in pista ed è bello ritrovarsi in una situazione simile per beneficenza e per divertirsi. Grazie a Valentino per aver organizzato questa sfida”.
Più arrabbiato Melandri, che dopo il contatto con Rossi ha chiuso al terzo posto la manche finale.
“
Mi ha buttato per terra –
ha tuonato Marco, facendo ben capire il livello di agonismo –
e così non ho potuto giocarmi la vittoria con Dovi”.
Da parte sua,
Valentino ha stupito ancora una volta per la voglia, la determinazione, la grinta messa in mostra anche in un ambiente fino a qualche anno fa ostico per lui.
Rossi è andato in crescendo: sesto nella prima manche (dopo una caduta), quarto nella seconda e secondo nella terza, migliorandosi in continuazione.
“
Voglio ringraziare tutta la gente che è venuta così numerosa –
sono le parole del nove volte iridato -:
è stata una giornata magnifica, con un’atmosfera fantastica: un’esperienza da ripetere l’anno prossimo”.
Si replica il 22 novembre a Franciacorta per aiutare Luca Pellegrini
Tra gli altri protagonisti
si è distinto Alex Gramigni, che con una
Yamaha YZ-F 250 è sempre partito male, ma ha dato spettacolo con tre belle rimonte, chiuse con due quarti e un quinto posto, mentre
Marco Simoncelli ha fatto sesto come miglior risultato. Poca gloria per
Kevin Schwantz, (13esimo, 15esimo e 14esimo), ma il fenomeno della Suzuki è stato, dopo Rossi, il
pilota più acclamato.