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Mancano due giorni all’Hell’s Gate, l’ormai tradizionale gara di enduro estremo organizzata da Fabio Fasola e dal suo team che costituisce di fatto l’apertura di stagione 2015 per la specialità. Graham Jarvis, imbattuto dal 2011, punta alla quinta vittoria consecutiva in sella alla sua Husqvarna– una prestazione che inaugurerebbe la stagione nel migliore dei modi, e lo renderebbe il pilota più vincente di sempre al Ciocco.
Vi presentiamo quindi un’intervista, realizzata direttamente dalla Casa austro-svedese, in cui Jarvis racconta delle edizioni passate e delle sue ambizioni per il 2015.
Nel 2014 hai letteralmente dominato l’Hell’s gate – ne sei rimasto sorpreso?
«Lo scorso anno tutto è andato alla perfezione, cosa che all’Hell’s gate succede raramente. Sono andato bene nelle qualifiche della mattina, e la cosa mi ha preparato alla gara, in cui tutto ha funzionato come doveva. Sono partito bene, riuscendo a prendere un buon vantaggio subito e continuando a spingere. I 22 minuti di vantaggio al traguardo però sono stati una sorpresa – spero che le cose girino bene anche nel 2015».
Cosa ti aspetti dall’evento di quest’anno?
«Qui bisogna aspettarsi qualunque cosa. Il meteo normalmente è la variabile più incerta. Certi anni non fa troppo freddo, e nei torrentelli si trova l’acqua, altre volte è gelido e ci sono solo neve e ghiaccio. Ma il concetto non cambia: è una gara lunga e difficile a prescindere dal meteo. Il percorso di solito è sempre lo stesso, al netto di qualche piccolo cambiamento. Generalmente le qualifiche non sono del tutto estreme, ma è importante non commettere errori. La gara in sé, beh, quella resta impegnativa e durissima».
L’Hell’s gate è uno dei pochi eventi in cui si corre anche al buio. E’ difficile abituarcisi?
«Non eccessivamente. L’importante è non danneggiare le luci, un anno mi è successo e la cosa complica non poco la situazione. Se le luci funzionano è tutto a posto. Il pezzo di gara al buio è abbastanza corto, ma ciò non toglie che possa portare diverse sorprese».
Sulla scorta delle tue quattro vittorie raccontaci: cosa si prova ogni anno ad essere il primo pilota a scalare l’Hell’s Peak, la salita finale, dopo quasi 10 ore di gara?
L’Hell’s Peak è diversa da qualunque altra cosa ci sia in qualunque altra gara. E’ una salita impossibile da affrontare da soli
«L’Hell’s Peak è diversa da qualunque altra cosa ci sia in qualunque altra gara. E’ una salita impossibile da affrontare da soli – serve l’aiuto del pubblico che spinge e tira. Ogni volta che ci arrivo sento una grande scarica di adrenalina – l’atmosfera è elettrizzante, tutti si sentono partecipi. Il pubblico ti porta letteralmente in trionfo sul traguardo – uno spettacolo davvero folle».
Lo scorso anno hai vinto il tuo primo Hell’s Gate con Husqvarna, e da campione in carica l’obiettivo non può essere altro che una vittoria. Chi sarà l’avversario più difficile da battere?
«Ogni anno la concorrenza si fa più forte – in questo momento credo ci siano quattro piloti in grado di puntare alla vittoria. Johnny Walker l’anno scorso ha fatto secondo, e ci tiene molto a battermi qui in Italia, ma devo tenere d’occhio anche il mio compagno di squadra Alfredo Gomez: l’anno scorso ha dovuto rinunciare all’Hell’s Gate perché malato, ma in settembre ha vinto la Extreme Lagares, una gara molto tecnica che si corre su un terreno simile all’Hell’s Gate. E’ giovane e affamato di gloria…»
Ultima domanda: una quinta vittoria ti renderebbe il pilota più vincente di sempre all’Hell’s Gate. E’ importante per te?
«L’importante per me è dare sempre il meglio per vincere in tutte le gare, ma direi che sapere di poter diventare il pilota più vincente in un determinato evento sia qualcosa si speciale. L’Hell’s Gate è una gara che mi piace moltissimo, e la cosa naturalmente mi aiuta. Lo scorso anno le cose sono andate alla perfezione, ma so bene che non sarò certo l’unico pilota con ambizioni di vittoria. Farò del mio meglio, come sempre, sperando che vada tutto per il meglio».