Internazionali d'Italia: parla il team Yamaha Monster Energy

Internazionali d'Italia: parla il team Yamaha Monster Energy
Ad una ventina di giorni dall’apertura del campionato il team manager Michele Rinaldi e i piloti Philippaerts, Frossard e Charlier fanno il punto della situazione
3 febbraio 2012


Il conto alla rovescia degli Internazionali d’Italia è iniziato e l’aspettativa si fa sempre più coinvolgente grazie alle novità della formula di gara e alla nutrita lista piloti prevista per l’edizione 2012. Questa volta è il team Yamaha ufficiale a commentare quello che si preannuncia essere un campionato appassionante per gli spettatori e utile ai piloti per affilare le armi in previsione del debutto iridato di Valkenswaard del prossimo 9 aprile. Il primo commento spetta a Michele Rinaldi, responsabile del team vice campione MX1 Yamaha Monster Energy.


Michele Rinaldi


Sono momenti difficili in cui anche le squadre ufficiali sono costrette ad ridurre i budget a causa della recessione economica generale, quanto ha condizionato tutto questo la vostra preparazione tecnica e logistica per la stagione 2012?
«In parte siamo negativamente influenzati ed i programmi non possono seguire esattamente quello che era stato a suo tempo pianificato, ma comunque stiamo facendo un lavoro soddisfacente e mi auguro i risultati lo confermino».

Cosa si potrebbe fare per affrontare “corporativamente” la ristrettezza economica in cui ci troviamo?
«La cosa migliore sarebbe incontrarci e discuterne assieme, ma la richiesta di questo confronto deve partire dalle istituzioni e non dai singoli».

Gli Internazionali d’Italia sono una buona occasione per calibrare il tiro sul Mondiale anche a livello tecnico, qualche anticipazione sulle novità che porterete al debutto di Montevarchi?
«Le gare che anticipano la stagione iridata sono indispensabili per provare alcune specifiche tecniche sia per quanto riguarda la parte ciclistica che quella motoristica oltre che per verificare che il pilota confermi quanto scelto precedentemente nei test di fine anno, per cui fino al primo GP non sempre ci sono anticipazioni che si possono dare perché’ nulla è ancora definitivo. Comunque abbiamo lavorato sia sulla parte termica che sulle sospensioni».
Rinaldi e Raspanti
Rinaldi e Raspanti
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Il tuo passato di ex pilota e di grande campione è sicuramente una componente importante per il tuo ruolo di manager, quanto è rilevante per individuare e risolvere le esigenze della tua squadra?
«L’esperienza insegna tante cose e a volte gioca un ruolo fondamentale per raggiungere il successo, indubbiamente il fatto di aver fatto 14 anni di gare mi ha aiutato enormemente nel mio lavoro».

Quali prospettive per la stagione 2012?
«I favoriti sono i soliti della scorsa stagione, ma è possibile che arrivino anche delle belle sorprese. Da parte nostra posso dire che abbiamo piloti e moto molto competitivi, per cui ambiamo a risultati ai vertici».

L’Europa e l’America sono separate geograficamente da un oceano e in molti pensano che nel motocross la distanza sia siderale, sia in termini sportivi che organizzativi, secondo te è così, il gap è diminuito o addirittura abbiamo superato gli statunitensi?
«Sono due mondi diversi e con mentalità all’opposto, per cui è ovvio che la stessa disciplina non venga interpretata allo stesso modo. Ritengo che la distanza che ci separa non sia così lontana, probabilmente negli Stati Uniti ci sono solo 2 o 3 piloti che corrono ad un livello superiore agli europei».

Il fatto che ancora oggi in Europa, francesi a parte, i giovani pratichino poco e poco volentieri il supercross può essere considerato un fattore di handicap nel momento in cui ci confrontiamo con gli americani?
«Sicuramente, perché l’allenamento al supercross spinge il pilota a migliorare la propria tecnica di guida, e negli anni ciò può fare la differenza».

L’utilizzo delle 125 2 tempi è davvero così determinante per la formazione tecnica dei nostri giovani, o la si può considerare una moda del momento?
«Nessuna moda, penso che sia le 85 che le 125 2 tempi non possano essere sostituite da moto di altre cilindrate».

Steven Frossard


Dopo la stagione 2011 che ti ha visto inaspettato protagonista nella classe MX1 quest’anno sei atteso al via di Montevarchi da tutti coloro che ti vedono tra i favoriti sia per la vittoria degli Internazionali che per il titolo mondiale. Le aspettative sui tuoi risultati ti danno più determinazione oppure cerchi di evitarle per non sentirne la pressione?
«All’inizio dell’anno fisicamente non ero molto a posto, ma poi mi sono ripreso e mi sono potuto allenare correttamente in Sardegna assieme al mio team, così ho cominciato a sentirmi molto bene sulla moto. Per quanto riguarda la mia condizione psicologica non sento più pressione rispetto allo scorso anno, e il mio obiettivo principale rimane il campionato del mondo MX1 ma mi piacerebbe vincere anche quest’anno il titolo degli Internazionali d’Italia».
Frossard
Frossard


Il tuo stile sembra essere perfetto per guidare la Yamaha 450, in cosa senti più competitiva la tua YZ 2012 rispetto a quella della scorsa stagione?
«Dopo il mio infortunio alla fine del 2011 abbiamo fatto un sacco di test in Germania sia in piste dure che sulla sabbia, lavorando molto sulla facilità e maneggevolezza della moto. Abbiamo già raggiunto degli ottimi livelli, ma continueremo a lavorare anche durante gli Internazionali d'Italia per arrivare pronti in Olanda».


Un tuo pregio e un tuo difetto per quanto riguarda la tua guida.

«Per quanto riguarda la prima è che non mollo mai, una lacuna è che qualche volta voglio essere troppo veloce».

David Philippaerts

Cinque mesi di stop dovuti al tuo infortunio sono tanti, in che condizione fisica ti presenterai al via degli Internazionali d’Italia?
«Spero di essere pronto, mi sto allenando tanto per rientrare più in forma possibile credo che questa pausa mi abbia fatto molto bene, speriamo in un buon campionato sia per quanto riguarda gli Internazionali che per il Mondiale».

La tua grinta ha fatto sì che i tuoi Fans ti soprannominassero “guerriero”, ma quanto si può sopperire con la sola determinazione alla mancanza di condizione fisica?
«Tantissimo, a volte si vince solo con la testa».
Philippaerts
Philippaerts


Le prove di questi Internazionali d’Italia saranno il primo vero banco di prova su cui vi confronterete e prenderete le misure con gli altri protagonisti del Mondiale, chi sarà secondo te nel mondiale MX1 il Rookie da tenere d’occhio?
«Sono un termine di paragone importante anche se alcuni piloti manterranno un certo margine in queste prime gare. Solo al debutto iridato si capirà veramente il valore delle forze in campo, ma sono sicuro che quest'anno ci saranno molti pretendenti al titolo MX1».

Pregi e difetti della tua guida?
«Difficile valutarlo, anche perché non guido sempre nello stesso modo. A volte sono più aggressivo, altre riesco a guidare molto rilassato, dipende da diversi fattori tra cui il tipo di pista».

Christophe Charlier


Il 2012 ti vede in MX2 nuovamente in sella a Yamaha ma con una nuova squadra, il Team Rinaldi: quali sono le differenze principali tra le due strutture? Qualche anticipazione sulla tua YZ250F di casa Rinaldi?
«Sono davvero felice di essere di nuovo su una Yamaha e soprattutto in un team ufficiale. Ho già imparato a conoscere questa nuova squadra e posso dirvi che mi sento alla grande! E’ una struttura molto professionale, attenta e ambiziosa che mi da una grande motivazione. La mia nuova moto è davvero formidabile, che ho perfezionato nei dettagli secondo i miei gusti grazie ai numerosi test che abbiamo effettuato, e ora è veramente un piacere quando guido».
Charlier
Charlier


Quanto ha inciso la pratica del supercross con il tuo stile di guida così bello da vedere?
«Ho corso sulle piste supercross fin da piccolo, questa disciplina mi piace molto e la tecnica che ho assimilato mi ha permesso di acquisire il mio modo di condurre la moto anche nel motocross tradizionale».

Pensando agli Internazionali, e in prospettiva al Mondiale, chi vedi come pilota da battere nella MX2?
«Vorrei proprio rivivere il duello che ho avuto con Herlings nel 2009 quando correvamo assieme nel campionato europeo. Ora che mi trovo in una squadra ufficiale posso sfruttare tutte le possibilità che mi vengono date per realizzare questo desiderio, le persone che mi circondano sono fondamentali per il mio equilibrio e oggi finalmente ho ritrovato la forma mentale che avevo quando ero protagonista nel campionato europeo».

 

 

 

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