Da Giulio Mauri della Federazione, che lo conosceva bene, abbiamo saputo qualche dettaglio in più sulla improvvisa scomparsa di Diego Bosis: è stato un infarto fulminante a fermare il suo cuore, mentre da Bergamo stava spostandosi a Milano in treno, come faceva tre giorni la settimana. Diego era infatti, tra le altre cose, il responsabile del settore moto per le Fiamme Oro, e da casa raggiungeva il centro della polstrada in piazza Prealpi a Milano. Erano le 6.30 circa di oggi, martedì 14 febbraio.
Bosis era uno sportivo autentico, il suo fisico era curato, stupisce che il cuore si sia arrestato così, senza alcun preavviso.
«Era in gran forma –conferma Mauri- e giusto domani avremmo dovuto andare insieme a Ginevra, alla FIM internazionale, perché lui era supervisore di tutte le prove mondiali, un ruolo che ricopriva da due anni. Ci eravamo sentiti giusto ieri per stabilire i dettagli del viaggio. Sono distrutto, era un amico da tanti anni. E’ una cosa bruttissima che lascia tutti senza parole».
Diego godeva di un grande prestigio internazionale, ed era un uomo importante anche per il futuro del trial in Italia, uomo di grande esperienza.
«E di grande classe –precisa Mauri- per come si comportava. Da pilota era stato uno dei più corretti, direi che era proprio supercorretto in un ambiente che spesso lascia a desiderare per sportività, e tutti i piloti con cui ha corso gli volevano bene. Tarres mi ha appena chiamato, voleva sapere qualcosa di più sulla scomparsa e conoscere l’orario del funerale».
Diego Bosis era divorziato da qualche anno e si era sistemato serenamente con una nuova compagna; lascia tre figli, il maggiore dei quali ha sedici anni. Appena avremo qualche notizia in più circa il funerale ve lo faremo sapere.
Il ricordo di Diego Bosis
Angelo Pensini (per tre stagioni meccanico di Diego Bosis al Mondiale e nel Campionato Italiano) ricorda così il campione e amico con cui ha condiviso tanti anni di sport e di passione per il trial: "Lo conoscevo da quando era un ragazzino.
A 14 era già un talento esagerato, massacrava gli avversari, era una spanna superiore a tutti. Nell'80 e '81 abbiamo corso insieme, era un giovane emergente allora. Poi ci siamo persi di vista e ritrovati nel 1997, da allora l'ho seguito
per 3 anni come meccanico nel campionato italiano e in alcune prove del mondiale. Sono stati anni molto belli.
Era una persona gioiosa e solare,
rideva e scherzava sempre. Ma quando metteva il casco, si trasformava. Era un fantasista del trial, di inventava passaggi che nessuno osava. In certe zone era imbattibile.
In Italia non c'è mai stato nessuno come lui. Oggi era ancora molto attivo, ricordo che era un Ispettore delle Fiamme Oro della Polizia di Stato ed era anche tecnico federale della FMI.
Una bella persona e uno dei migliori piloti di trial con cui ho corso".
La sua carriera
Il suo amore per la moto è un vizio di famiglia. Fu suo padre Giacomo, uno dei primi trialisti italiani a trasmetterglielo. Diego inizia quindi giovanissimo ad andare in moto
nell'82 e su una Fantic 50 partecipa alla sua prima gara. Per due anni consecutivi vince il Trofeo FMI Cadetti, prima di conquistare nell'84 il tricolore Junior 125. Non ancora diciottenne l'anno successivo in sella a una Montesa partecipa al campionato italiano Senior e conquista il terzo posto.
Nel mondiale del 1984 si piazza 14esimo, l'anno seguente ottavo e nel 1986 si piazza sesto. In quell'anno però riuscirà ad aggiudicarsi
il tricolore italiano nella massima categoria. Nell'87 si conferma campione italiano in sella ad Aprilia, mentre nel mondiale per la prima volta infrange il taboo di un italiano sul gradino più alto del podio. Era il 26 giugno quando conquistò
l'oro nel Gran Premio degli Stati Uniti. Quell'anno concluse
secondo nella classifica generale. Un risultato eccezionale al quale fa seguito una stagione non altrettanto esaltante. Nel 1988 non riuscirà a confermarsi campione italiano (arriverà secondo) e nel modiale si classificherà solo quinto. Negli anni successivi ritrova smalto e motivazioni.
Vince per quattro anni consecutivi il titolo italiano arrivando ad un totale record di sei campionati senior. Nel mondiale è terzo nell'89, secondo nel '90, ancora terzo nel '91 e nel '92, decimo nel ‘93 e settimo nel ‘94. In quegli anni vince diversi Gran Premi ed è la punta di diamante della formazione italiana delle Fiamme Oro. Molti sono i record che Diegoo ha inanellato nella sua carriera agonistica come quello delle partecipazioni al
Trial delle Nazioni, ben 22. Ha partecipato a
200 Gran Premi l'ultimo è stato quello di Boario nel 2006.
La redazione di Moto.it si unisce al cordoglio della famiglia e degli amici di Diego Bosis.