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Il leone di Riccione ha tenuto alta la bandiera italiana nel Gran Premio di Misano, vincendo a mani basse la classe 125. Gli occhi erano puntati su Andrea Dovizioso e Valentino Rossi, messi fuori dalle clamorose rotture delle loro moto.
Mattia ha dominato, dimostrando di essere uno dei più veloci in pista e di meritare a pieno titolo l'Aprilia ufficiale con cui correrà in 250 la prossima stagione.
Nato il 13 agosto 1985, ha cominciato a calcare le piste bitumate a 4 anni, quando la maggior parte di noi era alle prese con le rotelle della Graziella.
A 11 anni vinceva già i gran premi delle mini moto davanti ad altri ragazzini. E che ragazzini: Dovizioso, Poggiali e De Angelis vedevano spesso solo lo scarico di Mattia.
Un'infanzia dedicata alle corse, sempre vissute come gioco e divertimento. Mai come imposizione. Un ruolo fondamentale l'ha avuto il padre Luca (vincitore di alcuni titoli italiani di velocità), che gli ha trasmesso la passione, mai l'obbligo del risultato. Un chiaro messaggio per tanti papà.
E Mattia parte proprio dagli inizi: Vado in moto da un pezzo, ho cominciato a 4 anni, a 11 ero già campione italiano mini moto. D'altra parte con un babbo simile era difficile che mi dedicassi ad altro!
E cosa faceva di tanto speciale il babbo?
Mattia: Aveva una squadra che correva il campionato mini moto, anche perché le motine le fabbrica lui (il papà di Mattia è titolare della Pasini Mini Project, nda). Così ho cominciato a correre anche io nella squadra e non andavo mica male....
Padre, team manager e costruttore, tutto in famiglia. Se mancava il risultato, erano ceffoni?
Mattia: No, no! A casa non m'hanno mai cazziato per i risultati. Per quello che combinavo in giro sì, ma è un altra storia!
Mattia ride e non c'è verso di sapere cosa combinasse in giro da ragazzino. Ma si sa, la Romagna è terra di donne e motori.
A 11 anni correvi e vincevi, come coniugavi studio e sport? Occhio alla risposta, che l'abbandono scolastico in Italia è già alto!
Mattia: L'attività agonistica a questo livello è un lavoro, non ti lascia spazio per fare altro. Ciò non toglie che il diploma di scuola superiore l'ho portato a casa, c'ho messo un po', ma ce l'ho fatta. Anche lo studio è importante, non solo il manubrio!
Un altro suggerimento utile, per i giovani che sognano le gare. E per i loro genitori race oriented.
Raccontaci dell'incidente del'98, eri a un passo dall'abbandono.
Mattia: Me la sono vista davvero brutta. In quegli anni facevo tanto Motocross, sia per passione che per allenamento. E andavo pure benino. Putroppo ho esagerato e l'ho pagata cara: giravo sul pistino vicino casa, a Misano, complice la stanchezza sono caduto. Un disastro: femore, clavicola e il braccio che non è più andato a posto. Ho strappato parzialmente i nervi, compromettendone l'uso.
Roba da appendere il casco al chiodo e tanti saluti.
Mattia: Infatti per 3 anni, sino al 2001, non ho più toccato la moto. I medici dicevano che non ci sarei più salito.
E tu?
Mattia: Ho risposto solo che era tutto da vedere! E avevo ragione io.
Quanto ti condiziona nella guida, nell'allenamento avere un braccio più debole?
Mattia cambia tono, non ha nulla da invidiare agli altri piloti e ci tiene a ricordarlo (non solo in pista): Nella guida delle moto da Gp ci vuole cervello, tecnica e pelo sullo stomaco. La forza serve se guidi un 450 nella pista di Motocross, non tra i cordoli... Altrimenti Pedrosa dovrebbe fare un altro sport.
I piloti più forti con cui ti sei confrontato, dacci qualche nome?
Mattia: Uno bello tosto è Bautista. Nel 2004 invece mi impressionò la velocità di Stoner, sai quello che adesso fa sfaceli in Moto Gp...
Hai detto niente. Passiamo alla vittoria di Misano del 2007, sei considerato uno dei piloti più veloci, finalmente un tuo sigillo su questo mondiale. E nella gara di casa.
Mattia: A Misano ero a un soffio dalla pole, ho sempre creduto nella vittoria. E ho fatto la gara perfetta, primo dall'inizio alla fine, con quasi 5 secondi su Talmacsi, attuale leader in campionato. Vincere davanti alla mia gente è stato grande, anche se...
Cosa?
Mattia nella cronaca post gara su Italia1 era dispiaciuto per la dose di sfiga massiccia abbattutasi sui suoi amici: Guardo sempre le gare degli altri, mi chiudo nel mio motorhome e non ci sono storie, voglio stare in santa pace a vedere 250 e Moto Gp. E quello che ho visto domenica a Misano non mi è piaciuto, perdere 2 gare così (Mattia parla di Dovizioso e di Rossi, nda), per rottura, è troppo!
Quest'anno hai sviluppato la nuova moto in gara. Un rischio?
Mattia: L'RSA 125 all'inizio ha richiesto molti collaudi per essere messa a punto, ma ha raggiunto presto il livello della RS 125 e ha cominciato ad andare molto bene, sono soddisfatto della moto e ho ripagato Aprilia col titolo costruttori e col 100esimo Gp in 125, entrambi raggiunti a Misano.
Obiettivi 2007?
Mattia: Sono settimo, a soli 34 punti dal terzo Koyama. Le proverò tutte per superarlo in campionato. So di potercela fare.
Come ti alleni?
Mattia: Palestra, piscina, bici... insomma tutta quella roba non fa per me. A me piace la moto, o comunque avere un motore sotto il sedere. In settimana giro con il Supermotard, il Go-kart e poco - per via del braccio - con la moto da cross. Al di fuori delle piste non si può dire che faccia vita morigerata. A Riccione sarebbe dura, quindi appena posso esco con gli amici, la discoteca è un appuntamento fisso.
Hai detto Go-Kart, sentiamo odore di 4 ruote. Un futuro alla Rossi?
Mattia: Se intendi i Rally, no non fanno per me. Sono davvero difficili!
Le Formula di categoria inferiore però mi piacerebbero da matti. A Malaga ho girato sul circuito Ascari, e mi sono divertito. Chissà, in futuro.
Che moto usi a Riccione?
Mattia: Giro da un anno con lo scooterone. Ho abbandonato la moto, troppo pericolosa su strada.
Auto niente?
Mattia: Ho la mitica Deltona Evo, colorazione Martini, del '94. Uno spettacolo! Una delle auto da Rally più belle mai prodotte in garage e la passione per le vetture Formula, la Romagna è davvero la terra dei motori.
A proposito, rosso Ducati o rosso Ferrari?
Mattia: Assolutamente Ducati, le Ferrari non mi piacciono!
Noi ci accontenteremmo di vederti in rosso Ducati.
Esprimevi il tuo disappunto per la gara di Rossi. Da osservatore privilegiato della Gp, che te ne pare?
Mattia parte in quarta: Queste gare non mi piacciono. Posto che il trinomio Stoner/Ducati/Bridgestone è imbattibile, è venuto meno il fattore uomo, quello che faceva la differenza nella massima categoria del motomondiale. Ora vince chi ha il pacchetto moto/gomme migliore. Non emerge il talento del pilota, c'è puzza di Formula Uno.
Soluzione, il monogomma?
Mattia: Più che il monogomma, valuterei un ridimensionamento dell'elettronica. Ha già massacrato lo spettacolo in Formula Uno. Prima che lo faccia anche da noi.
Andrea Perfetti