Intervista a Lunardini
4 luglio 2007
La tappa italiana del Mondiale di Trial svoltasi a Erba nello scorso weekend ci dà l’opportunità per fare un bilancio su questa disciplina motoristica. A tal fine abbiamo intervistato il coordinatore della specialità Francesco Lunardini, il quale si è espresso in una serie di valutazioni sulle prospettive di questo sport.
“La rispondenza di pubblico nella tappa di Erba – asserisce Lunardini – è stata notevole. Mi ha sorpreso vedere intere famiglie assistere entusiaste all’esibizione dei campioni. Questo significa che abbiamo la possibilità di raggiungere un target molto più ampio, che non quello dei semplici appassionati di settore”.
Progettare una tappa di un Mondiale non è facile. L’organizzazione ad Erba l’ha soddisfatta?
“Dal punto di vista organizzativo le cose sono andate bene anche se, con una fiera espositiva si poteva coinvolgere maggiormente il pubblico. Abbiamo scoperto che il Trial non è solo una nicchia di appassionati ma attira molti curiosi e perciò nelle prossime occasioni si potrà sviluppare un percorso diverso, piuttosto che puntare sul mero aspetto della competizione”.
Interrogato sullo stato del Trial, Lunardini dichiara:
“I numeri sono sostanzialmente quelli dello scorso anno con 1.200 licenziati e 3.000 amatori, ma non possiamo accontentarci. Con l’aiuto della Federazione Motociclistica Italiana dobbiamo crescere per ottenere risultati di prestigio a livello internazionale: in questo senso la vittoria di Fabio Lenzi nella prova dell’Europeo di sabato fa ben sperare.”
Un punto fondamentale da cui partire?
“E’ necessario avere più aree e percorsi autorizzati rispetto a quelle attuali e fare un’attività di promozione ancora più intensa, in modo da far conoscere ed appassionare le persone, e soprattutto i più giovani, a questa disciplina”.