Intervista a Christian Iddon

Il giovane inglese - ha solo 22 anni - farà strada. Nel mondiale S1, in sella all’ Aprilia 5.5 SXV, è giunto terzo. All’EICMA ha corso con la caviglia fratturata. Stoico
26 novembre 2007
Un giovane pilota dalla tempra d’acciaio, nel fisico, da lottatore, e nel carattere. Christian Iddon ha le carte in regola per sfidare i mostri sacri che corrono nella Mondiale Supermoto S1, che rispondono ai nomi di Gerald Delepine e di Attilio Pignotti. All’EICMA ha sfoderato la forza di volontà che spesso fa di un talento un vero campione. Nella Finale del Trofeo Supermoto Iddon è in lizza per la prima posizione, alle spalle dell’ex crossista Ivan Lazzarini. Christian, per non perdere terreno dal leader della gara, decide di affrontare il doppio salto dell’arrivo, lo stesso che aveva ospitato la sfida dell’Europeo di Supercross. Ci vuole pelo sullo stomaco, e Iddon non si tira indietro. Arriva dall’altra parte, ma leggermente corto. Quel tanto che basta a rimediare una botta terrificante alla caviglia destra. L’alfiere Aprilia pensa al risultato, vuole la vittoria e non molla. Continua a correre fintantoché il dolore non lo stende a terra. I commissari di gara sulle prime non capiscono il motivo che spinge il pilota ad accasciarsi di colpo sul terreno di gara, ma l’esito degli esami in ospedale non lascia spazio a dubbi: Iddon, all’atterraggio dal salto, ha riportato dei seri danni al legamento della caviglia. Legamento che ha strappato un pezzo d’osso. Nemmeno Chuck Norris avrebbe sopportato tanto. Nel 2008 Christian Iddon correrà ancora con Aprilia nella classe, la S1, che vede al via le moto più potenti. Si confronterà con piloti di lungo corso, quelli che hanno calcato le piste del Mondiale di Motocross, ancor prima che di Supermotard. Anche il giovane inglese viene da Motocross, specialità che lo ha visto protagonista nel campionato inglese junior sino al 2002. In quegli anni ha disputato diverse gare su ghiaccio, affinando le doti di slider che poi torneranno utili nell’arte dei traversi sull’asfalto. Il suo bottino 2007 è decisamente ricco: Campione Inglese Supermotard nella Classe Open e nell’Assoluta, terzo nel Campionato del Mondo Classe S1 (nel 2006 era finito quarto, ma un infortunio al ginocchio lo aveva oltre modo penalizzato). Ne ha fatta di strada il bambino biondo che girava intorno a casa in sella al piccolo PW 50. La sua SXV 550 è una delle pretendenti al titolo di regina del 2008. Nel 2006 la svolta, il passaggio in Aprilia ti ha messo le ali. Cosa è successo? Christian Iddon :”Mi sono trovato subito benissimo con la bicilindrica di Noale. Ha un motore favoloso, non me l’aspettavo (sorride guardando la sua moto, si vede che ne è entusiasta, ndr). È stato facile abituarsi all’erogazione del bicilindrico, si è rivelata perfetta per il Supermotard”. Hai appena vinto il Campionato Inglese. Come vedi le Supermoto nel tuo paese? Christian Iddon :”Le gare stanno crescendo, il pubblico dimostra interesse. Certo non siamo ai livelli del Mondiale o di certi campionati nazionali, dove il Supermotard ha preso piede da alcuni anni. Sono fiducioso, è uno sport spettacolare come pochi altri”. Molti vorrebbero eliminare il settore offroad (ricordiamo che le gare si disputano su tracciati in parte d’asfalto, in parte di terra battuta), reo di privilegiare troppo gli ex campioni del mondo di Motocross. Cosa ne pensi? Christian Iddon :”Sono assolutamente contrario! I salti, le whooops sono elementi fondamentali del supermotard. Se vuoi essere un super pilota, devi essere veloce su terra e su asfalto. Fa parte della definizione stessa della disciplina. E considera che te lo dice uno che fatica a contrastare piloti che nel Motocross vincevano i gran premi”. La soluzione bulgara è valida (nel gp in Bulgaria hanno asfaltato i salti e le whoops)? Christian Iddon :”E’ stato un esperimento interessante e ci siamo divertiti a saltare sull’asfalto. Ma il fuoristrada deve rimanere tale”. Sei in squadra con uno dei re della specialità, Thierry Van den Bosch. Ti aiuta nello sviluppo della tua moto? Christian Iddon :”C’è uno scambio di informazioni naturale tra i tecnici, ma direi che ognuno segue la sua strada. Le moto derivano da quelle di serie, c’è una base condivisa. Ciascun pilota però si adatta la moto a misura sua, e non è detto che quello che va bene a me, vada bene a lui. E viceversa”. Christian ha le idee chiare circa i programmi della prossima stagione e lo sviluppo del suo missile a 2 cilindri. È tornato in Inghilterra e, a giudicare dal filmato crazy che vi proponiamo, morale e caviglia sono pronti per le prossime sfide a ruote di traverso. Di seguito trovate il video che Christian (Squ)Iddon ha girato con l'amico Norge per raccogliere fondi da destinare alla fondazione Chris Jones (dal nome del pilota inglese di 14 anni morto in gara nel 2005), che si batte per incrementare la sicurezza dei giovani centauri.
Andrea Perfetti (Foto: Archivio, Ezio Romano, Andrea Perfetti)
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