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Seconda prova del Campionato Italiano.
Si scende a Latina con addosso ancora le emozioni di Torino. L’Italiano, si sa, vale quanto il Mondiale.
La sola differenza è la posta in gioco, ovviamente “troppo” più importante se si parla di titolo iridato.
L’Italiano, però, è un trampolino di lancio per certi versi davvero emozionante, e le gare sono avvincenti esattamente come quelle del Mondiale.
All’Italiano ci si può permettere ancora di sperimentare, al Mondiale no, conta vincere. Ma il miglior modo per collaudare soluzioni nuove o modifiche di assetto è provare comunque a vincere.
Dunque punto e da capo: questo Italiano è stratosferico. È anche un po’ misterioso.
Perché? Perché a Latina si sono viste cose “strane”.
Problemi per molti, la pista cambiata a causa delle condizioni meteo, le prove senza terra e le gare con il circuito al completo, comprea dunque anche la parte di sterrato. Sterrato non perfettamente ed omogeneamente drenato, e dunque qualche “chiazza” di fango che, come abiamo visto, ha finito per fare la differenza.
Vediamo di definire le corse di Attilio Pignotti e di Bernard Hiemer, e di spiegare come si arriva a queste definizioni. Per Pignotti parleremmo di bellissima progressione, facendo riferimento al miglioramento netto delle sue condizioni fisiche, che consentono ora al pilota abruzzese di lavorare con maggiore rendimento. Quarto in gara 1, terzo in gara 2. Ma se si parla di passo e di “consistenza”, ecco, il progresso è ancora più netto ed evidente. Pignotti è contento, Max Migliorati lo è solo
“abbastanza” (“sono contento solo quando vinco!”). La moto va bene ed è ormai a punto e veloce almeno quanto le migliori del lotto che conta. “Attila” ha provato ad attaccare, poi si è disteso migliorando i suoi giri senza strafare. Non si sa mai: con la spalla ancora in “disordine” sbagliare e pagare troppo caro è un attimo. Podio sfiorato, ma punteggio utile, fieno in cascina.
Bernd Hiemer è stato protagonista della gara più bella del week end del Sagittario. Un duello estenuante e mozzafiato contro Thomas Chareyre, poi vincitore della assoluta. Hiemer, a conferma degli enormi progressi tecnici di cui il tedesco si è reso protagonista, ha “infilato” il giovane francese, nel corso del terzo giro, prroprio sul salto del tratto di fuoristrada, per poi condurre la gara fino a due curve dalla fine, facendo alzare in piedi il pubblico sulle tribune. Nel corso dell’ultimo giro, quando la vittoria sembrava ormai conretizzarsi Hiemer, nel raggiungere un gruppeto di doppiati si è distratto per una frazione infinitesimale di secondo. Quanto è bastato per consentire a Chareyre di effettuare un sorpasso da brivido all’interno dell’ultima curva prima del rettilineo d’arrivo. Hiemer è stato, a quel punto, impeccabile. Pilota e professionista di gran classe, pur in condizione di svantaggio, ha controllato la manovra dell’avversario per evitare ad entrambi il rischio di una caduta che avrebbe vanificato la gara stupenda dei due avversari-galantuomini. Ed alla fine, non pago, si è limitato ad un’autocritica precisa: “In gara 1, non so spiegarmelo, la moto non aveva aderenza. Ritengo che si sia trattato di un problema di gomme, che non tenevano e si usuravano troppo velocemente sull’asfalto particolare del circuito di Latina. In gara 2 mi sono piaciuto. Ho trovato un buon ritmo e non mi è stato difficlle attaccare e superare Thomas Chareyre. A due curve dalla fine sono stato un po’ “amateur” (un “cadetto”). Mi sono distratto un attimo, e ho pagato!".
Più chiaro ed esaustivo di così…
Più che “dignitosa” la partecipazione dei giovani Edgardo Borella e Alberto Dall’Era.
Il primo, per la verità, è caduto nell’ultimo giro di gara 1 (in gara 2 ha finito quarto).
Dall’Era è ancora una volota salito sul podio. Ottimo.
Per la cronaca i fratelli Chareyre, Adrien e Thomas, tornano dalla “battuta di caccia” di Latina con il carniere straripante: quattro vittorie. Gozzini e Lazzarini vincono l’Italiano.
Ancora una gara di Italiano, nel calendario del KTM Italia Team Miglio: la terza prova
a Busca, in programmma per l’11 Maggio.