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E' stato approvato dall'Assemblea legislativa il progetto di legge che istituisce e disciplina la Rete escursionistica dell’Emilia-Romagna (Reer) e che valorizza le attività escursionistiche nelle loro potenzialità economiche e ambientali. Il testo è stato votato dai consiglieri Pd, Fds, Sel-Verdi, Idv, Udc, M5stelle, Franco Grillini e Giovanni Favia del Gruppo Misto, si sono espressi negativamente Pdl e Lega Nord. Dopo l’illustrazione del relatore, Roberto Piva (Pd), nel dibattito sono intervenuti Roberto Corradi (Ln), Marco Barbieri (Pd), Stefano Cavali (Ln), Gabriele Ferrari (Pd), Gianguido Bazzoni (Pdl) e Favia (Misto).
Lo scopo principale sarà quello di promuovere la conoscenza, la custodia e la salvaguardia del patrimonio escursionistico regionale, per incentivare lo sviluppo sostenibile dei territori interessati: a questo scopo la Regione disciplinerà il censimento, la manutenzione e le modalità di fruizione della Rete escursionistica dell’Emilia-Romagna (Reer), definita come «infrastruttura viaria necessaria alla gestione, al controllo, alla fruizione e alla valorizzazione delle aree naturali, rurali e periferiche del territorio regionale e allo sviluppo sostenibile delle zone soggette a maggior criticità economico-sociale»: è quanto scritto nel primo dei 15 articoli in cui si sviluppa il progetto di legge presentato da Palma Costi (Pd) – primo firmatario – Gabriele Ferrari (Pd), Marco Monari (Pd), Monica Donini (Fds), Gabriella Meo (Sel-Verdi), Franco Grillini (Misto), Giuseppe Paruolo (Pd), Marco Barbieri (Pd) e Roberto Montanari (Pd).
L'escursionismo viene definito come «l'attività turistica, ricreativa e sportiva che si svolge su tracciati ubicati prevalentemente al di fuori dei centri urbani, finalizzata alla visita ed all’esplorazione degli ambienti naturali, architettonico e religioso del territorio». La Reer sarà composta da un insieme di strade carrarecce, mulattiere, tratturi, sentieri, piste e tratti di viabilità minore extraurbana, opportunamente «segnalati e mantenuti». Al Servizio Geologico della Regione si prevede di istituire il Catasto della Reer, in cui sarà archiviato, classificato e pianificato il sistema di percorsi che forma la Rete, con specifiche informazioni su servizi, difficoltà, percorribilità, accessibilità, lunghezza, dislivello, tempi di percorrenza. Oltre alla fruizione pedonale, ciclistica e ippica, si prevede una moderata possibilità di percorrere i sentieri con mezzi motorizzati.
La Regione coordinerà la gestione della Rete insieme ai Comuni, agli Enti gestori dei Parchi e delle aree protette, al volontariato e all’associazionismo di settore. Senza oneri aggiuntivi sul bilancio, viene istituito presso il Servizio Geologico un Coordinamento tecnico centrale della Reer, di cui faranno parte rappresentanti degli assessorati regionali, delle Associazioni, degli Enti locali e del Cai dell’Emilia-Romagna. Ogni tre anni, l’Assemblea legislativa approverà il programma degli interventi straordinari sulla Reer, proposto dalla Giunta con il supporto del citato Coordinamento. Questo programma triennale dovrà contenere, fra l’altro, proposte operative per favorire la fruizione turistico-ricreativa dei percorsi della Reer, preservare il patrimonio storico-culturale dei centri storici e dei borghi rurali, sostenere la pratica sportiva all’aria aperta, garantire la sicurezza dei percorsi.
La nuova Legge si compone di 15 articoli. L’articolo 11 è dedicato ai divieti, il 12 alle funzioni di vigilanza e controllo e alle sanzioni. In particolare, si prevede che «salvo che la condotta non costituisca reato, è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da 100 euro a 1000 euro chi faccia uso di segnaletica non autorizzata, chi danneggi la segnaletica o le opere realizzate per la percorribilità o la sosta lungo i sentieri della Reer; chi danneggi o alteri intenzionalmente tratti della Rete».
«Non vogliamo prenderci la responsabilità di un provvedimento che con ogni probabilità ridurrà il turismo nelle zone montane dove tale attività è uno dei pochi veri motori di sviluppo – ha quindi proseguito Bazzoni – Siamo comunque soddisfatti perché abbiamo evitato che divenisse legge la totale interdizione ai sentieri montani per motoristi e ciclisti che era stata prevista nella prima bozza di questa legge e aveva giustamente suscitato preoccupazione in tanti frequentatori oltre che negli amministratori delle terre alte. Oltre a questo con i nostri emendamenti abbiamo ottenuto: il riconoscimento del ruolo fondamentale dei comuni nella definizione e nella gestione dei percorsi oltre che nell’imposizione dei divieti, e il ridimensionamento delle Guardie Ecologiche Volontarie non consentendogli di attribuire le sanzioni».
Fonte: gazzettadiparma