Enduro. Mancano sei mesi alla sei giorni, intervista a Sesti e Gualdi

Enduro. Mancano sei mesi alla sei giorni, intervista a Sesti e Gualdi
A sei mesi dal via della centesima edizione della Sei Giorni il Presidente FMI Paolo Sesti e il Coordinatore del comitato enduro e dell’ISDE 2013 Franco Gualdi fanno il punto della situazione
4 aprile 2013

Punti chiave


Siamo entrati nell'ultima fase di avvicinamento, il 30 settembre infatti spetterà alla Gallura dare il via all'edizione 2013 della manifestazione, quella del centenario. Ecco il punto della situazione, dando la parola al Presidente FMI Paolo Sesti e al Coordinatore del comitato enduro e dell’ISDE 2013 Franco Gualdi.

A sei mesi dal via come procede la macchina organizzativa? E’ stato definito il percorso?
Sesti: «L’organizzazione va avanti secondo la tempistica prefissata. Il percorso è praticamente pronto. I tecnici hanno fatto fatica a “chiudere” perché ogni giorno si trovavano nuovi spunti. Ad un certo punto hanno dovuto dire: “Basta, va bene cosi!” Voglio ringraziarli per il grande lavoro "oscuro" svolto».

Gualdi: «Per il percorso ci siamo, sono state definite 8 speciali su 9. Tecnicamente le Sei Giorni sono dure, questa è alla portata di tutti i piloti ben attrezzati, pochi controlli orari ma lunghi, al limite del regolamento (50km), la cui durata supererà quasi sempre l'ora, per un totale di 6-7 ore di gara. Le prove speciali saranno 6 ogni giornata, con una media di 8 minuti a speciale».

Presidente, qual è stata la risposta delle Autorità locali?
Sesti: «Sin dal momento della presentazione del progetto ad inizio 2011, in Sardegna c'è stato grande entusiasmo per questa manifestazione. Entusiasmo che nel corso dei mesi si è concretizzato in azioni. Stiamo ricevendo infatti piena collaborazione da parte di tutti i 10 comuni della Gallura interessati all’evento. Ci tengo a ringraziarli citandoli in ordine alfabetico: Alà dei Sardi, Arzachena, Calangianus, Golfo Aranci, Loiri, Olbia, Padru, Sant'Antonio di Gallura, Telti, Tempio Pausania. Anche le altre Istituzioni interessate stanno dimostrando il medesimo spirito di cooperazione: l’Autorità portuale, la Capitaneria di Porto, l’Ente Foreste e il Corpo forestale. Senza dimenticare il ruolo importantissimo della Regione Sardegna e, nello specifico, dell’Assessorato all’Ambiente e di Sardegna Promozione. Sono certo che avvicinandoci alla manifestazione non faranno mancare il loro supporto le forze di polizia e la protezione civile. Si è innescato un circolo virtuoso che coinvolge tutte le attività produttive locali. E’ proprio il caso di dire: l’ISDE sta mettendo in “moto” un intero territorio».

Per la FMI, quindi, uno sforzo organizzativo di grandi proporzioni; può farci qualche numero fra personale impiegato, strutture logistiche e trasporti?
Sesti: «Abbiamo due gruppi che lavorano insieme, uno che segue gli aspetti tecnici e sportivi e l’altro gli accordi con le autorità locali e le aziende. Durante l'evento, a partire dalla settimana precedente, avremo invece circa 300 persone impegnate».

Paolo Sesti
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Una manifestazione così importante avrà considerevoli ricadute economiche sul territorio. La Sardegna e le Istituzioni coinvolte hanno recepito questo aspetto?
Sesti: «All’inizio abbiamo avuto qualche difficoltà a far comprendere la differenza fra questa manifestazione e le altre normalmente ospitate in Sardegna. Partiamo innanzitutto dai numeri: 35 nazioni da ogni parte del globo, 630 piloti, 4.000 addetti ai lavori e migliaia di visitatori. Nel nostro caso inoltre non si tratta di un weekend nel quale chi arriva fa la sua gara e va via, ma di due settimane nelle quali i partecipanti vivono il territorio. Consumano, soggiornano e visitano i luoghi più caratteristici. Il ritorno economico diretto di una Sei Giorni è di almeno 10 milioni di euro. Senza dimenticare i benefici che si realizzano negli anni futuri, tra le persone che ritornano e chi invece ha scoperto quei luoghi da casa attraverso le immagini di gara e incuriosito sceglierà la Sardegna per le sue prossime vacanze».

Franco, le iscrizioni hanno superato i 600 piloti, e la FMI ha fatto poi un ulteriore sforzo viste le tante richieste arrivate dai Club italiani. Un altro bel segnale per la nostra attività nazionale che nei campionati italiani avrà anche un'iniziativa come la Hall of Fame dedicata proprio ai protagonisti dell’Enduro…
Gualdi: «Mi sono dato da fare con la Commissione Enduro della FIM, di cui faccio parte, e con soddisfazione abbiamo ottenuto 30 posti in più riservati ai soli piloti italiani. Spiace non poter accontentare tutti. Per quanto riguarda la Hall of Fame, è un'iniziativa che ho sposato da subito. Ci sono tanti personaggi dell'Enduro italiano legati particolarmente alla Sei Giorni che meritano di essere ricordati».

Chiudiamo con una piccola previsione per entrambi. Visto l'inizio positivo degli italiani nel Mondiale Enduro potrebbe essere questo l'anno giusto per il ritorno dei Caschi Rossi? E non sarebbe il massimo poter concludere la Sei Giorni in Sardegna con i nostri azzurri sul gradino più alto del podio?
Sesti: «Sarebbe il miglior coronamento a questo grande sforzo, ma soprattutto il miglior regalo che i “caschi rossi” potrebbero fare a tutti gli sportivi italiani che saranno in Sardegna».
Gualdi: «Sarebbe fantastico... Una vittoria che farebbe anche da traino, dando una grande iniezione di fiducia a tutti i piloti italiani. Lì si che si potrebbe pensare ad un nuovo periodo dei "Caschi Rossi"».

Fonte: Federazione Motociclistica Italiana