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Eh già, non bastavano la Salamandra, le Cascate e la salita del Laghetto. Ci voleva la neve per far contento quel disgraziato (in senso buono, forse) di Fabio Fasola, mitico organizzatore della gara di enduro estremo più dura del mondo. Il 2015 ha visto in azione pure la neve, e che neve. Dopo la gara eliminatoria del mattino, iniziata al gelo della Garfagnana all’alba, si è passati alla finale del pomeriggio che ha distrutto la resistenza dei piloti, dei cronometristi e – siate comprensivi – pure di chi vi scrive. Per la prima volta da quando seguo l’Hell’s Gate, sono dovuto rientrare in sala stampa prima della fine della gara con le ottiche della macchina fradice (vale come scusa?).
Torniamo però alla gara vera. Il mattino ha promosso solo 14 finalisti, guidati dal bravo Mario Roman, che ha preceduto il vincitore del 2014 Jarvis e Enockl. Nicoletti si è confermato migliore italiano al decimo posto. Lenzi è tredicesimo.
La pioggia ha reso la gara del mattino bella impestata, al punto che Fasola ha saggiamente deciso di allungare i tempi del fuori massimo. Ma non è bastato, il percorso ha fatto ugualmente una grande selezione, aprendo le porte della finale solo a 14 fortissimi piloti.
Alle 15.30 è partita la finale vera e propria. Il Ciocco si è trasformato in questa occasione in un autentico girone dantesco, d’altra parte siamo pur sempre in Toscana. Lungo il percorso non è mancato il pubblico che da sempre dà colore alla Hell’s Gate, ma nell’occasione più che il colore cercava il calore! Si spiegano così i bei falò accesi nel bosco per combattere il freddo provocato da una terribile bufera di neve che ha flagellato tutte le zone alte della gara estrema.
Le salite e le discese sono diventate terribilmente viscide, il fango ha coperto ogni tratto pianeggiante del percorso, dove di solito i piloti provano a riprendere fiato. Nel 2015 non c’è stato respiro per nessuno. Anche i cronometristi e i marshall hanno dovuto lottare col freddo per portare a termine la gara, che è stata ridotta da 5 a 4 giri. Comunque tantissimi in queste condizioni! Graham Jarvis e la sua Husqvarna hanno da subito imposto un ritmo infernale alla gara, seguiti da Jonny Walker su KTM. Il bravo Alfredo Gomez si è dovuto ritirare alla fine del primo giro per un problema tecnico (lo vedete nelle foto senza la sella). Ben presto anche Jarvis è fuori dai giochi a causa di un problema tecnico alla sua moto.
L’inglese Walker ha spinto come un dannato e a metà corsa è passato al comando. Alle 19.20 è stato proprio Jonny ad affrontare per primo, dopo quasi 4 ore di gara, la terribile salita finale, famosa come Hell’s peak. Si è così aggiudicato la vittoria finale, ecco il suo commento al termine di una giornata epica: “Sono felicissimo per questa vittoria. Quando ho iniziato il quarto e ultimo giro, avevo l’adrenalina a mille per essere al comando. Ma dopo pochi minuti ho avuto un crollo fisico e ho temuto davvero di non farcela. Sono contento, credo che questa sia stata la gara più dura che ho vinto nella mia carriera. E ne ho corse di gare estreme!”.
Al secondo posto troviamo il soprendente Mario Roman (KTM), che aveva già vinto la gara eliminatoria del mattino. Mario ha disputato una corsa maiuscola, con l'aggravante di un problema alle luci aggiuntive della moto che ha reso la sfida ancora più difficile quando sono scese le tenebre. Il suo distacco da Walker è stato di 27 minuti.
A 32 minuti dal primo si classifica il terzo pilota, che ha completato l'Hell's 2015: Lars Enockl, anche lui su KTM a due tempi. L'austriaco è stato una rivelazione e le sue parole descrivono bene le difficoltà di questa giornata: "Ci tenevo tantissimo a finire la corsa, era una sfida nella sfida. E' stata durissima restare in sella dalla mattina presto fino a notte in queste condizioni. Non mi hanno messo in difficoltà le Cascate o la Salamandra, nemmeno il Laghetto. La parte infernale era quest'anno più in alto, abbiamo corso al gelo sotto una vera bufera di neve! Sono troppo felice di essere sul podio".
Il 2015 sarà ricordato come una delle edizioni più dure dell’Hell’s Gate, una gara divenuta difficile persino per i piloti più forti dell’enduro estremo. Nonostante la neve, la manifestazione si è potuta comunque svolgere regolarmente e per questo va fatto un grande plauso a Fabio Fasola e al suo incredibile staff. Un gruppo di amici, innanzitutto, capace di portare a termine anche la sfida più difficile. Bravi tutti!