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Al di là del risultato finale, è stato il protagonista assoluto della Dakar: giusto dedicare la 51esima puntata di #atuttogas a Danilo Petrucci, grandissimo con il casco in testa, ma anche nel paddock: le sue dirette quotidiane su Instagram hanno permesso a migliaia e migliaia di appassionati di seguire, come mai era accaduto prima, quello che avviene in mezzo al deserto. Parafrasando un vecchio slogan, Petrux ha trasmesso passione.
“E’ una gara durissima, lunghissima, non solo per i chilometri che si fanno in una singola giornata. E’ infinita, dopo un po’ perdi il conto delle tappe, non sai più che giorno sia… Questa gara ti porta allo stremo delle forze fisiche e mentali. E’ durissima, te ne succedono di tutti i colori, ma è affascinante, condividi l’esperienza con tantissime persone. Sono sempre stato “anti-social”, ma ho voluto raccontare questo mondo attraverso le mie dirette. E’ stata una bellissima esperienza. Ci devo riflettere, ma penso che la rifarò, mi piace: in questa gara non ho tutte le limitazioni che avevo con una MotoGP. Anzi, sono fortunato a essere bello grosso: sono arrivato alla fine, nonostante tutte le botte che ho dato. All’inizio ho faticato a entrare nella filosofia di questa gara, perché non puoi controllare tutte le variabili, come fai invece in MotoGP. E ho anche avuto tanti problemi tecnici, si è perfino rotto il mono: per questo sono caduto nell’ultima tappa, a tre chilometri dal traguardo”.
Tanti gli aspetti che hanno impressionato Danilo.
“La velocità, pazzesca: in alcuni tratti vai fortissimo, non solo come velocità massima, ma anche di media, in piedi sulle pedane, senza sapere cosa c’è dopo un dosso… La navigazione è difficilissima, è lì dove devo migliorare di più: ci sono tanti scenari diversi. E’ molto complicato: più che sulla tecnica e sulla velocità dovrò imparare sulla navigazione, i primi hanno qualcosa di più”.
La vittoria: un’emozione indescrivibile.
“Avevo iniziato a sentirla dalla terza tappa, con tratti velocissimi, come in una gara di MotoGP: si facevano curve in 4-5-6 marcia, con medie pazzesche. Le emozioni sono diverse: vinci al Mugello o a Le Mans, “esplode” tutto, alla Dakar ho scoperto di avercela fatta quando ero in ambasciata, mentre cercavo di rifare il passaporto (perso da Danilo durante la seconda tappa, NDA)… L’emozione è stata grandissima, perché questa vittoria mi ha reso unico: da quando ero bambino inseguivo la possibilità di lasciare il segno, ci sono riuscito grazie alla Dakar. Diciamo che la soddisfazione è stata la stessa, anche se lo scenario è molto differente. Capire di aver fatto la storia è stata una delle emozioni più grandi della mia vita”.
Poi si parla di futuro.
“Sicuramente vorrei tornare alla Dakar, anche se con KTM ci sono state delle incomprensioni. Sono invece contento di essere rimasto in ottimi rapporti con Ducati e con le persone di Borgo Panigale e che mi abbiano voluto per andare in USA, anche se ancora non è ufficiale… Ho fatto questa scelta per fare una nuova esperienza, in un altro continente. Vorrei trovare il modo di continuare a fare la Dakar, ma facciamo una cosa per volta. In America vorrei ricostruire il “mio” Danilo, così come si è visto alla Dakar: tornare a divertirmi. Mi hanno detto, che non mi avevano mai visto così felice come lo sono stato alla Dakar”.
L’episodio completo, numero 51, di #atuttogas, il podcast di Moto.it, si potrà ascoltare da domenica prossima, 23 gennaio 2022, sul sito e sulle principali piattaforme podcast.