La Corona Britannica onora Jonathan Rea. Come funziona da noi?

La Corona Britannica onora Jonathan Rea. Come funziona da noi?
Solo pochi eletti, come il fuoriclasse della SBK, diventano Ufficiali dell’Impero Britannico. Qui da noi si danno onorificenze a destra e a manca col risultato di svilirne il valore. Ago è commendatore, tutta la squadra di Euro 2020 è “cavaliere”, Valentino solo medaglia d’argento
13 ottobre 2022

Dopo la nomina a Membro dell’Impero Britannico (MBE) del novembre del 2017, ieri mattina Jonathan Rea è stato insignito dell’OBE diventando formalmente Ufficiale dell’Impero Britannico. Già nello scorso gennaio gli era arrivata in largo anticipo, via posta ordinaria, la notizia della nomina insieme alla richiesta di una cortese riposta: avrebbe accettato volentieri o preferiva rifiutare? I britannici fanno così.

A Buckinmgham Palace, in uno dei saloni più solenni, è stata la principessa reale Anna in persona a consegnare al sei volte iridato della SBK il prestigioso riconoscimento. Con Jonathan, molto emozionato, anche la moglie e i due fratelli. 

Naturalmente sono numerosi gli onori attribuiti a Rea, che oggi è il motociclista inglese più celebrato e vincente: già a dicembre 2018 era stato laureato honoris causa nella facoltà di Lettere dell’Università dell’Ulster per il contributo allo sport. Come Valentino, che nel 2005 a Pesaro Urbino era stato “laureato” in Comunicazione. E va detto che queste sono lauree valide a tutti gli effetti.

Sono tanti i fuoriclasse d’oltremanica nominati Membri dell’Impero Britannico. E’ appena scomparso Phil Read, sette volte iridato, che ottenne la celebrazione nel lontano 1979. Un altro pilota nordirlandese, Joey Dunlop, aveva ricevuto le due onorificenze dell’Impero Britannico. Poi c’è John McGuinness, altra leggenda della road racing, che nel 2021 ha ricevuto la MBE e per ora è dunque solo membro e non ancora Ufficiale dell’Impero.

Mike Hailwood, il mito, era addirittura baronetto, il massimo riconoscimento della Corona Britannica. Mike aveva ricevuto la Medaglia di Re Giorgio per un atto di eroismo compiuto in F1, quando nel 1973, in Sudafrica, non esitò a lanciarsi tra le fiamme della vettura di Clay Regazzoni per salvare lo svizzero.

Per restare in tema, in Formula1 Lewis Hamilton è stato il quarto pilota ad ottenere il titolo di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico. Dopo Jack Brabham, australiano tre volte iridato, nel ’66 e poi l’altrettanto vincente Jackie Stewart sei anni più tardi. Derek Bell, oggi commentatore televisivo, è soltanto MBE.

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In Italia tutti Cavalieri

Insomma, i britannici ci tengono. E in Italia? Noi abbiamo l’onorificenza più elevata nel titolo di Cavaliere di Gran Croce, seguita da quella di Grande Ufficiale, Commendatore, Ufficiale, Cavaliere… La carica di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, nel 2003, è stata conferita dal presidente Ciampi a Giacomo Agostini, Pierpaolo Bianchi, Eugenio Lazzarini, Bruno Ruffo e Carlo Ubbiali.

Valentino Rossi non risulta Commendatore. Va detto però che nell’occasione in cui Ciampi, all’inizio del 2003, assegnò quei cinque titoli … Rossi non si presentò. Quel giorno ne avrebbe avuto diritto, di titoli ne aveva già vinti più di Bianchi e Lazzarini; invece gli venne assegnata (nelle mani di Carlo Fiorani) soltanto la medaglia d’argento come a Biaggi, Cadalora, Capirossi, Melandri ed altri. Il criterio di attribuzione appare tuttora piuttosto strampalato.


Di fatto, per Valentino è arrivato lo Winning Italy Award che l’allora ministro degli affari esteri Franco Frattini gli conferì nel 2010 per il contributo all’immagine dell’Italia nel mondo. Inoltre Rossi è stato sei volte uomo dell’anno per la Gazzetta tra il 2001 e il 2009, ha ottenuto due premi Laureus, la cittadinanza onoraria di Assen (per le dieci vittorie), quella di Pinzolo e Madonna di Campiglio e un Telegatto nel 2008.

Scherzi a parte, qui da noi i riconoscimenti si sprecano: basti pensare che tutti i componenti della nazionale di calcio che ha vinto Euro 2020 sono stati nominati Cavalieri dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dai giocatori fino all’intero staff tecnico. In Gran Bretagna saranno anche esagerati e troppo formali, ma la sensazione è che le onorificenze valgano davvero.

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