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Il sabato il bolognese si era ritirato per problemi di gomme nella prima prova della categoria Battle of Twins e aveva concluso secondo la Sound of Thunder; sperava in una vittoria nella seconda gara della BOT ma il successo è andato a Shane Turpin, dominatore del week end.
Marchetti, relegato in terza fila da un regolamento che stabilisce la posizione di partenza in base al piazzamento in campionato, ha perso un po’ di tempo per risalire fino alla seconda posizione, ma intanto Turpin aveva acquisito un po’ di vantaggio, al comando, ed ha tagliato il traguardo vincitore.
«Lui andava fortissimo e anche la sua moto – ha detto Marchetti all’arrivo – Non c’era possibilità di recuperare lo svantaggio. La moto prestatami da Rob Snider, pilota e sponsor, era veloce dopo tutti i lavori fatti dal team Ducshop nei giorni scorsi, ma non riuscivo a guadagnare un metro su Turpin e ho preferito non mettere a rischio il podio. Lui è un gran bel pilota: ho saputo che con la stessa moto era in testa anche nella Formula 40 che si corre subito dopo, e ha rotto; mi avrebbe fatto comodo se gli fosse successo qualche giro prima, nella mia gara… ma non sarebbe stato giusto».
Marchetti aveva corso anche la settimana prima a Barber ottenendo quattro settimi posti, e nella stessa occasione era tornato a gareggiare una tantum Kevin Schwantz, ex iridato nella 500, ottenendo la vittoria in una gara per moto d’epoca, in sella ad una Norton Manx 500. Con la stessa moto a Daytona ha gareggiato Doug Polen, ex iridato della Superbike, ed ha concluso terzo; la vittoria a Pat Mooney. E’ andata peggio all’’altro ex di lusso, Scott Russell, a sua volta ex iridato Superbike: avrebbe dovuto correre nella combattutissima Supersport con una Yamaha ma si è fratturato un polso nelle prove libere.