Gonçalves si aggiudica la 3ª tappa del Rally del Marocco. Incidente per Marc Coma
Paulo Gonçalves, Helder Rodrigues (che passa al comando) e Francisco “Chaleco” Lopez sul podio della terza tappa. Incidente a Marc Coma che riporta una lussazione della spalla | P. Batini, Zagora
Allineati alla preview degli organizzatori, avevamo detto che la terza tappa del Rally del Marocco non presentava particolari difficoltà. 291 chilometri di Prova Speciale, e pochi altri di trasferimento per raggiungere Zagora, quartier generale della seconda parte del Rally di NPO. Piste per lo più scorrevoli, e nessuna difficoltà particolare. Avevamo anche pronosticato un avvicendamento nell’ordine d’arrivo rispetto alla seconda tappa.
Avremmo, invece, dovuto ricordarci, una volta di più, che nei Rally nulla è facilmente prevedibile, e che l’imprevisto spesso gioca un ruolo fondamentale nel mescolare le carte in tavola. Ha cominciato la temperatura, salita oltre i 40°, e subito dopo è stata la volta di una pista molto rovinata dall’erosione delle poche, torrenziali acque piovane, disseminata di sassi e con due passaggi cruciali per la navigazione, di quelli che possono essere sorvolati se non si segue con la massima concentrazione il road book. Pochi cambi di direzioni, ma basilari. È la circostanza che ha dato i primi “scossoni” all’evoluzione della tappa, lanciando sulla pista sbagliata vari Piloti, e tra questi Cyril Despres, leader della corsa alla vigilia.
Il quattro volte vincitore della Dakar si è distratto perché, salito su un’altura, non vedeva davanti a sé la polvere di Marc Coma, e perché ha immaginato che all’avversario storico doveva essere successo qualcosa. Distrazioni che, alla fine sommandosi in errori di navigazione, sono costate al francese oltre dieci minuti di ritardo al traguardo di Zagora.
L'incidente di Marc Coma
In effetti non erano stati ancora coperti 90 chilometri, quando Coma perdeva il controllo della moto in un tratto di “herbe à chameaux”, quei micidiali ciuffi di vegetazione che spuntano da mucchi di sabbia apparentemente innocua, e che invece sono un ostacolo di cemento armato al passaggio di una moto. Marc Coma è volato, a bassa andatura ma all’improvviso, senza aver il tempo di reagire, “insaccando” violentemente la spalla destra e rimanendo a terra dolorante. Subito dopo è arrivato Helder Rodrigues. Il portoghese non ha avuto un attimo di esitazione, si è fermato ed ha portato i primi soccorsi allo spagnolo, dimenticando completamente gara e avversario. Confortato l’amico, lo ha aiutato a liberarsi delle protezioni, ha acceso la radio-balise di emergenza ed ha aspettato l’arrivo dei soccorsi.
In un primo momento sembrava che Coma avesse un omero fratturato ed un problema serio anche alla spalla. Poi, trasportato all’ospedale di Er Rachidia, la diagnosi si è addolcita di molto, riducendosi ad una lussazione della spalla. Domani, al rientro a Barcellona, saranno i medici del Campione a stabilire con precisione l’entità del danno. Sembra comunque che si possa sin d’ora scongiurare l’eventualità che Coma possa vedere compromessa la propria partecipazione alla Dakar. Niente da fare, invece, per l’amarezza del ritiro dalla corsa.
Ci si fermava tutte le volte che un altro Pilota era in panne, o comunque fermo, magari solo per fare pipì o per controllare le carte topografiche
Solidarietà, una delle cose più belle dei grandi Rally. All’inizio della storia era quasi una consuetudine. Ci si fermava tutte le volte che un altro Pilota era in panne, o comunque fermo, magari solo per fare pipì o per controllare le carte topografiche. Quando un Pilota cadeva o era vittima di un incidente, tutti gli altri non esitavano a fermare la propria corsa per accorrere in aiuto del malcapitato. Quelli che non lo facevano erano immediatamente condannati e messi alla berlina. La Dakar, ma anche tutti gli altri Rally africani, è un’antologia di grandi atti di generosità, che hanno suscitato emozioni forti e costruito un’epopea di esemplare umanità. Con il passare del tempo, e con l’avvento delle tecnologie più moderne, il controllo della corsa e della sicurezza è cresciuto moltissimo, e non sempre è fondamentale che un Pilota si fermi per portare aiuto ad un compagno di gara meno fortunato. Ciò non ostante è rimasta la tradizione e l’istinto, quell’automatismo per cui gli uomini veri, e i Piloti di Rally spesso lo sono, non esitano a dimenticare di essere in corsa anche solo per sincerarsi che un compagno di viaggio non abbia un problema serio.
Quando l’elicottero è atterrato, dunque, Rodrigues riparte lanciandosi all’inseguimento di Paulo Gonçalves, il connazionale oggi in particolare stato di grazia. Perso Despres, infortunato Coma e attardato Rodrigues, Gonçalves, solo davanti a tutti, apre la pista e divora i chilometri, senza sbagliare. Alle sue spalle c’è Francisco Lopez che, ritrovati rapidamente gli automatismi del Rally africano, ha recuperato dalla sesta posizione fino a portarsi in seconda. La tappa sembra decisa, ma nel finale arriva anche Helder Rodrigues, che si inserisce alle spalle di Gonçalves.
Così, solo a pochi chilometri dal traguardo, si compone il podio definitivo della terza speciale del Rally: Gonçalves, Rodrigues, Lopez. Anche la classifica generale prende una nuova forma. In testa torna Helder Rodrigues con la debuttante Honda HRC, e Despres scende al secondo posto a oltre dieci minuti dal portoghese. Joan Barreda, meno impulsivo del solito ma più regolare e redditizio, non commette errori ed è terzo davanti a Gonçalves. Per una volta il giovane Pilota Husqvarna non è protagonista assoluto, e per tutta la giornata persino il tracking della corsa si dimentica di lui. Francisco “Chaleco” Lopez, infine, recuperato un eccellente stato di forma, con il terzo posto ottenuto nella terza tappa sale al quinto in generale provvisoria. Tutto questo capita alla metà esatta di un bel Rally del Marocco, edizione 2012.
Bordone-Ferrari Racing Team Rally. Un podio “ragionato”
L’unico a non farsi sorprendere dai facili ottimismi indotti dal programma della terza tappa è una vecchia volpe: Jordi Arcarons. Per questo, alla vigilia, il Manager Rally del Bordone-Ferrari Racing Team insiste per un briefing più approfondito del solito. Il catalano mette in guardia i suoi Piloti, e scorre più volte le note del road book indicando ripetutamente ai suoi uomini i punti che ritiene cruciali. Non è tempo perso, e l’indomani Francisco Lopez e Alessandro Botturi hanno una carta in più da giocare. “Chaleco”, che parte dalla sesta posizione, può alzare il ritmo e, pur rimanendo in “curva” di sicurezza, è sempre più redditizio man mano che passano i chilometri. Dopo aver rallentato per sincerarsi delle condizioni di Coma, riparte e a metà tappa il cileno vede Gonçalves. Barreda non è, oggi, un pensiero, ma nel finale arriva di nuovo Rodrigues. Lopez si avvicina nelle parti più tecniche, ma le moto degli avversari diretti sono più efficaci nei tratti di pista più veloci. Nell’ultima parte della Speciale, Lopez tira i remi in barca e concretizza un utilissimo terzo posto di giornata, che vale al cileno l’avanzamento di una posizione nella classifica generale. Adesso Lopez è quinto, ed ha ritrovato il ritmo giusto per affrontare la fase cruciale del Rally.
Analogamente Alessandro Botturi, che non ha commesso alcun errore, ha fatto un altro passo avanti, concludendo la difficile Speciale al settimo posto. Davanti al bresciano del Bordone-Ferrari Racing Team, ormai, ci sono solo Piloti di “provata esperienza”, e con un curriculum specifico assai più importante. Una volta di più Botturi, questa volta insieme all’inglese Sunderland, dimostra di essere una valida promessa per il futuro della specialità. Il migliore degli italiani conta di fare ancora meglio, e in fretta.
Francisco “Chaleco” Lopez.«Una giornata molto proficua. Intanto il risultato. Un terzo posto è sempre una buona sensazione. Poi, finalmente una tappa senza alcun problema. Arcarons ci ha aiutato molto rileggendo con noi il road book, e continua a esortarci a fare attenzione alle piste del Marocco. Lui le conosce bene, è un’autorità in materia. Infine ci ricorda quale è la nostra “mission”, tra meno di tre mesi. Ho tenuto un ritmo non elevatissimo ma costante, ho navigato bene e non ho commesso errori. Le nostre moto “pagano” qualcosa in termini di velocità pura rispetto alle ultime versioni delle ufficiali, ma i nostri meccanici fanno un gran lavoro e riescono a colmare, almeno in parte, il gap. Una buona giornata, insomma».
Alessandro Botturi. «Una tappa perfetta… al 90%! Dico così perché un Pilota deve sempre porsi il massimo degli obiettivi. “Purtroppo” siamo qui per lavorare, per fagocitare esperienza, e non dovremmo pensare al risultato, specialmente di giornata. Tra le cose più importanti della terza tappa bisogna ricordare l’ottimo risultato complessivo di squadra, ed il fatto che non ho fatto un solo errore. Non ho sbagliato molto, in questo Rally, ma finalmente una tappa perfetta. Sono anche abbastanza veloce, non ostante la mia “stazza” e la moto che non ha tutta la cavalleria dei primi. Non voglio comunque strafare, rischiare alla ricerca di una velocità di punta. Poi, magari, succedono cose come quella di oggi. Marc Coma è caduto a bassa velocità ed è costretto al ritiro. È stato sfortunato, ma sono sicuro, e glielo auguro, che si riprenderà in fretta e ce lo ritroveremo con lo stesso smalto di sempre alla Dakar».
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