giorni di gara hanno sofferto diverse panne meccaniche: così i due spagnoli si sono scontrati testa a testa e alla fine “Dinamite” Barreda si è dovuto accontentare di uno splendido secondo gradino del podio, alle spalle di quello che al momento è il miglior pilota della disciplina.
9'33” è il distacco fra i due piloti, dopo 2000 chilometri di gara suddivisi fra cinque tappe. Alle spalle di Coma e Barreda troviamo Paulo Goncalves a poco più di 10 minuti dal compagno di squadra. Il portoghese – come già alla Dakar – ha fatto vedere a tutti di che pasta è fatto e ha saputo recuperare un ritardo di 12' accaparrandosi la terza piazza assoluta in modo definitivo.
Marc Coma "Lo sceicco"
Lo “Sceicco” è dunque lui, Marc Coma,
vincitore per la sesta volta di una prova di Mondiale negli Emirati Arabi Uniti, sia essa in Dubai o in Abu Dhabi (dove il Rally si è spostato nelle ultime edizioni). Lo spagnolo ufficiale KTM apre così con un successo netto, e mai messo seriamente in discussione durante i sei giorni di gara, la stagione Mondiale 2012. Alle spalle del fuoriclasse catalano i portoghesi Joan Barreda e Paulo Gonçalves, portacolori Husqvarna-SpeedBrain, sottolineano così l’ascesa del giovane Barreda, rivelazione della Dakar, e della Marca che finalmente mette in campo un invidiabile livello di competitività.
Il Rally degli Emirati ha evidenziato tutte le caratteristiche che lo rendono particolare e difficile.
Molto caldo, si sono sfiorati i 50 gradi all’ombra con una “media” giornaliera mai sotto ai 40, percorso di sabbia nella quasi totalità del suo sviluppo (e non può essere altrimenti data la geografia della regione), molto fuoripista e navigazione non difficile ma per certi versi critica, a causa del diverso utilizzo che si fa del GPS e della mancanza quasi assoluta di riferimenti. Nel contempo l’Abu Dhabi Desert Challenge, così come il Dubai prima, ha confermato la sua vocazione di Rally “lussuoso”, in perfetta sintonia con l’altrettanto invidiabile tenore di vita di questo angolo di pianeta benedetto con il petrolio.
La Cronaca
In questo, come negli altri Rally “corti” la strategia è semplice e delicata allo stesso tempo.
Poche regole, ma nessuno spazio per eventuali errori. Marc Coma, come tutti i “big”, è partito pianissimo nella Super Speciale-prologo di Abu Dhabi, per questo rivelatasi uno show piuttosto deprimente e poco espressivo. Coma si è “accontentato” del quint’ultimo tempo (l’ultimo lo ha “ottenuto” il Campione del Mondo Helder Rodrigues), guadagnando così il diritto di avere la strada spianata dagli entusiasti “local” nella prima tappa del giorno successivo. È quindi partito all’attacco e, al termine della prima tappa “vera”, ha messo le mani sul primo successo parziale e sulla leadership della corsa. Visto l’ordine di partenza determinato dalla prima tappa, la seconda segna il ritorno degli avversari. Salgono in cattedra Joan Barreda e la Husqvarna, che scavalcano per un giorno il binomio austro-spagnolo. Jordi Viladoms è secondo di tappa, Coma solo undicesimo.
Ma la tappa chiave, come era lecito aspettarsi, è la terza del 4 aprile, lunga, “torrida” e difficile, che Coma aveva segnata in rosso nel suo piano di battaglia. Nulla da fare per gli avversari, Marc ottiene una nuova vittoria e torna in testa della corsa con oltre otto minuti di vantaggio su Barreda. Giochi quasi fatti. Quarta tappa, vince Helder Rodrigues, che era stato costretto alle retrovie da un guasto di natura elettrica il giorno precedente, ma Coma conserva un margine rassicurante per affrontare la quinta ed ultima tappa. Il ritorno ad Abu Dhabi consacra lo “Sceicco” con il terzo successo di tappa e il sesto del Desert Challenge.
Fortune e disdette alle spalle di Coma. Ottimo il piazzamento di Barreda, ovvio, belli l’inseguimento del caparbio Gonçalves a caccia di un posto sul podio ed il decimo posto di Paolo Ceci, primo degli italiani. Ottimo anche il quarto posto di Ruben Faria, che aveva lasciato a casa il “capitano“ Cyril Despres infortunato ad una spalla durante una discesa con gli sci, e bella la battaglia tra le “ragazze”, con la vittoria di Camelia Liparotti che batte Andrea Mayer. Contro la sfortuna hanno da recriminare Rodrigues, come visto, ma anche David Casteu, fermato nella seconda tappa da un problema ad un rubinetto della benzina e Jordi Viladoms, salito sul podio il secondo giorno ma poi costretto a scendervi per un paio di errori nel finale.
Bordone-Ferrari Racing Team Rally
Non fortunatissimo, dunque, il debutto Mondiale del Bordone-Ferrari Racing Team Rally.
Alessandro Botturi è stato escluso dal lotto dei migliori per la rottura del motore durante la prima tappa, e del resto la Squadra milanese, che si era ben preparata con una serie di test in Tunisia sotto la guida di Jordi Arcarons, aveva potuto recuperare le moto solo all’ultimo minuto ad Abu Dhabi per un ritardo della nave. Se però si fa riferimento alla storia del Team, nato solo lo scorso anno ed il cui esordio tra i grandi “risale” alla Dakar di quest’anno, c’è da essere comunque assai contenti. L’”origine” del Bordone-Ferrari Racing Team porta l’imprinting del trasferimento di Alessandro Botturi dall’Enduro ai Rally, con l’animo di rinnovare la “proposta italiana”.
Bene: il “Bottu”, ad Abu Dhabi, si è presto ripreso dalla sfortuna iniziale e, dalla seconda tappa, ha “macinato” deserto e posizioni, finendo per concludere la gara tra i migliori del lotto, e migliore degli italiani, con due pregevolissimi piazzamenti nella tappe finali. Ed era ad Abu Dhabi solo per accumulare esperienza…
Il Mondiale resta nel deserto del Petrolio, e la seconda prova, in Qatar, è in programma a partire dal 15 aprile.
Risultati:
1. Marc Coma (KTM) 20h 33’35
2. Joan Barreda (Husqvarna) 20h 43’08
3. Paulo Gonçalves (Husqvarna) 20h 53’59
4. Ruben Faria (KTM) 20h 56’38
5. Jordi Villdamos (KTM) 21h 01’00