Enduristi bergamaschi: "dateci spazio!"

Enduristi bergamaschi: "dateci spazio!"
L'appello di 130 fuoristradisti bergamaschi per sdoganare l'immagine dell'enduro e chiedere spazio alle istituzioni per uno sport meraviglioso
2 luglio 2014

Punti chiave

E' difficile da credere, ma a Bergamo non è per niente facile, per non dire del tutto impossibile, praticare il fuoristrada. Avete letto bene: nella culla dei più forti enduristi di casa nostra i divieti legano le mani alla pratica di questi sport, tanto da spingere gli appassionati a rivolgere un accorato appello al PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) del Basso Brembo per ottenere uno spazio a loro dedicato.

 

«Il fuoristrada è un mondo pulito nel quale i tifosi non si prendono a sassate e noi viviamo di natura e nella natura: è l’elemento fondamentale per la pratica della nostra passione». Questa la dichiarazione di apertura della richiesta di circa 130 fuoristradisti del bergamasco stanchi di venire demonizzati come maleducati inquinatori. Serve spazio per regolamentare la pratica dell'enduro ed evitare da un lato i "bracconieri dell'enduro" e dall'altra una diaspora degli appassionati verso altre province che non porta certo beneficio allo stesso PLIS, che potrebbe contare su una comunità attenta alla manutenzione dei percorsi e al rispetto della natura come si è dimostrata in tante occasioni quella degli Enduristi, gettata spesso in cattiva luce da poche mele marce.

Ayrton David Innocenti, l'estensore della petizione, prosegue sottolineando proprio questi aspetti: l'Endurista non vuole avere "licenza di uccidere" scorrazzando liberamente per boschi e campi coltivati, ma chiede appunto una valida alternativa che gli consenta di rispettare la natura e le proprietà private. Identificando, appunto, aree adeguate all'interno del Parco. Anche perché, come prosegue lo stesso Innocenti, «questo sport non è solo rumore e fango, è una disciplina come lo sono il calcio, il basket, la pallavolo, anzi oserei dire meglio: non perché pensiamo di essere superiori, ma perché è uno sport di aggregazione, sacrificio, fatica ma allo stesso tempo divertente»

 

La palla è passata al PLIS, che ora dovrà lavorare con i Comuni del parco per trovare una soluzione. O quantomeno dare una risposta. Buona volontà, ragionevolezza ed educazione hanno già altre volte dato i loro frutti: attendiamo sviluppi.

 

Fonte: L'Eco di Bergamo

 

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