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Al sottoscritto è andata diversamente. Devo ammettere di essere stato molto fortunato; Francesca è ormai rassegnata al mio delirio tassellato e, piuttosto che osteggiarlo, ha scelto di condividere il più possibile questa passione. Nel nostro viaggio a stelle e strisce è andata però oltre: mi ha regalato una giornata sulla mitica pista di Glen Helen, un vero santuario del motocross americano.
Qui non è raro trovarsi in pista al fianco di personaggi del calibro di Villopoto, Dungey o Stewart. Giunti nel crossodromo, non mi è restato che vestirmi, saltare in sella alla CRF450R e dare gas.
Anche col grande caldo (abbiamo girato con 30°) non si forma mai troppa polvere; diversi addetti alla pista provvedono infatti a bagnare il fondo anche durante la pratica dei piloti, avendo l’accortezza di abbassare il getto al passaggio delle moto.
Come detto, la temperatura nel sud della California è spesso elevata (a giugno si superano i 30°), ma il clima secco la rende decisamente tollerabile. Resta comunque fondamentale bere tanta acqua tra un ingresso e l’altro.
Sui tratti pianeggianti ci sono anche un paio di rettilinei in cui la pista presenta due traiettorie possibili: al pilota non resta che scegliere se affrontare la sequenza di doppi o le whoops (basse e non pericolose).
Il rettilineo è di media lunghezza e termina in un’ampia curva a destra sopraelevata. Al termine di questa si trova un facile doppio. Il tempo sul giro è di circa due minuti e mezzo.
A livello di servizi non aspettatevi chissà che. Una pista italiana di medio livello – non parliamo di quelle da mondiale – offre sicuramente di più: a Glen Helen ci sono i bagni, ma mancano le docce (ce la siamo fatta con la canna che usano per irrigare il terreno) e le prese per la corrente elettrica.
Il tracciato è aperto per allenamenti il giovedì e il sabato dalle 8 di mattina e, salvo imprevisti legati al meteo, si gira fino alle 17. L’ingresso costa 20 dollari (meno quindi di tanti nostri impianti).
La CRF di Glen Helen è invece una bomba, che reagisce al gas con delle botte di cavalli esagerate. Per non stancarsi subito, è necessario sfruttare le marce lunghe, dalla terza in su.
Anche il rumore è eccessivo, qui amano infatti girare con scarichi after-market privi di db-killer.
Le sospensioni mostrano la tipica taratura americana: la scorrevolezza è ottima, ma i registri in compressione sono quasi chiusi. Se si ha un ritmo veloce, la cosa può andare anche bene. Ma se volete godervi la moto, fatevi dare un cacciavite e ammorbidite un po’ la risposta di mono e forcella.
Va sottolineato che la moto che ci è stata data era in perfetto stato, con gomme ok e un livello di usura più che accettabile.
Non ci resta che dirvi del costo. Per una giornata a Glen Helen abbiamo speso 275 dollari (pari a 206 euro), comprensivi della moto, della pista, del carburante, dell’abbigliamento completo e dell’acqua da bere. Non ci è stata rischiesta alcuna licenza sportiva o certificato medico.