Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Con il motore o senza non importa, quando si tratta di due ruote, i talenti migliori in questi anni li sta dando la Sicilia, o meglio Messina. Vincenzo Nibali, dopo aver conquistato la Vuelta spagnola e il Giro, è il settimo italiano a vincere in 100 anni di storia il Tour de France, la corsa in bici più importante del mondo, e il sesto italiano ad aver vinto tutte e tre i giri più famosi.
Nibali corona così il sogno di una vita di sacrifici, spesa in allenamenti durissimi, continue trasferte lontano da casa e famiglia, diete ferree. Un vincitore che porta l’immagine più bella dell’Italia in giro per il mondo. Non solo perché i valori che Nibali ha ricevuto fin da piccolo lo hanno sempre guidato fuori da quei problemi che possono avere i ragazzi che raggiungono presto il successo o dalle scorciatoie cui tanti ciclisti hanno ceduto per ottenere risultati migliori, ma anche perché nel suo percorso di vita Nibali ha sempre incontrato persone in lungo e in largo per l’Italia che lo hanno cresciuto con quei principi e quello spirito che hanno fatto grande la storia del nostro Paese.
La grandezza di Vincenzo Nibali è testimoniata da un piccolo episodio, il penultimo giorno del Tour quando il corridore italiano ha finalmente avuto la certezza di vincere la gara dopo due settimane di fatiche, intervistato a caldo dalla Rai a fine tappa, invece di lasciarsi andare a facili e naturali festeggiamenti, non si è scordato di dire a tutti i ragazzini quanto sia importante l’uso del casco, sempre.
Messina, una città che ha dato i natali anche ad un altro campione delle due ruote che conosciamo bene, Antonio Cairoli (nato per la precisione a Patti). Anche lui ragazzo di talento e sacrificio, intelligenza e forza, determinazione e allenamento sta lottando per conquistare l’ottavo titolo mondiale di Motocross, un record storico per i nostri colori, a 28 anni, uno meno di Nibali.
Entrambi i corridori hanno dovuto lasciare casa e famiglia molto giovani, trasferendosi lontano. Un coraggio che li ha spinti a staccarsi da quella sicurezza, quella comodità che molti ragazzi non hanno la forza e la convinzione di abbandonare per seguire i propri sogni.
E allora è bello festeggiare Vincenzo e tifare Antonio, siciliani doc, capaci di portare l’Italia più bella sui podi più alti del mondo a due ruote senza e con il motore.