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Il conto alla rovescia degli Internazionali d’Italia è iniziato e l’aspettativa si fa sempre più coinvolgente grazie alle novità della formula di gara e alla nutrita lista piloti prevista per l’edizione 2012. Questa volta è il team Yamaha ufficiale a commentare quello che si preannuncia essere un campionato appassionante per gli spettatori e utile ai piloti per affilare le armi in previsione del debutto iridato di Valkenswaard del prossimo 9 aprile. Il primo commento spetta a Michele Rinaldi, responsabile del team vice campione MX1 Yamaha Monster Energy.
Il tuo passato di ex pilota e di grande campione è sicuramente una componente importante per il tuo ruolo di manager, quanto è rilevante per individuare e risolvere le esigenze della tua squadra?
«L’esperienza insegna tante cose e a volte gioca un ruolo fondamentale per raggiungere il successo, indubbiamente il fatto di aver fatto 14 anni di gare mi ha aiutato enormemente nel mio lavoro».
Quali prospettive per la stagione 2012?
«I favoriti sono i soliti della scorsa stagione, ma è possibile che arrivino anche delle belle sorprese. Da parte nostra posso dire che abbiamo piloti e moto molto competitivi, per cui ambiamo a risultati ai vertici».
L’Europa e l’America sono separate geograficamente da un oceano e in molti pensano che nel motocross la distanza sia siderale, sia in termini sportivi che organizzativi, secondo te è così, il gap è diminuito o addirittura abbiamo superato gli statunitensi?
«Sono due mondi diversi e con mentalità all’opposto, per cui è ovvio che la stessa disciplina non venga interpretata allo stesso modo. Ritengo che la distanza che ci separa non sia così lontana, probabilmente negli Stati Uniti ci sono solo 2 o 3 piloti che corrono ad un livello superiore agli europei».
Il fatto che ancora oggi in Europa, francesi a parte, i giovani pratichino poco e poco volentieri il supercross può essere considerato un fattore di handicap nel momento in cui ci confrontiamo con gli americani?
«Sicuramente, perché l’allenamento al supercross spinge il pilota a migliorare la propria tecnica di guida, e negli anni ciò può fare la differenza».
L’utilizzo delle 125 2 tempi è davvero così determinante per la formazione tecnica dei nostri giovani, o la si può considerare una moda del momento?
«Nessuna moda, penso che sia le 85 che le 125 2 tempi non possano essere sostituite da moto di altre cilindrate».
Il tuo stile sembra essere perfetto per guidare la Yamaha 450, in cosa senti più competitiva la tua YZ 2012 rispetto a quella della scorsa stagione?
«Dopo il mio infortunio alla fine del 2011 abbiamo fatto un sacco di test in Germania sia in piste dure che sulla sabbia, lavorando molto sulla facilità e maneggevolezza della moto. Abbiamo già raggiunto degli ottimi livelli, ma continueremo a lavorare anche durante gli Internazionali d'Italia per arrivare pronti in Olanda».
Un tuo pregio e un tuo difetto per quanto riguarda la tua guida.
«Per quanto riguarda la prima è che non mollo mai, una lacuna è che qualche volta voglio essere troppo veloce».
Le prove di questi Internazionali d’Italia saranno il primo vero banco di prova su cui vi confronterete e prenderete le misure con gli altri protagonisti del Mondiale, chi sarà secondo te nel mondiale MX1 il Rookie da tenere d’occhio?
«Sono un termine di paragone importante anche se alcuni piloti manterranno un certo margine in queste prime gare. Solo al debutto iridato si capirà veramente il valore delle forze in campo, ma sono sicuro che quest'anno ci saranno molti pretendenti al titolo MX1».
Pregi e difetti della tua guida?
«Difficile valutarlo, anche perché non guido sempre nello stesso modo. A volte sono più aggressivo, altre riesco a guidare molto rilassato, dipende da diversi fattori tra cui il tipo di pista».
Quanto ha inciso la pratica del supercross con il tuo stile di guida così bello da vedere?
«Ho corso sulle piste supercross fin da piccolo, questa disciplina mi piace molto e la tecnica che ho assimilato mi ha permesso di acquisire il mio modo di condurre la moto anche nel motocross tradizionale».
Pensando agli Internazionali, e in prospettiva al Mondiale, chi vedi come pilota da battere nella MX2?
«Vorrei proprio rivivere il duello che ho avuto con Herlings nel 2009 quando correvamo assieme nel campionato europeo. Ora che mi trovo in una squadra ufficiale posso sfruttare tutte le possibilità che mi vengono date per realizzare questo desiderio, le persone che mi circondano sono fondamentali per il mio equilibrio e oggi finalmente ho ritrovato la forma mentale che avevo quando ero protagonista nel campionato europeo».