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La 200 miglia di Daytona, che si corre ogni anno sullo storico International Speedway, mantiene sempre il proprio fascino, tanto che sono molte le case impegnate così come i piloti, compresi il nostro Niccolò Canepa e Xavi Fores, una vecchia conoscenza dei mondiali delle derivate che lo scorso anno si era aggiudicato il titolo Moto America Supersport. A vincere a Daytona è stato per la terza volta in carriera (la seconda consecutiva) il trentatreenne Josh Herrin, che ha tagliato per primo il traguardo con la Panigale V2 del Warhorse HSBK Racing Ducati, la stessa squadra nella quale in passato hanno militato Lorenzo Zanetti, Danilo Petrucci, Xavi Fores e Loris Baz. Lasciato il WorldSBK il francese ha deciso di tornare negli USA per tentare di vincere il Moto America Superbike ancora con la stessa squadra, che quest'anno si chiamerà Onlyfans Warhouse Ducati e sarà il compagno di squadra del vincitore di Daytona. Per Herrin si tratta della terza vittoria nella corsa più importante d’America, così come è stata la terza volta anche per la Ducati.
Herrin è stato bravo a non commettere errori ed è stato aiutato non solo dalla sua squadra, che gli ha fatto guadagnare secondi preziosi nei due pit stop, ma anche dalla fortuna, visto che il suo principale antagonista, il messicano Richie Escalante, è rimasto senza benzina proprio all’ultimo giro. Il pilota del Vision Wheel M4 ECSTAR Suzuki, che ha anche fatto segnare il giro veloce della gara in 1’48”625, è comunque riuscito a tagliare il traguardo, anche se solo al quinto posto, diventato quarto dopo la squalifica di Bobby Fong (serbatoio più capiente del consentito). Dietro alla Panigale V2 si sono comunque piazzate due Suzuki GSX-R 750, quella del talento emergente Tyler Scott (compagno di squadra di Escalante) e quella di Hayden Gillim, staccati però rispettivamente di 45 e 54 secondi dal vincitore.
Niccolò Canepa, che avrebbe dovuto portare in gara la Yamaha YART, è caduto disputando una gara di contorno, la SuperHooligans, ed ha subito una frattura che gli ha impedito di correre nella prestigiosa 200 miglia. I suoi compagni di marca, gli europei Karel Hanika, Yamaha e Marvin Fritz hanno terminato al sesto e settimo posto.
Non meno sfortunato Xavi Fores. Visto il successo ottenuto lo scorso anno, pur essendo al debutto nel Moto America, lo spagnolo avrebbe dovuto passare in SBK ma gli è stato preferito Loris Baz, soprattutto per motivi di sponsor (esattamente quanto era successo a Lorenzo Zanetti qualche anno fa). Fores è a piedi, ma per la gara di Daytona ha trovato un accordo con un Team Yamaha. Purtroppo ha rotto il motore della sua R1 nel corso del primo giro e si è dovuto ritirare.
Sfortunato anche un altro esponente del vecchio continente: Peter Hickman. A Daytona in veste di Team Manager, l’inglese ha dovuto assistere al ritiro di entrambe le sue due Triumph Street Triple RS 765, avvenuto a poche tornate dal termine della corsa.
Questa la dichiarazione del vincitore Josh Herrin: “Non ringrazierò mai abbastanza la mia squadra per questa vittoria. Sono stato veloce come sempre, ma il team è stato autore di due pit stop perfetti che hanno fatto la differenza a nostro favore. Sono alla mia terza stagione con la Panigale V2, una moto davvero fantastica, che sono molto felice di poter guidare. Con la mia terza vittoria sono entrato nella storia della 200 miglia. E’ stata la mia seconda vittoria a Daytona con una Ducati e quindi per il prossimo anno l’obiettivo è quello di portarle a tre!”.
L’Aprilia RS 660 ha conquistato una storica doppietta con il pilota del team Rodio Racing powered by Robem Engineering, Gus Rodio, che ha dominato entrambe le gare della categoria Twins, riservata alle bicilindriche derivate dalla serie. Vicecampione lo scorso anno all’esordio nella Twins Cup, Gus Rodio è scattato dalla pole position ed ha vinto con oltre 11 secondi di margine su Dominic Doyle (Yamaha), secondo in volata su Avery Dreher, in sella alla Aprilia RS 660 del team TopPro Racing.
Rodio si è poi ripetuto in Gara 2, prendendo il comando della corsa al secondo giro e allungando rapidamente sui rivali per giungere all’arrivo in solitaria. Terzo posto in volata per il suo compagno di squadra Alessandro Di Mario. Quattro piazzamenti a podio e 11 piazzamenti nella top ten per i 12 piloti che hanno corso a Daytona in sella a una RS 660.