Jarno e il titolo mondiale conquistato con Soili [GALLERY]

Cinquant’anni fa l’indimenticabile Saarinen vinceva il campionato delle 250: dopo la vittoria decisiva di Imatra volle che la compagna salisse sul podio con lui: Soili era anche meccanico, cronometrista, autista. Un titolo per due
23 luglio 2022

Il prossimo 30 luglio saranno cinquant’anni esatti. Mezzo secolo fa, nel GP di casa corso a Imatra a fine luglio 1972, il finlandese Jarno Saarinen conquistava con la Yamaha il suo titolo mondiale. Chi ha vissuto quella stagione non la può dimenticare: Jarno prevalse su Pasolini in duemmezzo con quattro successi, fu secondo in 350 con tre vittorie dietro ad Ago, chiuse la stagione vincendo gare internazionali a raffica: in Gran Bretagna e da noi a Pesaro, quando nella famosa uscita estemporanea di fine agosto con le Benelli battè Agostini nella 350 e nella 500.

Jarno Saarinen era il fenomeno di quell’epoca, tanto che avrebbe iniziato la drammatica stagione 1973 dominando sia la 250 sia la 500 con le Yamaha ufficiali. Il venti maggio dell’anno venturo verrà celebrato con grande partecipazione il cinquantesimo anniversario della sua morte e di quella di Renzo Pasolini, al primo giro della 250 a Monza nel GP Nazioni. Oggi si ricorda quel suo storico titolo mondiale. Per un solo punto su Renzo, dopo gli scarti.

L’amico Maurizio Cavaliere, che amministra la pagina ufficiale Facebook dedicata a Jarno e Soili Saarinen, mi ha autorizzato a pubblicare le belle fotografie che corredano questo ricordo; lui sulla celebre ed ammiratissima coppia sa tutto, ha chiamato Soili la figlia, ed è particolare che proprio Soili Cavaliere abbia tradotto in italiano una lunga intervista che Soili Karme, la compagna di Jarno, rilasciò pochi anni fa all’olandese Ben Loojien.

Jarno - sottolinea Soili in quella chiacchierata - era anche un grande preparatore, era ingegnere meccanico. In quel 1972 Yamaha Amsterdam gli passò una nuova 250 raffreddata ad aria, mentre a Barry Sheene fu affidata la versione ad acqua. Barry con quella moto cadde rovinosamente e si arrabbiò (“moto di m…”) tanto da non volerla più vedere. Ebbene, a metà stagione, eravamo ad Abbazia, la moto passò a Jarno che nella prima gara ruppe, ma poi sistemò il motore risolvendo tutti i problemi: con quella moto vinse il titolo!”.

A Imatra, quel 30 luglio del 1972, Jarno Saarinen conquistò la gara (davanti a Silvio Grassetti) e il campionato con un GP di anticipo (e disertando il TT che considerava troppo pericoloso). Sul podio volle che salisse anche la sua Soili: il titolo mondiale apparteneva ad entrambi, lei gli faceva anche da assistente meccanico e da cronometrista, per far riposare il suo pilota guidava spesso il furgone con la roulotte al traino nelle lunghe trasferte. Tutti e due avevano lavorato duro.

Dopo quel drammatico 20 maggio 1973

Dopo il dramma di Monza, Soili cadde in depressione, tornò a casa dei suoi, si isolò dal nostro mondo e soffrì per anni. Ma seppe reagire, trovò presto lavoro in Finnair ed è rimasta trentacinque anni nella compagnia aerea finlandese. Ora è pensione, nell’intervista racconta che voleva dei bambini, si è sposata, due figlie l’hanno resa felice. Va spesso sulla tomba di Jarno pensando a lui; ma ha superato il lutto, è soddisfatta, ha fatto tante cose, la sua vita non è stata certo noiosa.

A Turku si erano conosciuti giovanissimi: lei 14 anni e Jarno 16. Un anno dopo ecco le prime corse: lui lavorava in estate alla Tunturi (costruttore di biciclette e importatore delle Puch), d’inverno studiava (arrivò alla laurea in ingegneria) e faceva le gare su ghiaccio, poi il proprietario della Tunturi gli regalò una moto e gli concesse di elaborarla in fabbrica per le gare in pista. Nel ’70 il primo mondiale disputato per intero con le Yamaha.

“La cosa più bella del paddock - ricorda con nostalgia Soili - era la passione e l’atmosfera: quasi tutti erano amici, c’erano pochi soldi, così ci si aiutava a vicenda. C’erano poche mogli, poche donne, e Tepi Lansivuori era sempre con noi, parlava solo finlandese. La cosa più bella? La prima vittoria di Jarno nel ’71. Il suo circuito preferito era Assen, i rivali più forti Read, poi Pasolini, Gould, Braun e anche Ago, ma lui aveva la moto migliore. L’Italia era il Paese che ci piaceva di più, a Imola con la famiglia Costa e Fantazzini stavamo benissimo, invece a Monza gli organizzatori erano pessimi”.

Maurizio Cavaliere ricorda naturalmente che Jarno e Soili avevano l’aiuto tecnico di Arwidson, l’importatore finlandese della Yamaha che forniva le moto e i ricambi; ma di soldi ne giravano ben pochi al punto che in quel 1972, appena vinto il titolo, per guadagnare qualcosa in più i due andarono in Gran Bretagna dove Jarno vinse tutto in tre classi: 250, 350 e open. In mezzo ci misero anche la trasferta di Pesaro, quando pareva che Jarno potesse firmare con la Benelli. Nell’inverno successivo arrivò invece la firma con Yamaha e lui volò in Giappone per i test, dove però scoprì che Yamaha voleva il gioco di squadra: era Kanaya che doveva vincere la 250.

La cosa non gli piacque per nulla, ma accadde che ad Hockenheim, nei primi giri della 250, Jarno uscì di pista per evitare un pilota caduto, recuperò 14 secondi in due giri e vinse la corsa (la terza consecutiva). E allora finalmente i giapponesi dissero ok, niente giochi di squadra. Poi con la 500 la catena si ruppe, un meccanico l’aveva tesa troppo. Jarno però se ne stette zitto, non lo tradì, e a fine gara il meccanico chiese scusa alla fidanzata: “Solly miss Soili!”.

La cosa più bella è che Soili Karme sta collaborando alla produzione di una serie televisiva finlandese su Jarno e Soili: sei puntate che si annunciano spettacolari (hanno trovato le moto da corsa originali per certe riprese), che dovrebbero uscire nel maggio 2023 per l’anniversario e potrebbero essere acquistate in tutto il mondo. Doveva essere la storia del Continental Circus, ma poi è diventata la loro storia. Quella della coppia più amata del motociclismo. Una avventura irripetibile.

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