Cyril Despres vince la seconda tappa del Rally del Marocco

Cyril Despres vince la seconda tappa del Rally del Marocco
Una lunga Prova Speciale di 313 KM (l’equivalente dell’intera prima tappa), e due corti trasferimenti da e per il “bivacco”. Despres è il più veloce, Botturi, unico italiano in gara, è quindicesimo | P. Batini, Erfoud
17 ottobre 2012


Altro “anello” attorno a Erfoud. Una lunga Prova Speciale di 313 KM (l’equivalente dell’intera prima tappa), e due corti trasferimenti da e per il “bivacco”. In totale sono 360 chilometri per la tappa più lunga, la seconda, dell’Oilibya Rallye du Maroc. È ancora una volta una tappa molto varia, con l’immancabile dose di dune da attraversare, questa volta l’Erg Chebbi quando il sole è già alto, tratti di navigazione in fuoripista e un inizio “brillante” su piste dure e veloci, talvolta insidiose. Lo schema tattico della seconda tappa è imposto dall’arrivo della prima. Tocca a Helder Rodrigues incaricarsi della navigazione e aprire la pista. Marc Coma parte due minuti dopo il Portoghese, Cyril Despres dopo altri due minuti. Il risultato della tappa è scritto nei primi cento chilometri di pista veloce e con pochi cambi di direzione. Despres raggiunge Coma, e Coma Rodrigues. Quando inizia il tratto di dune, insidioso per i passaggi in fuori pista e per la navigazione, i tre Campioni si controllano a vicenda, e procedono affiancati fino al traguardo. L’ordine d’arrivo è, inevitabilmente, l’inverso di quello della tappa precedente: 1° Despres, 2° Coma, 3° Rodrigues. Il podio provvisorio del Rally del Marocco si compatta. Despres passa al comando, Coma resta secondo, Rodrigues scende dal primo al terzo posto, ma tra il primo ed il terzo non c’è neanche un minuto. Quella del “trenino” è una delle strategie “classiche” dei Rally, non certo eccitante ma anche la meno pericolosa. Procedendo insieme i Piloti di testa non sbagliano, ed alzano il ritmo della tappa allungando sul gruppo degli inseguitori, che accusano ritardi più o meno vistosi. Tra questi Joan Barreda, David Casteu e il cileno del Bordone-Ferrari Racing Team Francisco Lopez, giunti nell’ordine.


Al via Joan Barreda cerca la rivincita, ma dopo neanche dieci chilometri incorre in un nuovo errore. È sfortunato, il Pilota Husqvarna, perché per accorgersi che la pista non è quella giusta deve aspettare la nota successiva del road book, qualche chilometro più avanti, e perdere molto tempo. Barreda riparte dalla quindicesima posizione, rompe gli indugi e recupera ad andatura molto elevata per tutta la Speciale, finendo con il quarto tempo a tre minuti dal vincitore. Più regolari, invece, Casteu, costretto al ritiro nella prima tappa, e Lopez che, partito con un motore nuovo, preferisce non forzare e mantenere un ritmo sostenuto, ma in condizioni di completa sicurezza. Scaglionati, ma tutti presenti, i membri del Team HRC Honda. Chiude la fila Johnny Campbell, ma il mito americano deve togliersi la ruggine di dosso, e nella prima tappa è stato penalizzato per aver “saltato” tre waypoint.


Con la seconda tappa del Rally del Marocco si conclude la contestuale Baja che fa parte dello specifico Campionato del Mondo. Vincitore ieri nel giorno del ritiro del suo principale avversario, Casteu, Alex Zanotti corona finalmente un antico sogno, quello di diventare Campione del Mondo. Il sanmarinese, dopo aver vinto la prima delle due tappe, si è imposto di concludere la seconda senza considerare il risultato di giornata, ed al termine della tappa è scoppiato in lacrime per l’emozione.


Conclusa la Baja, il Rally del Marocco si sposta verso la zona di Zagora, con una lunga tappa ed una Speciale di 290 chilometri, sulla carta non difficile a piuttosto scorrevole. Sulla carta. I primi concorrenti, per esempio, hanno coperto gli oltre 300 chilometri della seconda tappa in poco più di tre ore. Ma c’è chi ci ha messo tre volte tanto, e chi ancora non è arrivato alla fine della propria fatica.


Bordone-Ferrari Racing Team Rally

Alessandro Botturi
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I meccanici del Bordone-Ferrari Racing Team hanno lavorato fino a tardi, ieri sera. Hanno cambiato il motore alla moto di Francisco Lopez e verificato che quella di Alessandro Botturi non corresse lo stesso rischio. Jordi Arcarons, Sport Manager della Squadra italiana, al termine del piccolo briefing con i suoi Piloti, ha consigliato di non forzare, e di considerare la seconda una tappa di transizione. Il Manager ha anche ricordato ad Alessandro Botturi che è l’unico italiano in gara al Rally del Marocco, e che prima ancora di pensare al risultato, il bresciano deve sentire di dover tornare a casa con uno step di lavoro proficuo per la sua prossima Dakar. Botturi ha perso il GPS dopo pochi chilometri dal via, e si è fermato una prima volta per effettuare una riparazione di fortuna. La seconda volta Botturi è volato da una duna, ed è stato travolto dalla moto che gli è ricaduta addosso. Niente che possa fermare il formidabile atleta, Campione di Rugby prima ancora che di enduro. Francisco Lopez, rallentato dal problema al cambio durante la prima tappa, non poteva pretendere di recuperare tutto il ritardo in una sola tappa, e del resto il cileno non si pone il problema. La sua corsa vive giorno per giorno. Il sesto posto di oggi, che lo rilancia in sesta posizione anche nella generale, non è un obiettivo ma uno stato di cose che non deve influenzare il programma.
 

Francisco “Chaleco” Lopez. «Se fossimo alla Dakar, dove ci si deve giocare tutto per tutto, non avrei altre scelte che quella di attaccare a fondo. Ma siamo qui per rifinire la preparazione della Dakar, e non possiamo avere una seconda finalità, comprendendo l’ottenimento di un risultato, che ci porti a correre inutili rischi. Ieri, quando ero ancora nelle condizioni di considerare il risultato, ho avuto un problema che mi ha tagliato fuori dalla lotta di vertice. Oggi, che sono inseguitore, devo adeguarmi alla posizione e pensare ad altro, portando avanti il mio programma di lavoro. È già molto importante che io possa confrontarmi con quei Piloti che saranno i miei avversari a partire dal 5 gennaio prossimo, dopo un intero anno passato a correre e ad allenarmi da solo nel mio deserto».


Alessandro Botturi.
«Prima di tutto non devo sbagliare. Me lo ripeto ogni mattina quando il commissario scandisce il conto alla rovescia della mia partenza in Speciale, e ogni volta che sulla tappa incontro un momento difficile. Ho avuto solo un piccolo problema con il GPS che si era staccato, ma fino alle dune oggi non avevo sbagliato nulla. Poi è successo, e mi è bastato per ricordarmi di quanto può essere fatale anche un piccolo errore. Nell’attraversamento dell’Erg Chebbi, il sole era già alto e si faceva fatica a scorgere i profili delle dune ed contorni delle creste di sabbia. Su una duna sono arrivato un pelo veloce, e non ho fatto in tempo a vedere che era tagliata e a fermarmi quell’attimo sulla cresta. Così sono volato giù, e la moto mi è ricaduta addosso. Avrebbe potuto essere un brutto momento, ma non è successo nulla di grave. Promemoria registrato!».

 


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Piero Batini

Foto: Agenzia ApPhotosport e Bordone-Ferrari

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