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Proprio la giornata trascorsa con gli uomini orange (Antoine Meo, Fabio Farioli e Paolo Carrubba), in occasione della realizzazione del video che vede protagonisti il pilota KTM e l’olimpionico Marco Aurelio Fontana (fantastica la sua medaglia alle Olimpiadi di Londra!), ci ha permesso di toccare con mano la EXC ufficiale.
Una moto curata nei minimi dettagli, ma tutto sommato molto simile alla moto di serie. O forse è l’apparenza che inganna? Per fugare ogni dubbio, abbiamo chiesto a Fabio Farioli di raccontarci come cambia la moto del mondiale rispetto a quella che troviamo nei negozi KTM.
Quali sono le parti che richiedono una messa a punto più precisa per affrontare in sicurezza una gara di livello mondiale?
«Le sospensioni innanzitutto. Anche quelle di serie vanno bene, solo che la taratura deve essere personalizzata in base al peso, alla velocità e alle esigenze del pilota. Qualcuno preferisce le forcelle sensibili e più morbide, ma meno precise in velocità. Qualcun altro preferisce la stabilità e precisione alle alte velocità sacrificando un po’ il comfort e la velocità sulle pietre… Il resto con le moto ad iniezione non è molto importante, la carburazione si adegua. Diverso è il discorso per i due tempi, che richiedono una carburazione precisa che ti renda la moto piena a ogni regime di giri senza che però sia troppo magra e a rischio rottura o a rischio bruciatura di candele».
I pregi della 250 EXC F secondo te?
«Motore con tiro sia ai bassi regimi che agli alti e l’affidabilità, nonché un ottimo equlibrio generale. La moto di serie è già pronta per il mondiale. Esempio ne è Thomas Oldrati che con una moto completamente di serie con solo le sospensioni sostituite (con quelle after market, non ufficiali) e la marmitta Akrapovic ha corso in Svezia con ottimi risultati (2 e 3 in Svezia)».
E invece gli aspetti che possono ancora essere migliorati?
«Potenza e tiro sulle cilindrate piccole non sono mai sufficienti, più se ne ha meglio è…».
Una considerazione sulla guida molto aggressiva di Meo: il mezzo meccanico ne risente?
«Sicuramente una guida come quella di Nambotin ha più riguardo per la moto e la consuma di meno meccanicamente, però le KTM sono robuste a sufficienza per permettere a piloti come Meo e Knight di maltrattarle e sfruttarle al 110%».
KTM
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