Lyndon Poskitt: "Non ho fatto alcun reclamo"

Lyndon Poskitt: "Non ho fatto alcun reclamo"
Il pilota britannico racconta la sua versione dei fatti all'Eco Race, difendendo il suo risultato e le motivazioni che lo hanno spinto a rivolgersi agli organizzatori
21 gennaio 2020

Se seguite con attenzione Moto.it, con particolare riferimento ai rally, avrete sicuramente letto della polemica sul terzo posto di Lyndon Poskitt all'Africa Eco Race, e della lettera aperta scrittagli da Gioele Meoni, figlio dell'indimenticato Fabrizio, che abbiamo pubblicato qualche giorno fa.

Un pezzo che non è passato inosservato, ed è giunto anche al destinatario della lettera aperta. Che ha preso (metaforicamente) carta e penna, si è fatto aiutare a tradurre in Italiano la sua risposta e ce l'ha inviata come commento.

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Un commento in cui Poskitt spiega come non abbia presentato alcun reclamo, limitandosi a protestare per evidenti errori o "sviste" dell'organizzazione che lo hanno penalizzato. Il fatto che poi l'organizzazione abbia scelto di agire in determinate maniere per sanare questa situazione, sostiene il britannico, non è colpa sua.

Non essendo stati presenti sul posto, non possiamo emettere un giudizio sullo svolgimento dei fatti: certo è che Poskitt fa nomi, date, e riporta frasi precise e documentate. E come giornalisti, anche se così non fosse, non potremmo comunque esimerci dal garantire diritto di replica a Poskitt. Trovate il suo commento, riportato integralmente, qui sotto.

 

Caro Gioele, Prima di tutto, vorrei ringraziarti per le congratulazioni. L'Africa Eco Race per me è stata un'esperienza incredibile e ringrazio tutte le persone coinvolte, in particolare gli organizzatori della gara, che l'hanno resa un'esperienza davvero sfidante e gratificante. Mi sono divertito moltissimo e ho corso con alcuni fantastici piloti del calibro di Alessandro Botturi, Pal Anders Ullevålseter e ovviamente Paulo Lucci. Abbiamo creato amicizia, gareggiato duro e onestamente, sempre. Sono deluso nel vedere che hai scritto che non mi meritavo il 3 ° posto nella gara.

In risposta ai tuoi punti, vorrei dire quanto segue. Per quanto riguarda la verifica tecnica a Menton, il 3 gennaio, hai ragione, tutte le moto sono controllate, è stato dato il nullaosta dai tecnici di gara della FIM, visto che è il loro lavoro e la ragione del perché sono lì. Per quanto riguarda le gomme, queste vengono cambiate regolarmente durante la gara, spesso ogni notte quando si consumano. Dopo la verifica, è responsabilità del team assicurarsi che i pneumatici corretti e conformi siano montati su ciascuna moto per i prossimi giorni di gara. Per le gare di rally, tutti gli pneumatici devono essere marcati "E" o "DOT" in conformità con le normative FIM. I regolamenti sono messi in atto per garantire che la gara sia uguale per tutti. I pneumatici da motocross che non sono marcati con la "E", in genere hanno un'altezza del profilo più alta, offrendo un vantaggio al pilota.

Il regolamento prevede l'uso di pneumatici con marchio “E” per garantire l'altezza del profilo (e altri aspetti): questo vale per la maggior parte dei livelli di competizioni di moto in tutto il mondo, in particolare quelli gestiti secondo le regole FIM. La situazione in cui ci siamo trovati non è senza precedente nello sport motociclistico. Ad esempio, nel 2001 il vincitore dell'ISDE è stato privato del suo primo posto a fine gara a causa dell'uso di una gomma non corretta. In realtà, secondo le regole FIM, ritengo che qualsiasi utilizzo di un pneumatico non conforme a un evento FIM sia una infrazione sanzionabile con l'esclusione.

Paulo Lucci, # 151, non è stato una sorpresa per me: ovviamente è un pilota veloce e affamato di vittoria proprio come chiunque si trovi in testa alla gara. Conoscevo Lucci prima dell'evento, ma man mano che la gara si svolgeva è stato bello vedere un pilota così giovane ed emergente in testa. Fino al 14 gennaio, io e Paolo avevamo fatto registrare tempi rispettabili e abbastanza simili, anche se sono stato davanti a lui fino a quel punto nella classifica generale, con differenze di tempo tra i 9 e i 36 minuti. Alla fine di quella tappa sono rimasto sorpreso dalla grande differenza cronometrica con cui aveva vinto, quando così tanti piloti hanno avuto problemi con la navigazione in un determinato punto, incluso me stesso. Quando Paolo mi ha chiesto dove avevo sbagliato sono andato a mostrarlo sul suo roadbook, e con mia sorpresa non aveva la nota che indicava dove le cose hanno iniziato a andare male nel suo roadbook. Una nota è stata aggiunta dall'organizzazione al mattino, (per lasciare la traccia principale su una traccia +/- visibile in una nuova direzione cap): questa nota, per un motivo o per l'altro, non era presente nel roadbook di Paolo. Senza la nota ha continuato dritto, e questo ha creato un enorme vantaggio. Poiché così tante persone hanno avuto problemi grazie a questo errore nei loro roadbook, ho semplicemente suggerito all'organizzazione di neutralizzare il tratto tra il CP e il punto di rifornimento in quella sezione.

Voglio chiarire che NON ho fatto alcun reclamo contro Paolo come lei suggerisce. Sono andato a parlare con l'organizzazione, suggerendo che il cambiamento nel roadbook aveva creato confusione e aveva distorto il risultato per molti piloti a favore di coloro che non l'hanno aggiunto al loro roadbook. La decisione è stata presa dall'organizzazione di non fare nulla e non ho fatto alcuna richiesta ufficiale, nello spirito della gara. Dire che sono stato l'unico a lamentarsi, è in realtà errato. Conosco più di 5 piloti che sono andati a vedere l'organizzazione sul problema e ancora di più che ne parlavano nel bivacco. Dire que fossi el único non è giusto, anche Botturi, Ullevålseter e Benko hanno concordato che il roadbook era dubbiosos e sono andati nella direzione sbagliata, mentre stavano correndo con me.

Alessandro Botturi mi ha fatto spesso complimenti per la mia guida e la mia navigazione, così oggi gli ho chiesto cosa ne pensasse davvero, e cito, con il consenso di Alessandro, la sua risposta: “Sono contento che tu mi abbia scritto in modo da poter dire quello che ho effettivamente detto. Ho detto che lui (Lyndon) si metteva tra me e lui (Ullevålseter) e non capivo questo: se lui voleva aprire era giusto cosí, e non capivo perché si metteva tra me e lui, ma è stato uno sfogo di stanchezza fatta a fine tappa tra me e il meccanico, ripresa dal telefonino dalla Caracciolo, la giornalista Italiana. Non era per fare polemica, ma era uno sfogo di stanchezza di fine tappa”. Il 18 gennaio, entrando nella speciale finale, vedo che Paolo Lucci aveva optato per pneumatici da motocross per la fase “tutta sabbia”.

Sapendo che questi sono vietati, ho chiesto alla FIM di confermarmi se i pneumatici da motocross sono ammessi nell´ Africa Eco Race e di mostrarmi i regolamenti supplementari che lo consentono. Non sono stati in grado di fornire queste informazioni e si sono revolti ai regolamenti FIM, che è la procedura standard se i regolamenti supplementari non prevedono nulla di specifico. È quindi la decisione del funzionario FIM sull'azione da intraprendere e non ho più voce in capitulo. Sulle rive del Lac Rose, posso confermare che molti concorrenti italiani non mi hanno fatto sentire benvenuto, gridando cose poco eleganti e altri gesti, qualcosa che non è mai successo in tutti i miei 31 anni di competizioni nello sport motociclistico. Sicuramente mi sono sentito preso di mira, ma ero lì per finire la gara che avevo iniziato 12 giorni fa.

Per quanto riguarda la tua domanda: " Questa premeditazione, in una gara in cui dovrebbero contare solamente doti fisiche, mentali e morali, e non la burocrazia, ti appartiene?” L'Africa Eco Race è una gara professionale gestita secondo le norme e i regolamenti FIM. Tutti i concorrenti devono avere una licenza FIM e i permessi e devono conformarsi ai regolamenti FIM, proprio come in qualsiasi altro rally ufficiale in tutto il mondo. Ci sono stati 4 funzionari / giudici di gara FIM a tempo pieno all'evento per garantire che questi controlli FIM fossero messi in atto. Naturalmente le qualità fisiche, metalliche e morali contano e mentre stiamo nel tema di morale che significa "preoccuparsi dei principi di comportamento giusto e sbagliato" o "mantenere o manifestare principi elevati per una condotta corretta", questa è la responsabilità di tutte le squadre in occasione di eventi così di alto profilo da garantire che siano conformi alle regole.

Certamente, tuo padre Fabrizio e tanti altri grandi piloti sono stati i miei idoli per anni. Sono motociclisti da 31 anni e faccio le gare da rally dal 2011. Ho un grande amore per lo sport e un enorme rispetto per tutte le persone che partecipano e lo rendono possibile per noi. È davvero uno sport incredibile e in cui sono sicuro di essere coinvolto negli anni a venire. Adoro condividere le mie storie ed esperienze in modo molto aperto e ovviamente condividerò il resto dell'Africa Eco Race in una forma positiva ma onesta di ciò che è accaduto. Spero che ti piacerà vederlo.

Proprio l'anno scorso ho avuto la fortuna di guidare una delle 950 Rally originali con cui tuo padre ha corso, alla Fabbrica Akrapovič, mi ha davvero commosso. I risultati che tuo padre ha ottenuto su quella moto enorme è davvero qualcosa di speciale, una leggenda sempre. Per me, il mio spirito e il rispetto per gli altri è sempre stato lì e non è stato diverso all'Africa Eco Race di quest'anno. Però anche le regole devono essere rispettate, e la FIM ha semplicemente fatto ciò che riteneva giusto nelle circostanze dell'infrazione. Non ho nulla contro Paolo Lucci o la sua guida, e condividerei solo commenti positivi su di lui. Gli auguro tutto il meglio per il suo futuro nelle corse di rally. Grazie Gioele per aver scritto questo e per avermi dato l'opportunità di rispondere alle tue domande.

Cordiali saluti, Lyndon