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L’Hell’s Peak, la salita impossibile che sancisce la chiusura definitiva del cancello dell’inferno è il concentrato emotivo dell’intera corsa. Vi confluiscono pochi Piloti, scampati al “massacro” di Hell’s Gate. La salita diventa parte attiva della corsa e del coinvolgimento del pubblico, che accorre a condividere l’ultimo atto della fatica estrema nel momento risolutivo, bilanciamento perfetto di un evento in cui il culmine emotivo coincide con l’epilogo. Graham Jarvis, Campione in carica, ha ancora una volta avuto ragione dell’Hell’s Peak e degli avversari rimasti in pochi, pochissimi, quattro soltanto, a contendergli lo scettro che ha reso famoso l’inglese sull’olimpo dell’Enduro nella sua forma più spettacolare e critica, l’Estremo.
L’inglese del Flite Team, Pilota supported Husaberg, ha concluso la gara eliminatoria del mattino al secondo, posto, alle spalle del debuttante Jonny Walker (KTM), evidentemente amministrando le risorse in vista dell’impegno cruciale del pomeriggio. 17 Piloti al termine del primo giro, e 11 alla fine del secondo.
I tre giri finali (il sesto, inizialmente previsto, è stato tolto per… pietà), diventano davvero critici. Sette magnifici Piloti restano in gara al terzo passaggio, nell’ordine Graham Jarvis, Jonny Walker, Xavier Galindo, Webb Cody, Andreas Lettembichler, Douglas “Dougie” Lampkin e Piero Sembenini.
L’Italiano è fuori al passaggio successivo, il quarto, poiché ha oltrepassato la soglia dei trenta minuti di ritardo dal primo, e nel giro finale è la volta di Lampkin a dover dare forfait. Cinque magnifici fuoriclasse sul podio finale di Hell’s Gate edizione 2012.
Cinque assi stratosferici. Graham Jarvis (Husaberg), stremato, che ha un mancamento alla fine della salita impossibile ma supera il traguardo aiutato dal pubblico (il regolamento lo consente, anzi lo “ordina”), l’inglese Jonathan Walker, detto Jonny (KTM), lo spagnolo Xavi Galindo (Husaberg), l’americano Cody Webb (Beta) ed il tedesco Andreas Lettembichler (Husqvarna).
Alessandro Botturi (KTM), che portava al debutto ufficiale nell’alta società dell’Enduro il Team Bordone Ferrari, ha condotto una gara memorabile al mattino, quando ha concluso al terzo posto, ma è rimasto vittima di un imprevisto che gli ha impedito di portare a termine la finalissima di Hell’s Gate: un lungo filo di ferro, nascosto tra la vegetazione, si è arrotolato attorno al mozzo posteriore della sua moto impedendo a moto e Pilota di procedere ulteriormente. Tutto questo accadeva nel corso del secondo giro dei cinque della fase finale di Hell’s Gate, autentico capolavoro dell’Estremo di Fabio Fasola.
Piero Batini
Foto: APphotosport