Gibraltar Race 2023: siamo al giro di Boa con la Caballero 500. E' dura!

Gibraltar Race 2023: siamo al giro di Boa con la Caballero 500. E' dura!
Tappe da quasi 600 km, navigazione difficile e panorami incredibili. Vi aggiorniamo sulla nostra avventura alla Gibraltar Race con la Fantic
29 giugno 2023

Ragazzi, che avventura! Prosegue la mia partecipazione alla Gibraltar Race 2023 in Spagna. Ho superato il giro di boa, la fatica si fa sentire, ma le emozioni e il piacere di stare in sella mi ripagano di tutto. Alle 18:50 raggiungo insieme alla mia Caballero 500 il bivacco fra le montagne, ma è ancora deserto: gli unici rumori che si sentono sono quelli dei furgoni assistenza, dove i meccanici stanno mobilitando già gli attrezzi in attesa che arrivino i mezzi e si possa dare il via ai lavori quotidiani. Uno di loro deve essere un fan degli U2, perché a fargli compagnia è un Greatest Hits degno di nota, che fa venire voglia di cantare e di ignorare, anche solo per un attimo, la pioggia che cade.

L’apripista ci metterà ancora qualche decina di minuti ad arrivare, dopo 12 ore di tragitto e un odometro fermo a 599 chilometri: quasi una beffa per chi ama le cifre tonde ma oggi non ha la forza di aggiungere nemmeno un chilometro al conteggio, vista la giornata appena trascorsa. Il primo genere di conforto che si offre a chi arriva con lo sguardo stravolto è una birra, e qua nessuno rifiuta.
Non importano i vestiti zuppi di acqua e il sudore che si è congelato sotto allo strato bagnato dalle intemperie: la bevanda fresca è ciò che rinfranca lo spirito e il corpo provato. Lo stage numero 9 della Gibraltar Race 2023 aveva tutte le carte in regola per rivelarsi uno dei più tosti, e sicuramente il più lungo dell’edizione Iberian Ring: 580 chilometri di cui più di 300 di fuoristrada e ben 95 chilometri di prove speciali, divisi lungo 5 settori.

Il tempo massimo per percorrerlo? 800 minuti - che si traducono in circa 13 ore e 30 minuti - a contare dal proprio orario di partenza. Il che significa  stimando una partenza media fra le ore 8 e le 8:30 - una lunga, lunghissima giornata in sella. Che potrebbe tranquillamente terminare alle 21:30, per stare nel limite di tempo massimo.

“La giornata è stata veloce e divertente, ma ci ha richiesto un ritmo sostenuto - racconta Mirco Bettini, fra i primi ad arrivare e attualmente 2° in classifica sia nella generale che in quella dedicata alle bicilindriche -. Non ci siamo praticamente mai fermati, ma la sensazione per quanto riguarda le
prove speciali è ottima. Se ho fatto qualche errore, è questione di secondi”.

Verso le 20 in bivacco comincia ad animarsi, e i meccanici possono finalmente mettersi all’opera: gli U2 non si sentono più cantare così distintamente, coperti dal rombo del compressore dell’assistenza Bridgestone, dal vociare dei partecipanti che comunicano in almeno 4 lingue diverse e dal rumore metallico delle leve che sbattono contro i cerchi, mentre i pneumatici esauriti si accumulano in un angolo del vecchio fienile adibito a paddock.

La nostra casa per la notte è l’Hostal de la Trucha. Incastonato fra le montagne dell’Alto Maestrazgo, questa struttura si trova a due passi dal fiume Pitarque, che con le sue acque verdi taglia un canyon roccioso con archi, orridi e ponti che ricordano paesaggi balcanici in realtà molto lontani da qui, ma misteriosamente simili. Un luogo perfetto per concludere una tappa di questa intensità, godendosi ultimi chilometri di assoluta meraviglia.

“Le speciali di oggi non erano troppo tecniche, nemmeno a livello di navigazione, e questo ci ha permesso di tenere una buona velocità e risparmiare energia - dice Federico Marretta, che porta la tabella numero 22 -. I tranelli nella ricerca dei waypoint sono ciò che più mette in difficoltà, e la sfida della Gibraltar Race sta proprio qui: nel muoversi con furbizia, navigando bene, evitando errori che penalizzano e facendo il possibile per arrivare sereni alla fine di ogni tappa”.

La Gibraltar Race è un gioco di resistenza, costanza e caparbietà: lo sa bene chi ha più di un’edizione alle spalle, ma lo hanno iniziato a capire anche i nuovi, e nel giro di poco. Perché in un evento come questo vince la precisione di chi sa come gestirsi per 12 lunghe tappe, non la velocità a tutti i costi. Infatti i veri virtuosi dell’adventure riding sono scienziati del cronometro, e hanno imparato cosa significhi percorrere un settore selettivo in un determinato lasso di tempo, possibilmente spaccando il secondo. Senza corse e senza fretta, perché la rapidità assoluta non è ciò che ti porta in alto: uscire dalla speciale in anticipo, infatti, è un errore assolutamente paragonabile all’uscire in ritardo.

Nel frattempo, nella vallata verde che accoglie il bivacco 9 della Gibraltar Race 2023, ha smesso di piovere e il clima si è fatto più rilassato. Alle 21 si apriranno le porte per la cena, e il briefing della giornata seguirà, per venire incontro alle tempistiche di chi ancora non è rientrato. La partenza della tappa 10 è fissata a partire dalle 8:30, e per i piloti si prospetta una giornata un po’ meno intensa, ma ugualmente sfidante.

Naviga su Moto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Argomenti